Nella giornata odierna la CGIL di Roma e Lazio e Legambiente Lazio hanno presentato “Roma Capitale Circolare – le proposte per la chiusura del Ciclo dei Rifiuti di Roma”.
Il documento è frutto di un lavoro comune per raccontare le grandi possibilità dell’economia circolare e fermare il progetto di realizzazione dell’inceneritore di Roma offrendo, in alternativa, proposte concrete .
Ad ottobre, infatti, si concluderà il percorso che CGIL di Roma e Lazio e Legambiente Lazio stanno sviluppando insieme ad esperti del mondo ambientalista e industriale, associazioni di settore,al termine del quale verrà presentato un piano dettagliato per l'implementazione dell'economia circolare nella capitale e per una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti.
Gli organizzatori dell'iniziativa hanno prodotto una fotografia di quanto accaduto nei primi 9 mesi di vita della giunta Gualtieri e tratteggiato uno scenario sia in chiave impiantistica, che di governance del ciclo e di generazione di nuova occupazione. Sulla base di una elaborazione basata su dati e nuove conoscenze tecnologiche, CGIL e Legambiente stanno mettendo in campo un percorso per la gestione dei rifiuti, saldamente centrato nella circular economy e nel solco della transizione ecologica, dove non ha spazio alcun nuovo inceneritore.
Da domani e per le prossime settimane e mesi - sostengono gli organizzatori - proseguiranno ascolto e confronto con i cittadini, con esperti del mondo ambientalista e industriale, con i territori e gli stakeholders, perché possano nascere altre idee che integrino e migliorino la loro elaborazione. Per tale ragione chiedono al mondo associativo, a quello universitario e della ricerca, a quello dell’impresa, di attivarsi per realizzare "un grande concorso di idee che metta a disposizione di Roma quanto di meglio si possa immaginare”.
Dallo studio della situazione attuale emerge che il dato della raccolta differenziata di Roma, se depurato da scarti eccessivi (oltre 5%), nella previsione più ottimistica è pari al 39% (dichiarato 45%) nel 2021. Per raggiungere il 50% di differenziata entro la fine della consiliatura occorre realizzare un piano di investimenti di 200 milioni di euro.
Ad oggi non è in campo nessun nuovo progetto per implementare la raccolta differenziata e ciò può determinare il rischio concreto che la raccolta differenziata reale nel 2022 non superi il 40%.
Le proposte presentate da CGIL Roma e Lazio e Legambiente Lazio, partono da una riduzione del 12% di produzione totale rifiuti, un piano per la Raccolta Differenziata al 72% entro il 2035 per rispettare gli obiettivi dell’Unione Europea e sei nuovi capitoli di differenziata da intercettare nei circuiti dei RAEE, dei PaP, del Tessile, del recupero delle terre di spazzamento, di una nuova filiera per le plastiche miste e del recupero di scarti da edilizia comunemente abbandonati nell’indifferenziata. Grazie a queste nuove frazioni, insieme alla riduzione e all’aumento della RD si potrà arrivare, secondo lo studio, a contenere i rifiuti indifferenziati residui in appena 228.589 t/anno, da gestire con gli impianti in esercizio e con le nuove e future tecnologie di gestione finale che ne permetteranno il futuro ridimensionamento.
Sono state delineate anche azioni di medio periodo, a partire dalla costituzione di una grande Multiutility dell’Economia Circolare Regionale, "tutti elementi straordinariamente positivi anche per la creazione di lavoro, basti pensare - scrivono CGIL e Legambiente - che la nuova occupazione attivabile è pari a 386 posti di lavoro ogni 10.000 t di rifiuti sottratti all’incenerimento".
Visualizza il servizio sul TGR qui
Per la Redazione - Serena Moriondo