contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

FOTO spazio giovani

L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha pubblicato ad agosto il “Global employment trends for youth 2022”. Il Rapporto composto da 295 pagine, 5 capitoli, diversi allegati e tabelle, fa emergere un dato che dovrebbe mettere in allarme i Governi, le forze politiche e sociali di ogni Paese: ad essere particolarmente colpiti dagli effetti della crisi economica sono i ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 24 anni perché:

  • le assunzioni aziendali sono crollate
  • i programmi di mantenimento dei posti di lavoro -  laddove sono stati attivati da parte dei vari Governi - sono stati meno efficaci nel proteggere i lavoratori e le lavoratrici più giovani.

L'occupazione giovanile è dunque drammaticamente diminuita di 34 milioni tra il 2019 e il 2020 mentre la forza lavoro potenziale, che comprende i giovani che non fanno parte del mondo del lavoro ma hanno cercato un impiego nei 12 mesi precedenti, è aumentata di sette milioni. Preoccupa il tasso globale di giovani senza lavoro, istruzione e formazione (Neet) che è arrivato al 23,3%, il livello più alto negli ultimi 15 anni. Secondo il Rapporto, si prevede che il numero totale di giovani disoccupati nel mondo, entro l'anno, raggiungerà i 73 milioni.

La ripresa in termini di tassi di disoccupazione giovanile divergerà tra Paesi a basso e medio reddito da un lato e Paesi ad alto reddito dall'altro. Questi ultimi sono gli unici che dovrebbero tornare entro il 2022 a tassi di disoccupazione giovanile vicini a quelli del 2019, già estremamente gravi. Le ragazze stanno peggio dei ragazzi, mostrando un tasso di occupazione molto più basso.

I giovani che in questo momento perdono il lavoro, o non riescono a trovarlo, evidenzia il Rapporto, sono particolarmente vulnerabili e i loro risultati futuri sul mercato del lavoro saranno peggiori di quelli dei loro coetanei, anche quando le condizioni macroeconomiche torneranno a migliorare. Un fenomeno che porterebbe i giovani ad accettare un lavoro per il quale sono sovraqualificati, intrappolandoli in una traiettoria occupazionale che implica lavoro informale e bassa retribuzione.

Ma la pandemia non ha influito solo sulle prospettive occupazionali dei giovani, ma ha destabilizzato il mondo dell’istruzione e della formazione, in termini di qualità e quantità. La chiusura generalizzata delle scuole ha colpito più di 1,6 miliardi di studenti, causando lacune significative nell’apprendimento e disuguaglianze sia intergenerazionali che intragenerazionali, anche all’interno dei singoli Paesi.

Il Rapporto sottolinea come la crisi ha reso più sfuggente la prospettiva di raggiungere molti degli Obiettivi di sviluppo sostenibile ma le nuove economie possono fare la differenza: green economy, blue economy, digital economy, creativity economy e care economy. Potenziamente sono i settori in grado di fornire posti di lavoro dignitosi ai giovani, contribuendo in particolare ai Goal 5 (Parità di genere), Gaol 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), Goal 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture), Goal 13 (Lotta contro il cambiamento climatico) e Goal 14 (Vita sott'acqua).

Molte opportunità occupazionali deriveranno da investimenti volti a raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2050. Investimenti in energia pulita e rinnovabile, edilizia, agricoltura sostenibile, riciclo e gestione dei rifiuti, conservazione e uso sostenibile degli oceani potrebbero creare 8,4 milioni di posti di lavoro per i giovani entro il 2030 nella green economy. Per facilitare questo traguardo saranno necessari meccanismi innovativi capaci di anticipare le competenze necessarie per consentire ai giovani di acquisire, attraverso l'istruzione e la formazione tecnica e professionale, le skills di cui avranno bisogno nelle occupazioni emergenti.

L’economia digitale, al pari dell’economia verde e blue, ha un potenziale considerevole per creare posti di lavoro per i giovani. La crescente digitalizzazione dell'economia e della società sta colpendo profondamente il mondo del lavoro e la tendenza dovrebbe accelerare negli anni a venire. L'economia digitale è considerata, insieme all'economia creativa, o arancione, uno dei pilastri a cui molti settori si affideranno per la produzione e la diffusione di contenuti creativi. L'economia arancione è uno dei settori in più rapida crescita a livello mondiale, generando opportunità di lavoro per i giovani in aree così diverse come l'architettura, le arti visive e dello spettacolo, l'artigianato e i videogiochi. Al di là del loro contributo all'occupazione, le attività creative, culturali e artistiche sono vitali per il senso di benessere e il patrimonio delle persone. 

La care economy è uno dei principali settori in cui sono impegnati i giovani, in particolare le giovani donne. In media, il 10,7% di tutti i giovani lavoratori (di età compresa tra 15 e 29 anni), ovvero 47,8 milioni, lavoravano nel settore sanitario, sociale, nell'istruzione o come lavoratori domestici.  Gli investimenti nei servizi sanitari e di assistenza a lungo termine, così come nell'istruzione, potrebbero creare 17,9 milioni di nuovi posti di lavoro per i giovani entro il 2030.

Gli investimenti devono essere accompagnati dalla promozione di condizioni di lavoro dignitose per tutti i lavoratori e le leavoratrici, non solo i più giovani. Questo significa garantire protezione sociale, libertà sindacale, il diritto alla contrattazione collettiva e la parità retributiva. La crisi ha evidenziato, in particolare, la necessità di inserire i giovani professionisti nella forza lavoro della sanità pubblica evitando di fare affidamento sul lavoro volontario. Poiché una parte significativa della forza lavoro dell'assistenza sociale in molti Paesi si avvicina al pensionamento, l'assunzione di lavoratori più giovani è particolarmente importante.

In uno scenario combinato “big push”, ossia una grande spinta guidata dai pacchetti di politiche verdi, digitali e di economia dell’assistenza, osserva il Rapporto, il Prodotto interno lordo globale entro il 2030 crescerebbe del 4,2%, con 139 milioni di posti di lavoro aggiuntivi in tutto il mondo, di cui 32 milioni per i giovani.

 Link: Rapporto OIL Tendenza occupazioni globali per i giovani 2022

Per la Redazione - Serena Moriondo