Progressi e ritardi per ciascun Goal rispetto all’Agenda 2030, ma i ritardi sono però più dei progressi. E' ciò che si può leggere nel nuovo Rapporto ASviS "L'Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile", appena pubblicato.
Quest’anno l’andamento degli obiettivi quantitativi e sintetizzato in quattro “frecce”, ognuna relativa ad una delle quattro dimensioni della sostenibilità (ambientale, economica, istituzionale e sociale), fornendo una visione sintetica sulla sostenibilità nel nostro Paese.
Tra gli obiettivi ambientali: l'avanzamento più significativo riguarda solo la destinazione del 25% della superficie agricola alle produzioni biologiche.
Tra gli obiettivi economici: progressi significativi si registrano nel raggiungimento del 60% del tassi di riciclaggio e nel garantire la rete Gigabit a tutte le famiglie.
Tra gli obiettii sociali: l'avanzamento più significativo si è registrato nel raggiungere il 33% dei posti nei servizi educativi per l'infanzia; ridurre del 16% le persone a rischio di povertà; ridurre al di sotto del 9% l'abbandono scolastico.
Nessun progresso significativo è avvenuto nel raggiungimento degli obiettivi istituzionali.
Le quattro dimensioni manifestano per lo più progressi insufficienti o in peggioramento.
Sette anni dopo la sottoscrizione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e due anni e mezzo dopo l’inizio della crisi causata dal Covid-19 dobbiamo constatare i molti, troppi, passi indietro. La situazione è aggravata dall’aggressione della Russia all’Ucraina, con il ritorno a logiche geopolitiche che ci auguravamo fossero superate per sempre. Le terribili perdite umane, i milioni di profughi si sommano a conseguenze gravissime estese a tutta la comunità internazionale.
Guerra, crisi energetica e pandemia sono infatti le tre variabili che stanno influenzando negativamente il cammino per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), nonostante il 2022,fosse iniziato “con una buona notizia”, ovvero l'aggiornamento dei principi fondamentali della Costituzione, con la riforma degli artt. 9 e 41, che ha introdotto nella Carta rispettivamente la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni e, sul piano economico, il concetto di tutela dell’ambiente nello svolgimento delle attività pubbliche e private. A queste variabili c’è da sommare, dopo le recenti elezioni politiche, l’incognita riguardante la nuova formazione di Governo, e le politiche che verranno messe in campo nei prossimi mesi.
Link: Rapporto ASviS 2022 L'Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
Per la Redazione - Serena Moriondo