Una media di tre al giorno, 600 morti sul lavoro dall'inizio dell'anno, una strage che, a giudicare dai temi al centro della campagna elettorale, non interessa i politici.
Eppure i dati parlano chiaro: sono più di 400 mila le denunce di infortuni e le malattia professionali (+ 7%).
Lo scorso anno le ispezioni nelle aziende hanno evidenziato irregolarità per il 69% delle aziende controllate. Per salute e sicurezza sul lavoro si arriva al 77% di irregolarità.
E' questa la denuncia di CGIL, CISL e UIL che rivolgono un appello alle forze politiche per fermare le stragi sul lavoro.
"La salute e la sicurezza sul lavoro - scrivono in una nota unitaria - non è un argomento di interesse per la campagna elettorale. Eppure riguarda la vita delle persone, la loro dignità, i diritti fondamentali". "Non sono numeri, sono persone, non possiamo accettarlo. Tutti i finanziamenti alle imprese, che aumentano per l'attuazione del Pnrr, devono essere condizionati a investimenti in salute e sicurezza sul lavoro“.
Inoltre “deve essere previsto e preteso che le imprese di ogni settore seguano criteri di qualificazione, anche attraverso il modello della patente a punti, e che siano applicati solo i contratti collettivi di lavoro stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative, soprattutto quando si parla di appalti pubblici, pena l'esclusione dai bandi stessi".
I Sindacati chiedono:
- formazione e addestramento per tutti i lavoratori e le lavoratrici, per tutti i tipi di contratto, "all’inizio dell’attività lavorativa, prima di adibire alla mansione" ma anche "per i datori di lavoro quale requisito per l'avvio o l'esercizio dell'attività d'impresa";
- rafforzamento dei controlli da parte del 'sistema vigilanza' Inl, Asl, Inail, Inps", nelle aziende in termini di qualità, quantità e frequenza, e la realizzazione tra questi istituti di un coordinamento, di un confronto e di collaborazione concreta e permanente che coinvolga anche le parti sociali”. Cgil, Cisl e Uil esigono “la garanzia, anche attraverso l’azione ispettiva, dell’adozione della contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa a tutti i livelli: nazionale, territoriale e aziendale affinché siano estese in modo certo a tutti i lavoratori e le lavoratrici le tutele in tema di salute e sicurezza”;
- tavoli di confronto su questi temi, tra ministeri competenti, parti sociali e istituti ed enti di ricerca. Le lavoratrici e I lavoratori “fanno i conti con un lavoro che cambia, con innovazioni tecnologiche e digitali, cambiamenti climatici, precarizzazione del lavoro, invecchiamento della forza lavoro per questo - sostengono i Sindacati - è indispensabile portare avanti "l’analisi delle cause infortunistiche, delle tecnopatie e per la ricerca sui rischi emergenti; vanno affrontati i temi delle violenze e delle molestie sul lavoro”;
- che "la materia della salute e sicurezza sul lavoro entri nei programmi scolastici perché non sia solo una conoscenza di norme, ma si concretizzi il rispetto del valore della vita umano";
- e alle forze politiche che si presentano al voto "l'impegno per fermare questa strage".
Per la Redazione - Serena Moriondo