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Foto palazzina caccia stupinigi 2019La Palazzina di Caccia di Stupinigi, patrimonio dell’UNESCO, è tra i complessi settecenteschi più straordinari in Europa, con i suoi arredi originali, i dipinti, i capolavori di ebanistica e i suoi giardini. Nei suoi spazi architettonici vengono organizzate mostre bellissime, come in molti altri straordinari luoghi di cultura del nostro Paese.

Qualche settimana or sono si sarebbe dovuta inaugurare la mostra fotografica, per la prima volta in Europa, dedicata a Frida Kahlo con 60 scatti privati di Nickolas Muray. Ma pochi giorni prima dell’apertura, un comunicato avvisava il pubblico che erano spiacenti di informare lo slittamento dell’apertura della mostra di una settimana, dovuto alla mancata spedizione delle opere provenienti da New York a causa della crisi internazionale.

Di pochi giorni fa, la notizia, che il museo Ermitage di San Pietroburgo ha chiesto, al nostro ministero della Cultura, la restituzione entro la fine del mese delle opere prestate per le mostre a Palazzo Reale di Milano e alle Gallerie d'Italia.

Quelli citati, sono solo due dei gravi episodi che stanno colpendo il mondo dell’arte. 

Prima i costi astronomici di spedizione intervenuti durante la pandemia hanno cambiano il mercato di tutti i settori, compreso quello artistico, con i viaggi aerei ridotti del 60% e con prezzi di trasporto delle opere d'arte quadruplicati, tanto che molti musei hanno iniziato a organizzare mostre facendo un maggiore uso delle proprie collezioni. Ora la guerra tra Russia e Ucraina, che ha notevolmente peggiorato la situazione.

La guerra penalizza l’arte non solo sul piano dei costi di gestione. Nel IV pacchetto di sanzioni introdotte contro la Russia a seguito del conflitto ucraino, il Regolamento (UE) 2022/428 del Consiglio del 15 marzo 2022 è intervenuto in modifica del Regolamento (UE) n. 833/2014, introducendo l’articolo 3-nonies che vieta di “vendere, fornire, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, i beni di lusso (…) in Russia, o per un uso in Russia”.

Nell’allegato XVIII, denominato “elenco dei beni di lusso, oltre allo champagne, ai tartufi, ai vini, ai cavalli purosangue da riproduzione, ai sigari e alle pietre preziose, al n. 20) sono indicati espressamente gli “oggetti d’arte, da collezione o di antichità come individuati dalla nomenclatura Intrastat dell’Unione Europea.

Dipinto Achille e Aiace Ma la qualificazione dell’opera d’arte come bene di lusso va a scapito del suo valore storico, culturale, educativo e spirituale. Un passo indietro per l'intera umanità.

Non dimentichiamo che molte delle opere russe che sono state oggetto, nei decenni, di scambi e prestiti culturali, provengono da importanti musei come l’Ermitage di San Pietroburgo, il Museo di Stato della Belle Arti Pouchkine e la Galleria nazionale Trétiakov di Mosca. Immaginate se opere come la Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci, il Cristo morto del Mantegna, la Vocazione di Matteo del Caravaggio, solo per citarne alcune, fossero considerate beni di lusso. Una descrizione decisamente riduttiva oltre che opinabile.

Sergio Romano nel suo libro “L’arte in guerra” (2014) ha scritto, l’arte può essere “amata, concupita, e spregiudicatamente conquistata, ma anche odiata, perseguitata e distrutta” essendo l’arte “anche un attributo del potere”.

Il titolo dell'articolo è tratto dalla Poesia La guerra è dichiarata”, di Vladimir Majakovskij, inclusa nella raccolta intitolata "La guerra e l'universo", 1914

Exechias, Anfora campaniforme a figure nere, 540-530 a.C., Musei Vaticani. La scena si svolge durante la guerra di Troia quando i due eroi, Achille e Aiace, deposte le armi, si accingono a giocare a dadi piegati su un tavolino. L’anfora è stata rinvenuta a Vulci (Lazio)

Per la Redazione - Serena Moriondo