"Una volta, in una Caritas, a un uomo che non aveva lavoro e andava per cercare qualcosa per la famiglia, un dipendente della Caritas [ha dato qualcosa da mangiare] e ha detto: “Almeno lei può portare il pane a casa” – “Ma a me non basta questo, non è sufficiente”, è stata la risposta: “Io voglio guadagnare il pane per portarlo a casa”. Gli mancava la dignità, la dignità di “fare” il pane lui, con il suo lavoro, e portarlo a casa. La dignità del lavoro, che è tanto calpestata, purtroppo. Nella storia abbiamo letto le brutalità che facevano con gli schiavi: li portavano dall’Africa in America – penso a quella storia che tocca la mia terra – e noi diciamo: “Quanta barbarie!”.
Ma anche oggi ci sono tanti schiavi, tanti uomini e donne che non sono liberi di lavorare: sono costretti a lavorare per sopravvivere, niente di più. Sono schiavi: i lavori forzati… Ci sono lavori forzati, ingiusti, malpagati e che portano l’uomo a vivere con la dignità calpestata. Sono tanti, tanti nel mondo. Tanti. Nei giornali alcuni mesi fa abbiamo letto, in un Paese dell’Asia, come un signore aveva ucciso a bastonate un suo dipendente che guadagnava meno di mezzo dollaro al giorno, perché aveva fatto male una cosa. La schiavitù di oggi è la nostra “in-dignità”, perché toglie la dignità all’uomo, alla donna, a tutti noi.
“No, io lavoro, io ho la mia dignità”. Sì, ma i tuoi fratelli, no. “Sì, Padre, è vero, ma questo, siccome è tanto lontano, a me fa fatica capirlo. Ma qui da noi…”. Anche qui, da noi. Qui, da noi. Pensa ai lavoratori, ai giornalieri, che tu fai lavorare per una retribuzione minima e non otto, ma dodici, quattordici ore al giorno: questo succede oggi, qui. In tutto il mondo, ma anche qui. Pensa alla domestica che non ha retribuzione giusta, che non ha assistenza sociale di sicurezza, che non ha capacità di pensione: questo non succede in Asia soltanto."
Questo testo, tratto dall'omelia "Il lavoro è la vocazione dell'uomo" di Papa Francesco, è una delle molteplici testimonianze di attenzione che egli ha posto sul problema dello sfruttamento nel lavoro, della "dignità calpestata", della mancanza di tutele e diritti.
Ed è proprio per "l'infaticabile coerenza e il messaggio di amore, pace e impegno sociale sempre dalla parte dei lavoratori e dei più deboli" dimostrati nel corso del suo pontificato che durante l'Udienza Generale del 18 maggio scorso - in occasione del 136° anniversario della propria fondazione - la Fillea Cgil ha consegnato "a Sua Santità Papa Francesco la tessera honoris causa della Fillea-Cgil 2022".
In ragione di ciò il Pontefice, in queste settimane, ha voluto manifestare al Segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, la propria "gratitudine per l'affettuoso gesto" e i doni ricevuti, impartendo - a lui a tutti coloro che si sono uniti in questo riconoscimento - la propria "Benedizione Apostolica chiedendo il favore di continuare a pregare per Lui".
Non è la prima volta che il Pontefice incontra la Cgil: nel 2019, il Segretario generale della Cgil Maurizio Landini gli ha portato in dono la "Carta dei diritti universali del lavoro". Testimonianza di questo legame è anche il libro “Il lavoro è dignità” sul pensiero di Francesco in materia di lavoro, curato da Giacomo Costa e Paolo Foglizzo, edito dalla Casa editrice Ediesse nel 2018.
Per la Redazione - Serena Moriondo