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logo KoinéRaffaele Morese, presidente Koiné

Interventi: P. Albini (Confindustria), E. Amiconi (Fondaca), P.P. Bombardieri (UIL), R. Brunetta (Forza Italia), E. Cipolletta (Assonime), V. Colla (Regione Emilia Romagna), S. Cofferati (già Parlamentare Europeo), C. De Vincenti (Merita), G. Legnini (Commissario Aree Terremotate Centro Italia), M. Messori (LUISS), T. Nannicini (PD), L. Sbarra (CISL), T. Scacchetti (CGIL), P.Toja (Parlamento Europeo), G. Vacca (Università Bari). 

conclusioni: P.P. Baretta (Sottoseg. MEF), R. Prodi (già Presid. Com. Europea), G. Benvenuto (Koiné)

Dopo il referendum sul taglio dei parlamentari e le elezioni in 7 Regioni e in molti Comuni, l’attenzione degli italiani è tutta concentrata sulla nuova emergenza sanitaria. Ma nello stesso tempo si avvicina il tempo delle scelte che Governo e Parlamento devono fare sul NEXT GENERATION EU, sul MES e sul SURE che si aggiungono ai Fondi Strutturali (35 MD non ancora spesi). Queste misure ci possono mettere concretamente nelle condizioni di far convivere la gestione della pandemia da Covid 19 e l’avvio di un nuovo sviluppo del Paese. Esso non deve essere caratterizzato dall’assistenzialismo. Ma va finalizzato sia a trasformare in meglio quantità e qualità delle produzioni, dei servizi e del lavoro, sia a ridurre sul serio il divario socio-economico tra Nord e Sud.

L’Europa ha già definito il campo degli interventi di quei tre strumenti e siamo molto d’accordo che non vadano considerati dei salvadanai dai quali si dà poco o tanto a tutti, senza selettività. Il compito degli Stati è appunto quello di definire priorità nei confini prefissati a scala europea. Questi non possono essere sottoposti a revisione periodica, a ritardi operativi ma neanche condizionati a scapito del rispetto dei diritti umani e democratici che sono a fondamento della costruzione dell’Unione europea.

Ci giochiamo il presente e il futuro dell’Italia, mettendo alla prova la sua classe dirigente politica, economica e sociale. Al di là della drammaticità pandemica, che va gestita con sempre maggiore competenza e tenacia, gli italiani ora vogliono che, con la stessa capacità, se non meglio, si guardi con lungimiranza allo sviluppo e non ci si limiti alla mera sopravvivenza dell’esistente e al sovranismo dell’autarchia.

Di conseguenza, individuiamo 4 obiettivi:

  • Rimanere agganciati all’Europa per rifondarla come entità politica sovrana, capace di federare Stati che possono mantenere la propria identità senza metterla continuamente in contrapposizione con la scelta europeista di fondo.
  • Stabilire per legge che le risorse europee relative ai tre strumenti siano destinate per i 2/3 dell’intero ammontare alle attività produttive, alle grandi infrastrutture ecosostenibili e al Mezzogiorno.
  • Favorire la compartecipazione delle aziende italiane alla creazione di campioni tecnologici europei, in grado di competere alla pari con altre potenze industriali nel mondo globalizzato.
  • Assicurare l’equilibrio tra innovazione tecnologica, tutela ambientale, efficienza organizzativa e impatto di genere, alta qualificazione degli occupati e riduzione del divario Nord/Sud.

Inoltre, proponiamo 7 scelte di priorità:

       a - la ricerca di base, per consentire la compartecipazione sempre più estesa a scala europea dei nostri centri di ricerca pubblica, procedendo anche ad una razionalizzazione e unificazione degli enti esistenti, in una unica Agenzia Strategica. Senza ricerca di base, non si fanno neanche ricerche applicate pubbliche e private, per cui diventa sempre più debole il contributo che i ricercatori italiani possono dare al sistema produttivo e urbano e quindi costretti ad andare all’estero.

       b - l’ecosostenibilità, per la messa in produzione dell’energia a idrogeno e per abbattere completamente le emissioni di CO2 con priorità agli impianti produttivi e strutture territoriali energivori (climatizzazione calda e fredda, mobilità sui grandi percorsi e urbana, agricoltura e zootecnia). A questo scopo, va estesa la normativa dello sgravio del costo complessivo dell’investimento del 110% ai progetti pubblici e privati, capaci di produrre effettivi risultati entro i prossimi 10 anni.

       c - la digitalizzazione, con la costituzione della Rete Unica Pubblica, estesa a tutto il territorio nazionale, attraverso la quale realizzare in via prioritaria una unificazione accelerata delle piattaforme digitali della Pubblica Amministrazione centrale e periferica in modo che si accresca la trasparenza (anche per combattere meglio mafie e criminalità), si abbatta l’evasione fiscale in modo significativo e possano dialogare velocemente assicurando ai cittadini un vero sportello unico; ovviamente, va messo in campo un ampio programma di alfabetizzazione dei cittadini e dei lavoratori per familiarizzare con i nuovi linguaggi.

       d - l’innovazione tecnologica, con la modulazione dei finanziamenti tecnologici e organizzativi, già impostati con Industria 4.0, in relazione agli effetti sull’occupazione diretta e indotta dei progetti presentati; qualora questi prevedessero il ricorso ai contratti di solidarietà attivi e passivi, vanno destinati contributi aggiuntivi.

       e- la riqualificazione professionale di eventuali esuberi occupazionali non riassorbibili dalle aziende, assicurando anche agli adulti in età avanzata il ricorso alla formazione professionale e in ogni caso la tutela reddituale a ciascun lavoratore fino a nuovo lavoro acquisito, con una trasformazione del SURE in un programma di medio periodo.

       f - le infrastrutture materiali che rappresentano un investimento insostituibile a tutti i livelli istituzionali, specie per quanto riguarda sia la messa in sicurezza del territorio a partire dalle aree terremotate e dal sistema delle acque, sia l’adeguamento delle strutture scolastiche per assicurare a tutti gli studenti parità di condizioni nell’apprendimento.

       g - la sanità, per la quale la dotazione per l’Italia, già predefinita dalla Commissione Europea con il MES, va utilizzata appieno e redistribuita alle Regioni per investimenti strutturali in tecnologie avanzate, in ambienti adeguati, in risorse umane sempre più qualificate.

Infine, indichiamo 3 modalità di gestione delle risorse:

     1 – l’istituzione di un Alto Commissariato che, per tutta la durata del NEXT GENERATION, del MES e del SURE consenta una gestione trasparente, rapida e coordinata - sulla base delle direttive del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’economia - dei progetti presentati, accolti e validati anche dalla Commissione Europea, al fine di realizzarli nei tempi e nei modi convenuti.

     2 – la costituzione di una Agenzia Nazionale o la ridefinizione della missione dell’ANPAL per la realizzazione della mobilità da posto di lavoro a posto di lavoro degli adulti esuberanti come da punto e.

    3 – tutti i progetti presentati per ottenere i finanziamenti europei devono essere corredati da un parere motivato delle OO.SS. maggiormente rappresentative dei lavoratori interessati.

Koiné ritiene che la concretizzazione di questi 14 punti possono contribuire a caratterizzare la qualità dello sviluppo futuro del nostro Paese, a far uscire dal tatticismo la discussione pubblica, a mantenerci in sintonia con quanto si sta ipotizzando da parte degli altri Paesi europei.

Per conoscere l'associazione:  http://www.e-koine.com/index.php/chi-cosa-e-perche 

Per la Redazione - Serena Moriondo