Il 12 agosto Climate Media Center Italia ha scritto una lettera aperta ai media italiani nella quale spiega quanto sia importante che i giornalisti parlino di crisi climatica e delle sue soluzioni, a maggior ragione in campagna elettorale. La lettera è stata firmata da scienziati ed esperti di clima e ambiente, molti di loro hanno contribuito come autori alla stesura dell'ultimo importante rapporto IPCC. L’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), lo ricordiamo, è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Istitutito nel 1998 e riconosciuto dalle Nazioni Unite ha lo scopo di fornire al mondo una visione chiara e scientificamente fondata dello stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro potenziali impatti ambientali e socio-economici. Nel terzo volume del suo ultimo rapporto, l'IPCC ha ribadito la necessità di una immediata e consistente riduzione delle emissioni dei gas serra già in questo decennio e ha illustrato chiaramente, con una onesta esplicitazione delle incertezze, le opzioni più efficaci per centrare questi obiettivi, con riferimento ai settori dell’energia, dei trasporti, dell’edilizia, dell’industria e nella gestione delle foreste e dei suoli.
Il prossimo 25 settembre gli italiani voteranno per eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. È importante, soprattutto in questo momento - scrivono nella lettera aperta gli esperti di Climate Media Center Italia - che i cittadini partecipino al voto con la consapevolezza che il cambiamento climatico è una crisi che riguarda tutti i settori della società e che ha bisogno di essere affrontata dalla prossima legislatura con politiche proporzionate alla gravità del problema.
I punti, in sintesi, sono i seguenti:
- È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire nel modo più chiaro ed efficace possibile di ogni seria minaccia che riguarda le persone e il nostro paese.
- Ondate di calore, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei recenti gravi segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori. Tuttavia, le notizie diffuse dai media italiani mancano spesso di informare il pubblico sulle cause di questi eventi e le relative soluzioni.
- Le soluzioni esistono già e necessitano di essere messe in campo con urgenza. Per agire servono volontà politica e dialogo, a tutti i livelli della società.
I firmatari, nel concludere la lettera, scrivono: "Per queste ragioni, invitiamo tutti i media italiani a garantire una copertura dei temi legati alla crisi climatica e alla transizione ecologica avvalendosi di notizie scientifiche verificate, fonti qualificate ed evidenze solide. L’abitudine di presentare le questioni attinenti al clima dando spazio a voci “negazioniste” scientificamente errate è dannosa per il dibattito pubblico e offusca l’esistenza di un consenso scientifico sulle cause antropiche dell’attuale cambiamento climatico." Lo stesso gruppo ha prodotto cinque consigli pratici su come comunicare il rischio climatico, rivolto a giornalisti e non solo.
La sollecitazione pervenuta dagli esperti è, credeteci, più che opportuna.
Se ci soffermiamo, infatti, un momento sui risultati dello studio commissionato da Greenpeace Italia e interamente condotto dall’Osservatorio di Pavia (istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione) vedremo che, per i primi quattro mesi del 2022, sui principali quotidiani, telegiornali e programmi di approfondimento televisivi, la crisi climatica è trattata marginalmente e, quando lo è, non si fa quasi mai riferimento esplicito alle cause: l'uso dei combustibili fossili.
Il confronto fra i 5 quotidiani analizzati evidenzia come Il Sole 24 ore è il giornale con il maggior coverage complessivo, mediamente pari a 3,58 articoli quotidiani. Nel 50% dei casi, però, la rilevanza della crisi climatica negli articoli de Il Sole 24 ore è implicita, senza cioè spiegarne le cause e le possibili soluzioni.
Al netto degli articoli in cui la crisi climatica è implicita, è Avvenire il quotidiano che attesta il maggior numero di articoli, con una media giornaliera di 1,83, superiore a quella del Il Sole 24 ore (1,79). Avvenire è anche il quotidiano che, in proporzione, ha il maggior numero di articoli con crisi climatica centrale (36,2%). Il Corriere della sera registra un numero di articoli quotidiani in linea con il dato medio generale, sia come coperrtura complessiva, sia negli articoli con riferimento esplicito alla crisi climatica, mentre la Repubblica e La Stampa sono i due giornali che attestano la minore attenzione alla crisi climatica, sia nel coverage complessivo, sia in quello al netto degli articoli con crisi climatica implicita.
Link: La lettera di Climate Media Center Italia
Link: Lo studio di Greenpeace e Osservatorio di Pavia
Per la Redazione - Serena Moriondo