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Foto manifestaznti pro aborto in americaLa Corte Suprema degli Stati Uniti ha cancellato il diritto all'aborto a livello federale con una sentenza che ribalta la storica decisione che dal 1973 garantiva l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza su tutto il territorio nazionale, conosciuta come sentenza “Roe v. Wade”. Da ora ogni singolo stato americano potrà decidere di adottare la legislazione che preferisce, senza vincoli a livello federale.

La sentenza, nello specifico, riguardava la richiesta dello stato del Mississipi di riconoscere la propria legge sull’aborto, che vieta l’aborto dopo 15 settimane di gestazione. 
Seppure in molti, negli Stati Uniti, pensino che il tema dell’interruzione di gravidanza sia così delicato e divisivo che dovrebbe essere disciplinato a livello statale e non federale, il Partito Repubblicano che, da tempo, stava portando avanti una campagna a livello nazionale per cancellare la “Roe v. Wade”, ha ottenuto una grande vittoria contro le donne e la loro salute. I rappresentanti della politica conservatrice americana hanno perseguito lo scopo con determinazione nominando alla Corte Suprema, nel corso degli scorsi anni, giudici notoriamente anti-abortisti. Sui 9 giudici della Corte, tutti e 6 quelli nominati dai Repubblicani – fra cui tre indicati dall’ex presidente Donald Trump – hanno votato per sopprimere il diritto di scelta delle donne se avere una gravidanza o abortire. I tre giudici nominati dai Democratici hanno invece votato contro.
 
Ora, per quasi 40 milioni di donne statunitensi l’accesso all’aborto sarà difficilissimo, esponendo le persone più fragili a trasferte rischiose. Fintantoché era valida la Roe vs Wade, infatti, i singoli Stati erano tenuti a garantire il diritto all’interruzione di gravidanza, pur potendolo limitare con vari espedienti. Solo il Congresso potrà ora ristabilire l'IVG. 
 
La Corte Roe ha fondato il diritto all'aborto sulla garanzia del 14° Emendamento, secondo cui gli Stati non possono privare gli individui della vita e della libertà senza un regolare processo. Schierandosi con lo stato del Mississippi, la maggioranza conservatrice della Corte ha affermato che la decisione Roe era gravemente errata nel riconoscere un diritto costituzionale all'aborto.
La sentenza di oggi potrebbe, dunque, non essere l’ultima a ribaltare storiche decisioni a favore delle donne e dei diritti civili. Nelle motivazioni della sentenza scritte dal giudice conservatore Clarence Thomas, si legge che in futuro la Corte dovrebbe «riconsiderare» l’iter giudiziario di alcune importanti sentenze che regolano la contraccezione, le relazioni fra persone dello stesso sesso e il matrimonio gay.
 
Non mancheranno, quindi,  ripercussioni di questo grave ritorno al passato anche nel nostro Paese. 
 
 
Per la Redazione - Serena Moriondo