Durante l’evento “L’occasione del PNRR per la rigenerazione urbana nei comuni metropolitani”, organizzato dalla Città Metropolitana e dall'Ordine degli Architetti di Milano, i rappresentanti istituzionali hanno voluto studiare i quattro anni trascorsi con il modello del Piano strategico metropolitano approvato nel 2019 per avere una visione sul futuro coerente e come punto di partenza per utilizzare il pacchetto europeo di investimenti e le riforme articolate nelle sei missioni del PNRR.
Un processo - come ricordano gli organizzatori - iniziato ben prima di quattro anni fa, visto che nel 2016 è stato avviata una strategia sulla rigenerazione territoriale attraverso la partecipazione al Bando periferie che, attraverso i finanziamenti, ha permesso di riqualificare spazi, fabbricati e complessi edilizi non utilizzati o degradati e promuovendo i concetti di inclusione abitativa, inclusione sociale e mobilità sostenibile.
La sinergia tra la Città Metropolitana di Milano e l'Ordine degli Architetti è un'esperienza iniziata nel 2020. Rigenerare gli spazi, come dimostra questo percorso, significa raccogliere le sinergie di tutti gli attori coinvolti, creando spazi di sostenibilità con comunità realmente resilienti. E' stato il Bando periferie l'occasione per sperimentare un metodo di lavoro comune con i Comuni e altre realtà associative presenti sul territorio (che ha permesso di concretizzare sei programmi con oltre 50 interventi, più di 50 milioni di euro di investimenti e la partnership di 31 Comuni e numerosi altri soggetti istituzionali).
Questo primo esempio di cooperazione, spiegano gli organizzatori, è stato possibile anche grazie all'amministrazione metropolitana che ha mostrato la propria capacità di approvare il progetto di candidatura in meno di tre mesi dalla pubblicazione del Bando. Ne è un esempio il "Progetto della Casa delle Stagioni a Pogliano Milanese," realizzato per il programma Ri.ca (Rigenerare comunità e abitare) e finanziato dal Bando periferie, che ha vinto il primo premio RI.U.SO. (Rigenerazione urbana sostenibile) come miglior progetto di recupero architettonico, sociale e funzionale su tutto il territorio nazionale. Un insieme di residenze per la terza età e un centro didattico sperimentale per l’infanzia, un luogo di apertura trasversale fra tutte le età, culture e storie di vita.
Un ulteriore passaggio per lo snellimento delle procedure e la velocizzazione dei processi decisionali è stata l’approvazione del Piano strategico 2019-2021. Il Regolamento edilizio metropolitano, ad esempio, propone una semplificazione amministrativa finalizzata all’innalzamento della qualità dell’ambiente costruito e dello spazio pubblico, mentre “Remix e valori per la rigenerazione territoriale” è un progetto che promuove una piattaforma di incontro tra progetti di rigenerazione e opportunità di sviluppo: un incubatore metropolitano a servizio della rigenerazione territoriale, attraverso una serie di servizi e risorse di supporto ai Comuni. Tra quelli introdotti dal Piano territoriale metropolitano, uno strumento molto importante è anche la perequazione territoriale, che rappresenta un principio di pianificazione finalizzato alla costruzione di equità ed efficacia nelle politiche territoriali di vasta area. Uno strumento che si realizza grazie alla costituzione di un fondo di compensazione finanziato dagli enti locali e permette un piano strategico di trasformazione territoriale.
Il Piano strategico 2019-2021 ha aperto alle relazioni interistituzionali e soprattutto al partenariato pubblico-privato. Ricordiamo che il partenariato pubblico-privato (PPP) è una forma di cooperazione tra soggetti pubblici e privati, con l'obiettivo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi di interesse pubblico e il Codice dei contratti (D.lgs 50/2016) tratta l’argomento del partenariato nel Titolo I della Parte IV. Non approfondiremo il tema in questo articolo ma è bene sottolineare che, seppur venga considerato uno strumento che , se correttamente impostato, potrebbe rappresentare una risorsa fondamentale per lo sviluppo del sistema infrastrutturale del Paese, la presenza di un rischio amministrativo ancora elevato per gli enti pubblici, la complessità di talune procedure che portano a distorsioni della concorrenza, le difficoltà di allocare i rischi secondo criteri di efficienza economica che non danneggino il pubblico, e la numerosa presenza di imprese in mano alla criminalità organizzata, in Italia costituiscono forti elementi di freno al suo utilizzo.
L’esperienza di questi anni, nell'area metropolitana di Milano, ha insegnato - secondo gli organizzatori - che gli interventi devono essere mirati verso le aree dove le condizioni di disagio sociale e di vulnerabilità sono più diffuse.
“Come In”, ad esempio, è il piano urbano integrato che vuole incrementare le politiche di inclusione sui territori metropolitani milanesi attraverso interventi di rigenerazione urbana che concorrano attivamente alla promozione della coesione sociale, ponendo l’attenzione sulle fasce della popolazione in condizioni di marginalità. Questo piano individua una serie di interventi sulle aree periferiche con lo scopo di ricucire il tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit di infrastrutturazione e di accessibilità ai servizi. Il tutto sempre secondo il principio Do no significant harm (Dnsh), che prevede che gli interventi del PNRR non arrechino nessun danno significativo all’ambiente. Questo aspetto è fondamentale per accedere al finanziamento e il mancato rispetto dei vincoli progettuali, porta alla sua revoca.
Per la Redazione - Serena Moriondo