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Immagine PNRR europa 760x510Come è noto, seppur con molti mesi di ritardo, il 29 dicembre 2021 è stato sottoscritto tra il Presidente del Consiglio e le Confederazioni CGIL-CISL-UIL il “Protocollo per la partecipazione e il confronto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari”. L’accordo assume un rilievo particolare, soprattutto dopo che il Governo ha disatteso il confronto pubblico sulla stesura degli obiettivi che costituiscono le sei missioni di cui si compone il PNRR.

Lo scopo, ora, è di assicurare un confronto preventivo sulle ricadute dirette o indirette sulle condizioni di lavoro e occupazione, fermo rimanendo il rispetto delle scadenze già previste dal PNRR.

Particolare attenzione, all’interno dei tavoli, potrà essere data:

- al monitoraggio del conseguimento delle priorità trasversali che riguardano la transizione digitale, ecologica, occupazione giovanile e femminile, Sud e coesione territoriale, inclusione sociale con specifico riferimento alle persone fragili, con disabilità e non autosufficienti);

- all’utilizzo delle risorse del PNRR e del PNC anche in relazione e sinergia con altre misure previste dai Fondi strutturali e di investimento europei e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione;

- alle politiche necessarie ad assicurare processi di riconversione (come automotive, energie rinnovabili, siderurgia, economia circolare, digitalizzazione e sistemi di rete di telecomunicazioni, Pubblica amministrazione con particolare riferimento alle politiche industriali);

- agli aspetti che hanno ricadute dirette o indirette sul lavoro connesse nello specifico al PNRR.

Il Protocollo non esaurisce ovviamente le modalità e i livelli di confronto con i rappresentanti delle Parti sociali.

L’accordo regolamenta alcuni passaggi cruciali da attuare, con sollecitudine, a tutti i livellii:

  • le amministrazioni nazionali di settore titolari di interventi sono tenute a costituire “tavoli di settore finalizzati e continui nei quali sia dato conto delle ricadute sociali, economiche e occupazionali degli investimenti e delle riforme previste nel PNRR e del PNC”. A ogni tavolo oltre ai rappresentanti istituzionali del Governo, delle Regioni, delle Province e l’ANCI parteciperà anche un rappresentante delle Parti sociali;
  • a livello territoriale, i tavoli saranno composti dal Presidente di regione o Provincia autonoma e da un rappresentante per ciascuna Parte sociale
  • per quanto riguarda gli Enti locali, i tavoli dovranno essere composti dal Sindaco, dalla Provincia e un rappresentante per ciascuna Parte sociale.

Foto Michele Azzola SG CGIL Lazio e RomaLa Regione Lazio, il 3 febbraio scorso, ha istituito il tavolo con le parti sociali per la governance del Piano.

Michele Azzola, Segretario generale della Cgil Roma e Lazio nell'esprimere un giudizio positivo sull'accordo, ha dichiarato: “…aver messo nero su bianco che il confronto sarà costante e continuo, e che il ruolo di questo tavolo non è meramente consultivo ma di coordinamento, indirizzo e controllo”. Un altro passo nella giusta direzione è quello di aver definito protocolli sia con la Direzione investigativa antimafia che con la Direzione nazionale antimafia, per evitare che le risorse finiscano nelle mani della criminalità organizzata.

15,2 miliardi sono le risorse che arriveranno in Regione: la parte più consistente viene dai fondi del Next Generation Eu, il resto da altri capitoli di spesa: 5,8 miliardi del PNRR destinati al territorio; 4,4 della programmazione dei Fondi europei per il 2021-2027; altri 2,5 di risorse per programmi già avviati e 2,5 del Fondo coesione comunitario. Si tratta di fondi che in parte, 1,374 miliardi, verranno gestiti direttamente dalla Regione, in parte dagli altri enti locali territoriali, con 4,445 miliardi in carico a Comuni, Province e altri soggetti pubblici come Anas, Trenitalia, Asl, Ater, Consorzi di bonifica, ecc

Molte le risorse già assegnate per progetti specifici. Tra questi troviamo progetti per lo sviluppo delle infrastrutture digitali e di digitalizzazione delle imprese, di intelligenza artificiale. Sul tema delle infrastrutture per la mobilità, la Regione intende raggiungere uno sviluppo equilibrato del territorio, favorendo in particolare le infrastrutture strategiche come, per esempio, il collegamento del porto di Civitavecchia con l’interporto di Orte. Per il segmento fondamentale della rivoluzione verde e transizione ecologica, sono stati ipotizzati interventi di forestazione urbana e periurbana, di qualificazione energetica degli edifici pubblici, progetti sugli acquedotti e sulla lotta agli sprechi, di abbattimento delle emissioni grazie all’ammodernamento e all’efficientamento di diverse linee ferroviarie laziali. Infine, per la linea strategica riguardante l’inclusione sociale e territoriale, la Regione intende investire sull’equità sociale (lavoro di qualità, mercato del lavoro per le donne, piano straordinario per la casa, recupero degli insediamenti urbani storici), sull’istruzione, formazione, cultura (tra cui nuovi asili nido e forti investimenti nella ricerca), sulla salute, con il rafforzamento della medicina territoriale e sulla ricerca.

 “La vera sfida – ha dichiarato oggi Azzola in un’intervista a Collettiva.it – è quella di non sprecare l’occasione di cambiare il tessuto sociale, produttivo, economico del territorio a partire dalla riduzione delle diseguaglianze tra le persone, tra le aree della regione. E ovviamente uno degli obiettivi fondamentali è quello della creazione di lavoro di qualità”.

Per la Redazione - Serena Moriondo