Gustavo Petro e Francia Marquez del Pacto Historico hanno festeggiato davanti ai loro sostenitori dopo aver vinto il ballottaggio presidenziale a Bogotà, in Colombia, battendo nientemeno che il miliardario Rodolfo Hernàndez. A Francia Màrquez, sarà assegnata la vicepresidenza.
E' una svolta storica per un Paese segnato dalla violenza politica, l'illegalità diffusa, il narcotraffico. Nel 2021 in Colombia almeno 145 difensori dei diritti umani sono stati assassinati (nel 2020 erano stati 182). Secondo il Difensore del popolo - l'ente pubblico che vigila sul rispetto dei diritti umani nel Paese - tra le vittime del 2021 vi sono di 32 rappresentanti indigeni, 16 leader contadini e sette sindacalisti.
Dalla firma dell'accordo di pace con i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) nel 2016, gli omicidi contro i leader sociali sono stati ricorrenti. Le Organizzazioni sociali accusano dissidenti delle Farc, combattenti dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln) - l'ultima guerriglia attiva in Colombia - trafficanti di droga e gruppi paramilitari di essere dietro le uccisioni. Particolarmente colpiti sono tre dipartimenti: Antioquia, Cauca e Valle del Cauca, corridoi del narcotraffico.
Questa svolta è stata possibile anche grazie allo sciopero nazionale straordinario avvenuto nel 2021, la più importante protesta sociale della storia colombiana per estensione geografica e diversità dei settori sociali che vi hanno partecipato. Frutto anch'esso di un crescendo di rimostranze durate oltre dieci anni a causa della repressione del regime di Iván Duque e, dal 2020, a causa della pandemia che ha mostrato con più crudezza la dimensione della disuguaglianza e dell’ingiustizia esistenti nel Paese. Tra queste proteste, spiccano la mobilitazione degli studenti (La Mane nel 2011, 2017 e 2018), dei contadini (Sciopero agrario del 2013), degli indigeni (scioperi regionali nel sud del paese) e un primo tentativo di sciopero generale (novembre 2019), rinviato a causa dello scoppio della pandemia.
Dunque, una sfida ardua per il candidato di sinistra Gustavo Pedro e per le forze democratiche di un Paese che ha sempre avuto governi conservatori che non hanno mai messo in discussione l'alleanza con gli Stati Uniti. Per poter governare il neo Presidente ha avanzato la proposta di un patto di unità nazionale con forze esterne alla sua coalizione, una necessità perché la sinistra resta comunque in forte minoranza nel Parlamento.
Un'altra coalizione progressista è uscita vincitrice dalle urne, consolidando la tendenza generale in direzione di un cambiamento in tutto il continente, dalla Bolivia al Cile, passando per il Perù e l’Honduras.
Ordunque, non dovrebbe essere poi così difficile realizzare in Italia, in vista delle prossime elezioni, un progetto progressista, o no?
Un suggerimento: in caso di mancanza di idee progressiste per il programma elettorale, si consiglia di trovare ispirazione nei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU dove si parla di contrasto alla povertà, lavoro dignitoso, tutela della salute, istruzione di qualità, lotta al cambiamento climaticio, riduzione delle disuguaglianze e affermazione della parità di genere, consumo e produzioni responsabili, pace, giustizia e molto altro ancora.
Per la Redazione - Serena Moriondo