Per raggiungere lo sviluppo sostenibile è fondamentale garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.
Sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna. Sono stati compiuti significativi progressi nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari molti altri sforzi per sradicare completamente un’ampia varietà di malattie e affrontare numerose e diverse questioni relative alla salute, siano esse recenti o persistenti nel tempo.
A dimostrazione che la tutela della salute - che sia ricerca, prevenzione, riabilitazione o cura - si basa sopra ogni cosa sul lavoro delle operatrici e degli operatori - dalle figure tecniche a quelle maggiormente professionalizzate - basta leggere lo studio pubblicato dalla Rivista The Lancet “Misurare la disponibilità di risorse umane per la salute e il suo rapporto con la copertura sanitaria universale per 204 paesi e territori dal 1990 al 2019: un'analisi sistematica per il Global Burden of Disease Study 2019”, elaborato da un gruppo di lavoro internazionale “GBD 2019 Risorse umane per i collaboratori sanitari “.
Qualche dato:
- nello studio si è stimato che, nel 2019, il mondo avesse 104,0 milioni (intervallo di incertezza del 95% 83,5–128,0) operatori sanitari (inclusi 12,8 milioni (9,7–16,6) medici, 29,8 milioni (23·3–37·7) infermieri e ostetriche, 4·6 milioni (3·6–6·0) personale odontoiatrico e 5·2 milioni (4·0–6·7) personale farmaceutico). È stata calcolata una densità globale di medici di 16·7 (12·6–21·6) per 10.000 abitanti e una densità di infermieri e ostetriche di 38·6 (30·1–48·8) per 10.000 abitanti.
- Per raggiungere 80 su 100 nell'indice di copertura effettiva UHC, lo studio ha stimato che, per 10.000 abitanti, almeno 20,7 medici, 70,6 infermieri e ostetriche, 8,2 personale odontoiatrico e 9,4 personale farmaceutico sarebbero necessari, ovvero 3,4 infermieri e ostetriche per 1 medico.
Da quanto sopra ne deriva che è necessaria una notevole espansione della forza lavoro sanitaria mondiale per raggiungere livelli elevati di copertura efficace dell'UHC.
Non bastano dunque, anche in Italia, i programmi di formazione, pur necessari e previsti nel PNRR, non bastano investimenti innovativi, tutti tendenzialmente “labour saving”, servono risorse nuove, qualificate, motivate sul piano dello sviluppo professionale e di carriera e, in taluni casi, nuovi modelli di gestione dei servizi. Non dimentichiamo che pensionamenti, licenziamenti (il fenomeno dell'abbandono del posto di lavoro pubblico da parte di molti medici è noto, l'ANNAO stima che tra pensionamenti e licenziamenti si arriverebbe a una perdita complessiva di 40.000 medici specialisti entro il 2024), nuove attività che richiedono una implementazione delle dotazioni organiche (pensiamo al potenziamento delle terapie intensive e sub-intensive piuttosto che la realizzazione degli ospedali di Comunità con circa 11mila posti letto entro il 2026) richiedono un piano di assunzioni ben superiore dell'attuale. e soprattutto con contratti di lavoro stabili. L'unico modo per garantire il Goal 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.
Assistiamo ad una concausa che limita la possibilità di sviluppare il personale per il SSN e per la sanità italiana nel numero e nelle qualifiche necessarie. L'ISTAT nel Report presentato alla X° Conferenza Nazionale di Statistica titolato “La difficile condizione dei giovani in Italia: formazione del capitale umano e transizione alla vita adulta” fa un'analisi circostanziata del mercato del lavoro e dei processi formativi in Italia in rapporto agli altri Paesi UE. Il sistema di formazione del capitale umano determina forti differenziali negli indicatori di risultato (conseguimento titoli, qualità delle competenze…). Assistiamo ad un mercato del lavoro che vede disoccupati quasi il 30% dei giovani, 1 su 5 nella condizione di Neet (non lavora e non studia), e che li impiega in larga parte con contratti atipici e in condizione di sottooccupazione e sottosalario.
Quindi, come sostiene la Confederazione internazionale dei sindacati (ITUC) per raggiungere anche gli impegni assunti con il Goal 3 è necessario promuovere "Jobs, jobs and jobs".
Traguardi:
3.1 Entro il 2030, ridurre il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 per ogni 100.000 bambini nati vivi
3.2 Entro il 2030, porre fine alle morti prevenibili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età. Tutti i paesi dovranno cercare di ridurre la mortalità neonatale ad almeno 12 per ogni 1.000 bambini nati vivi e la mortalità dei bambini sotto i 5 anni di età ad almeno 25 per 1.000 bambini nati vivi
3.3 Entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate; combattere l’epatite, le malattie di origine idrica e le altre malattie trasmissibili
3.4 Entro il 2030, ridurre di un terzo la mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e il trattamento e promuovere benessere e salute mentale
3.5 Rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol
3.6 Entro il 2020, dimezzare il numero globale di morti e feriti a seguito di incidenti stradali
3.7 Entro il 2030, garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali
3.8 Conseguire una copertura sanitaria universale, compresa la protezione da rischi finanziari, l’accesso ai servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l’accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti
3.9 Entro il 2030, ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da contaminazione e inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo
3.a Rafforzare l’attuazione del Quadro Normativo della Convenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul Controllo del Tabacco in modo appropriato in tutti i paesi
3.b Sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili che colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo; fornire l’accesso a farmaci e vaccini essenziali ed economici, in conformità alla Dichiarazione di Doha sull’Accordo TRIPS e la Sanità Pubblica, che afferma il diritto dei paesi in via di sviluppo ad utilizzare appieno le disposizioni dell’Accordo sugli Aspetti Commerciali dei Diritti di Proprietà Intellettuali contenenti le cosiddette “flessibilità” per proteggere la sanità pubblica e, in particolare, fornire l’accesso a farmaci per tutti
3.c Aumentare considerevolmente i fondi destinati alla sanità e alla selezione, formazione, sviluppo e mantenimento del personale sanitario nei paesi in via di sviluppo, specialmente nei meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo
3.d Rafforzare la capacità di tutti i Paesi, sopratutto dei Paesi in via di sviluppo, di segnalare in anticipo, ridurre e gestire i rischi legati alla salute, sia a livello nazionale che globale
Per la Redazione - Serena Moriondo