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Foto Frecciarossa AAA 4010 1068x668La missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” del  PNRR, prevede 26 miliardi di euro per il trasporto ferroviario, con interventi da realizzare entro il 2026. Complessivamente sono in cantiere o finanziati 797 chilometri di nuove linee ad alta velocità, interventi di potenziamento di collegamenti trasversali, senza dimenticare l’elettrificazione della rete e l’installazione di sistemi di controllo della sicurezza su 1.635 km di rete, che porterà la percentuale di elettrificazione in Italia dal 69,5 al 77,8%. Per lo “Sviluppo di sistemi di trasporto rapido di massa” nelle aree urbane, tra PNRR e risorse statali, sono in cantiere o finanziati 116,5 chilometri di metro tra nuove e riconversioni (a Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Catania), 235,7 di tranvie (a Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari e Sassari), 102,9 di filobus e busvie (tra quelle finanziate al 100%). Inoltre, sono previste risorse per le linee regionali, per il rinnovo dei treni Intercity e per l’acquisto di treni ad idrogeno.

Il lavoro che verrà svolto in buona parte di questi cantieri è regolamentato da un importante Protocollo sottoscritto il 27 maggio tra gli otto Commissari nominati dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) per la realizzazione delle opere e le Organizzazioni sindacali Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Fenea-lUil.

"Il protocollo - scrivono i sindacati nel loro comunicato -  si pone l’obiettivo comune di realizzare nei tempi previsti le opere necessarie per il Paese, partendo dalla qualità del lavoro, dalla valorizzazione della contrattazione collettiva edile, dal rispetto del principio delle 8 ore massime con almeno quattro squadre per le lavorazioni a ciclo a continuo, dalla vigilanza sulla parità di trattamento economico e normativo e stesso CCNL nei subappalti, dal coinvolgimento degli enti bilaterali di settore su tematiche formazione e sicurezza e da un sistema di controlli preventivi e di clausole sociali”.

FOTO OPERA FERROVIEIl Protocollo è uno strumento particolarmente utile per la gestione di infrastrutture indispensabili e di garanzia per i lavoratori, non certo il primo tra quelli sottoscritti in occasione del rilancio del settore delle costruzioni in relazione all’impiego delle consistenti risorse del PNRR, ma sicuramente uno dei più significativi.

Ed è un bene perché, secondo il Rapporto Pendolaria 2022 di Legambiente  (febbraio 2022) che ha tratteggiato un quadro del trasporto ferroviario ai tempi del Covid-19, le opportunità del PNRR e la road map degli interventi da realizzare entro il 2030 – le criticità in questo settore sono ancora molte. In particolare la diminuzione dei passeggeri dell’alta velocità e Intercity (fino a -40%) e dei regionali (-45%), la persistenza dei disagi per i pendolari e gli studenti per città impreparate a garantire i distanziamenti, autobus e treni troppo affollati e poche ciclabili realizzate, e il mantenimento di un gap che riguarda prevalentemente le regioni del Sud.

Dal 2009 gli spostamenti nazionali in treno sono aumentati complessivamente di 46 mila passeggeri al giorno, ma con grandi differenze. Quelli sull’alta velocità sono cresciuti del 114%, mentre quelli sugli Intercity sono diminuiti del 47%, perché, se l’offerta dei primi è cresciuta, quella dei secondi si è ridotta. Per cui i territori fuori dalle tratte veloci hanno visto ridurre le possibilità di spostamento.. È in particolare il Sud a soffrire i ritardi maggiori in termini di possibilità di spostamento nazionali e regionali, con meno treni, più lenti e vecchi. In Sardegna le linee continuano a non essere elettrificate e non sono previsti investimenti, se non sull’idrogeno.

Molto interessante anche il più recente Dossier 2022 "Futuro sospeso" (19 maggio 2022) prodotto da Legambiente, Utp AssoUtenti, Federazione italiana ferrovie turistiche e museali (Fiftm), Kyoto Club e Fondazione Cesare Pozzo,  che esamina la condizione di 1200 chilometri di linee ferroviarie da riaprire al trasporto locale, e trasmette alcuni dati particolarmente interessanti. Diviso per regioni, prende in considerazione, nello specifico, 38 linee che potrebbero essere riaperte. Rispetto alla classifica delle regioni con più linee soppresse, la situazione rispetto al 2021 è rimasta più o meno invariata. Il Piemonte guida sempre il gruppo, con 13 linee sospese, sulle quali è stata però avviata recentemente una verifica della Commissione trasporti del Consiglio regionale sui costi e benefici della riapertura. A livello nazionale, la situazione sembra invece mutata rispetto al 2021: fondamentale l’intesa Stato-Regioni per 26 linee ferroviarie turistiche e, come è stato evidenziato, la destinazione di investimenti del Piano di ripresa e resilienza sulle tratte turistiche e locali. Anche Ferrovie dello Stato si sta muovendo per ripristinare le linee in disuso. 

Particolarmente istruttivo anche l’ultimo Rapporto annuale dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradale (Ansfisa) all’interno del quale si possono sfogliare varie tabelle che riportano l’elenco delle imprese ferroviarie con la tipologia di servizio autorizzato (passeggeri (P), merci (M), merci pericolose (MP)) e l’elenco dei certificati di sicurezza emessi nel corso del 2021.Il piano delle attività del 2022 ha l’obiettivo di consolidare la presenza dell’Agenzia nei settori di competenza, tra i quali dal 1° gennaio rientra anche quello degli impianti fissi, ovvero metropolitane delle principali città italiane, funivie, tram, ascensori e scale mobili.

Per quanto riguarda invece, la conoscenza degli obiettivi strategici della politica delle infrastrutture e della mobilità del Paese si consiglia la consultazione del “Documento strategico della mobilità ferroviaria di passeggeri e merci” elaborato dal MIMS.

Per la Redazione - Serena Moriondo