Dal 2008 la Banca d’Italia, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha avviato il progetto "Educazione finanziaria nelle scuole" con l’obiettivo di introdurre rudimenti di economia e finanza nei programmi scolastici di tutti i livelli di istruzione. Più recentemente, ha prodotto una serie di quaderni intitolati “TUTTI PER UNO ECONOMIA PER TUTTI!” rivolti alle bambine e ai bambini della Scuola Primaria, alle ragazze ai ragazzi della Scuola Secondaria di primo e di secondo grado e ai loro docenti. La collana è stata realizzata per colmare quel ritardo di alfabetizzazione finanziaria particolarmente accentuato nel nostro Paese. La crescente complessità delle scelte finanziarie che tutti compiamo quotidianamente nel corso della nostra vita - scrive infatti l’Istituto - richiede oggi conoscenze superiori a quelle mediamente disponibili in larghi strati della popolazione.
Non solo la storia, ma anche il linguaggio, la letteratura, le arti hanno assorbito termini o affrontato temi propri dell’economia e della finanza. I soldi sono diventati protagonisti, nel bene o nel male, di film, serie televisive e canzoni di successo. Studiare l’economia – scrive la Banca d’Italia - non serve solo a comprendere meglio i mutamenti sociali del passato o del presente, ma anche a gestire con efficacia e prudenza la nostra quotidianità. Accrescere la capacità di tutti di capire i concetti base della finanza e di saperli usare per fare scelte più consapevoli è ormai un obiettivo prioritario riconosciuto da governi e istituzioni di tutto il mondo. La formazione e gli investimenti in cultura e conoscenza, soprattutto dei più giovani, costituiscono uno dei fattori chiave per la crescita economica e possono contribuire alla formazione di una “cittadinanza economica consapevole” e al benessere dei cittadini nel nostro Paese.
In effetti essere consapevoli di ciò che succede nella società è un passo importante, aiuta a immaginare e costruire il futuro, magari migliore. Perché allora non realizzare, in collaborazione tra i ministeri competenti e le parti sociali, una collana sui temi del lavoro, della salute e della sicurezza?
Far comprendere e conoscere a ragazze e ragazzi, ad esempio, i dati sul mercato del lavoro pubblicati dalla stessa Banca d’Italia o dall’Istat li aiuterebbe a scoprire che, nel nostro Paese, l'occupazione continua a essere sostenuta soprattutto dai contratti a tempo determinato (tra le donne oltre l’82 % dei posti di lavoro creati nel 2021 erano a termine, il 72 % tra gli uomini) peraltro, di breve durata (dall’inizio del 2021 i contratti con durata tra 1 e 3 giorni sono cresciuti del 63,4%) che determinano bassi salari e che domani, a loro volta, determineranno basse pensioni.
Potrebbero capire la degradazione del lavoro minorile nel mondo, e venire a conoscenza della profonda differenza che esiste tra le imprese che operano in modo legale, socialmente e ambientalmente responsabile e quelle che alimentano l’economia sommersa, l’evasione fiscale e contributiva; come difendersi dal caporalato; cosa sono gli infortuni e perchè ancora avvengono le morti sul lavoro; cosa sono i part-time involontari; cos’è il lavoro povero.
Potrebbero capire l’importanza non solo di un percorso di studi efficace che consenta loro di maturare una professionalità spendibile nel mercato ma anche di rivendicare un contratto di lavoro regolare, un salario dignitoso, la parità salariale tra donne e uomini; la necessità di garantire a tutti protezione e ammortizzatori sociali; la priorità della formazione, delle esperienze e i saperi e come l’apprendimento contrasti l’emarginazione sociale e professionale; comprendere perchè il ruolo e la funzione dei corpi sociali nelle tutele del lavoro è ancora così importante.
Dovremmo dare loro la possibilità di capire cosa significhi realmente l’impatto delle transizioni energetica e tecnologica nel lavoro, sull’ambiente, sulla loro salute. E il fatto che la ripresa economica sia ancora accompagnata da forme di lavoro precario, senza prospettive di lungo periodo, non è accettabile e i ragazzi lo devono sapere.
In sostanza, l’encomiabile iniziativa della Banca d’Italia, sarebbe da estendere ad altri settori che riguardano molto da vicino le nuove generazioni che ben poco sanno cosa succede veramente nel mondo degli adulti. Per questo sarebbe altrettanto utile, al pari dell’alfabetizzazione finanziaria una massiccia alfabetizzazione istituzionale sui diritti.
Il lavoro svolge un ruolo sociale di primo piano nella vita di ognuno di noi, ed è bene che le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi lo comprendano sin dall’inizio del loro percorso formativo e siano pronti a lottare per garantirsi questo fondamentale diritto costituzionale.
Link Quaderni Banca d'Italia:
72442J_LIBRO_RAGAZZI_PRIMARIA.pdf; 72445U_GUIDA_INSEGNANTI_PRIMARIA.pdf; 72443U_LIBRO_RAGAZZI_MEDIE.pdf; 72446N_GUIDA_INSEGNANTI_MEDIE.pdf; 72444U_LIBRO_RAGAZZZI_SUPERIORI.pdf; 72447E_GUIDA_INSEGNANTI_SUPERIORI.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo