Difficile dirlo, per ora una valanga di miliardi è stata assegnata tramite la sottoscrizione dei Contratti istituzionali di sviluppo (CIS) alle Regioni e alle Province Autonome da parte del Ministero della Salute, ma ogni Governatore ha in mente un proprio modello di sanità e parrebbe che ciò non preoccupi il ministro della Salute.
La Missione 6 Salute del PNRR, mira a "potenziare e riorientare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per migliorarne l’efficacia nel rispondere ai bisogni di cura delle persone, anche alla luce delle criticità emerse nel corso dell’emergenza pandemica", ed è articolata in due Componenti:
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Componente 1: Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza territoriale con il compito di rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie all’attivazione e al potenziamento di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), rafforzando l'assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari.
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Componente 2: Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale comprende misure volte al rinnovamento e all'ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, al potenziamento e alla diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) ed una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) da realizzare anche attraverso il potenziamento dei flussi informativi sanitari. Inoltre, rilevanti risorse sono destinate anche alla ricerca scientifica e a rafforzare le competenze e il capitale umano del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Per ogni CSI sono previsti cinque allegati che contengono: 1 - Descrizione PNRR, overview Missione 6 Salute e dettaglio Investimenti; 2 - Tabelle localizzazioni interventi; 3 - Tabelle "Non arrecare danno significativo"; 4 - Tabelle Schede di monitoraggio; 5 - Action Plan M6C2 2.2 b – Indicazioni nazionali sulla strutturazione del programma del corso di formazione sulle infezioni correlate all’assistenza in ambito ospedaliero. Qui si possono trovare i CSI sottoscritti in ogni Regione o Provincia autonoma.
Come ognuno può osservare, gli interventi sono molteplici ma, al di là delle grandi quantità di denaro per lo più finalizzato alle infrastrutture (e non al personale tant'è che viene il dubbio che saranno affidate ai privati per garantirne il funzionamento), vi sono vari elementi, sui quali abbiamo già scritto sul sito dell'Associazione, che ci preoccupano.
Ve ne riproponiamo un paio che sono strettamente legati al modello di salute che ogni Regione deciderà di avere e che sono stati ripresi recentemente in un articolo di Ivan Cavicchi, docente di Sociologia delle organizzazioni sanitarie e Filosofia della medicina all’Università Tor Vergata di Roma.
1. Esenzione IVA giustificata come semplificazione: attualmente l’esenzione IVA per le prestazioni sanitarie è solo per quelle rese dai professionisti sanitari e dalle strutture pubbliche e convenzionate. Con il decreto n.73 l’esenzione si estende anche alle strutture private è l’IVA viene ridotta dal 22% al 10 %. Uno sconto ingiustificato (le assicurazioni private ricevono già dalla Stato incentivi fiscali che sono stati calcolati nell’ordine di 6 mld) e minori entrate per finanziare il Servizio sanitario pubblico. Il costo di questa operazione, come precisa lo stesso decreto, è valutato “in 12,3 milioni di euro per l'anno 2022 e 21 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2023”. Risorse che andranno di fatto a ridurre il Fondo per interventi strutturali di politica economica. Questa non è semplificazione ma un evidente modo di favorire la privatizzazione del SSN.
2. Verso una legge quadro sul regionalismo differenziato: la ministra degli Affari regionali, Gelmini, presenterà a breve in Parlamento una Legge quadro sul regionalismo differenziato nonostante quel modello abbia mostrato molte lacune e sia stato messo in crisi proprio dalla pandemia, peraltro ancora in corso. Le criticità insite in questo disegno sono note da tempo e quindi ci saremmo aspettati più attenzione da chi dovrebbe assicurare universalità e unità delle cure in tutto il Paese e, invece, il ministro Speranza anziché chiarire la sua posizione e fare una battaglia politica nel Governo ha delegato i propri parlamentari a presentare una interrogazione rivolta alla Gelmini (primo firmatario Federico Conte). I casi sono due o al ministro Speranza manca il coraggio delle proprie idee (e allora dovrebbe dimetersi) o le sue idee non sono quelle che professa nelle occasioni pubbliche e, ciò, è ancora più preoccupante..
Insomma, come abbiamo già evidenziato in altre occasioni a suon di provvedimenti si stanno cambiando le regole del SSN, spingendosi a non garantirgli più un futuro pubblico e universale, senza un dibattito, un confronto, in sostanza senza seguire le regole deomocratiche.
Presto arriverà l'autunno e con la nuova stagione i nuovi vaccini adattati alla variante Omicron. Ma per la nuova campagna vaccinale ancora non è noto come verrà coinvolta la medicina del territorio (MMG) nonostante il fatto che nell'ultima settimana i nuovi casi sono aumentati del 55%! Inoltre manca una vera campagna di sensibilizzazione culturale sul tema vaccini verso la cittadinanza per evitare quel che è successo nelle varie fasi dei contagi precedenti.
Link: Tabella Interventi previsti suddivisi per Regioni e Province autonome
Link: Mantoan_23_giugno_2022.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo