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Foto urbanizzazione drupal hy teemaDa tempo, come Associazione Nuove Ri-Generazioni, sosteniamo che è indispensabile aumentare il numero di città che attuano politiche integrate e piani volti a inclusione, efficienza delle risorse, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, e che promuovono una gestione del rischio, in termini innanzitutto di prevenzione, su tutti i livelli.

Una città sostenibile è anche una città circolare, infatti, l'uso razionale dell'energia, degli spazi verdi e di tutto ciò che migliori la qualità dell'ambiente, sono tratti distintivi dell'economia circolare. 

Sul piano pratico, per rendere una città sostenibile è necessaria un’attenzione particolare a più aspetti, tra cui:

  • garantire l’accesso ai cittadini alle decisioni riguardanti pianificazione e miglioramento delle città;
  • garantire abitazioni sicure e di qualità riprogettando il territorio in chiave ecologica, soprattutto per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni con riqualificazione energetica;
  • creare sistemi di trasporto rispettosi dell’ambiente e della salute, attenti in particolare alle esigenze delle persone vulnerabili;
  • creare luoghi di aggregazione per i giovani e per la comunità, come le scuole e le biblioteche, aperti anche nel pomeriggio;
  • tutelare e valorizzare il patrimonio paesaggistico e culturale ma anche realizzare spazi verdi e orti urbani per assorbire le emissioni di CO₂;
  • porre attenzione alla gestione dei rifiuti e al controllo dell’acqua e dell’aria;
  • rafforzare la pianificazione dello sviluppo sostenibile nazionale e regionale supportando i legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane e rurali.

La mobilità è uno degli aspetti centrali del cambiamento delle città e dei nostri stili di vita. I servizi di mobilità per le merci e per le persone sono allo stesso tempo uno dei settori economici più rilevanti e uno dei principali fattori di deterioramento della qualità ambientale e della vivibilità, soprattutto nelle grandi aree urbane.

Disegno mobilita sostenibile 1024x585Alcuni capoluoghi, come Roma, Milano, Napoli o Bologna, vivono in una situazione di costante assedio da parte dei tantissimi pendolari che quotidianamente entrano in città; nella maggior parte dei casi con un mezzo di trasporto proprio, prevalentemente con alimentazione diesel o benzina. Quando si parla di mobilità sostenibile ci si riferisce alla possibilità di utilizzare per i propri spostamenti mezzi a basso impatto ambientale indirizzando spesso il discorso verso mezzi elettrici o ibridi, oppure verso la mobilità dolce rappresentata dalle biciclette. In realtà le opportunità sono molteplici, a partire dalla possibilità di implementare i servizi pubblici. Per poter convincere gli italiani a sostituire l’auto con mezzi di trasporto alternativi è però necessario potenziare le città di piste ciclabili, vie pedonali, carreggiate dedicate a mezzi pubblici.

Per quanto concerne la mobilità delle merci le aree metropolitane non sono più un semplice punto di destinazione (il 45% delle tonnellate km ha origine nelle città) ma anche di partenza (per il 25%) mentre il restante 30% è costruito da merci che si muovono all’interno delle città stesse. Per quanto riguarda la destinazione d’uso del territorio è importante osservare che una percentuale variabile fra il 3 ed il 5% del territorio urbano è dedicato ad uso esclusivo delle merci. L’85% delle aziende che si occupano di logistica e trasporto delle merci sono micro o piccole imprese con meno di cinque dipendenti ed operano in un contesto normativo assai frammentato. Ogni anno in Europa si spendono  circa 100 miliardi di euro per le inefficienze legate alla logistica urbana, pari all’1% del PIL europeo. In questo scenario la Commissione Europea ha deciso di raggiungere l’obiettivo ambizioso di una logistica urbana a zero emissioni entro l’anno 2030.

Prima del ventesimo secolo le città erano sostanzialmente compatte e le strade non erano usate per canalizzare i flussi di traffico ma ricoprivano diverse funzioni legate alle attività umane, come le attività commerciali o relazionali. L'uso dello spazio urbano è stato poi inevitabilmente influenzato dalla "mobilità motorizzata", aspetto che ha impattato non solo su strade e piazze preesistenti, ma anche sulle modalità di espansione delle medesime città e delle loro periferie, soprattutto nella seconda parte del '900. L'atro aspetto di cui tenere conto è che le città sono spesso caratterizzate da luoghi destinati a specifiche funzioni (aree residenziali, aree commerciali, aree industriali, zone direzionali) e collocati a distanza tra loro. Questa tipologia di pianificazione  ha finora non lasciato altra scelta se non quella di utilizzare l'automobile per gli spostamenti. Se poi, come ci ricordano gli esperti del settore, queste aree non sono solo separate ma anche disperse su vaste aree, la situazione è ancora più complessa da gestire creando i ben conosciuti "quartieri dormitorio", privi spesso dei servizi essenziali per la quotidianità. Un modello esattamente contrapposto all'idea moderna della "città dei 15 minuti", una nuova concezione di pianificazione sostenibile dello spazio urbano basata sul concetto di prossimità.

Quante sono le città che stanno pianificando la mobilità , la logistica, e l'urbanistica all’interno del proprio territorio con un approccio partecipato e un metodo scientificamente attendibile?

Non è facile saperlo, quello che è certo è che l’Unione Europea ha messo a punto strumenti di pianificazione spaziale e multimodale per accompagnare la transizione verso una mobilità più pulita e sostenibile nelle aree metropolitane finanziati dal programma Horizon 2020. Il programma si propone di supportare le autorità metropolitane nella transizione verso un nuovo tipo di mobilità urbana, più sostenibile e adatta alle esigenze dei cittadini.

Un esperimento in tal senso lo sta realizzando la Città metropolitana di Torino insieme ad altre città e regioni europee: Atene, Rotterdam, Trikala, Oxfordshire, Alta Slesia. I partner del progetto si propongono di sviluppare e testare nuovi strumenti di pianificazione dei trasporti, sia delle persone che delle merci, anche attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi come i droni e i veicoli a guida autonoma.

Dal 15 marzo all’8 aprile, chi vive, lavora, studia a Torino e area metropolitana può partecipare a un‘indagine sulla mobilità promossa da Città di Torino e Urban Lab, per capire come si spostano i cittadini e permettere di pianificare al meglio i sistemi di mobilità. L’iniziativa fa parte del progetto europeo “Harmony – Spatial and transport planning tools for a new mobility era” dal programma Horizon 2020. Il suo obiettivo è sviluppare strumenti integrati di pianificazione territoriale e dei trasporti per supportare le aree metropolitane nella transizione verso sistemi di mobilità più sostenibili e carbon neutral. Per partecipare è necessario scaricare sul proprio smartphone la MOBY App gratuita, registrarsi, compilare il questionario introduttivo e far partire il tracciamento degli spostamenti. 

Per la Redazione - Serena Moriondo