Dopo due rinvii, nella seduta numero 98 del 10 ottobre 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge delega in materia di assistenza alle persone anziane non autosufficienti. Una riforma attesa da vent'anni da almeno 10 milioni di persone fra anziani non autosufficienti, famiglie, operatori di settore.
E' il frutto di un lavoro attraverso due commissioni istituite dal ministero del Lavoro, in concerto con quello della Salute, quest’ultima presieduta da un esponente dello Stato Vaticano, e nello specifico dall'arcivescovo Vincenzo Paglia ma è soprattutto frutto dell’impegno del Patto per la non autosufficienza che raggruppa ben 52 organizzazioni – dalla Caritas allo SPI Cgil.
il Disegno di Legge Delega prevede:
- l’introduzione di un Punto Unico di Accesso – presso le Case di Comunità – quale luogo fisico di facile individuazione che offra informazioni sugli interventi disponibili, orientamento su come riceverli e supporto nelle pratiche amministrative (volto, dunque, a ridurre le distanze tra i servizi e i beneficiari);
- la Valutazione multidimensionale unificata, che assorbe le diverse valutazioni nazionali esistenti e definisce la possibilità di ricevere le prestazioni statali. Alla Valutazione è collegata la successiva valutazione multidimensionale territoriale, di competenza di Regioni e Comuni, per ottenere le prestazioni di loro responsabilità: svolta la prima, gli anziani sono indirizzati alla seconda, che parte dalle informazioni raccolte in precedenza;
- la valorizzazione di una “nuova domiciliarità“, capace di assicurare risposte unitarie da parte di Comuni e ASL e offrire un appropriato mix di prestazioni: medico-infermieristico-riabilitative, garantendo l’assistenza per il tempo effettivamente necessario;
- la considerazione, in sede di valutazione delle condizioni della persona anziana e di successiva definizione del Piano Assistenziale Integrato, delle condizioni del caregiver familiare, ove presente, con riguardo ai suoi specifici bisogni di supporto, anche psicologico. La delega prevede interventi di formazione e certificazione delle competenze acquisite nel corso dell’esperienza sviluppata e, inoltre, forme integrate di sostegno, per evitare che l’impegno assistenziale possa costituire un pregiudizio per la vita lavorativa.
I servizi sono integrati con la misura monetaria, la Prestazione Universale (l’attuale Indennità di Accompagnamento). La prestazione conferma l’universalismo, graduandolo in base al fabbisogno di assistenza individuale. La presentazione potrà essere erogata – su richiesta del beneficiario – sotto forma di contributo in denaro oppure sotto forma di servizi alla persona svolti da assistenti familiari o da prestatori organizzati di servizi di cura accreditati.
Ora, però, è necessario trovare le risorse per poterla applicare, infatti al momento non sono state stanziate risorse nel DDL e ASL e Comuni non hanno risorse sufficienti, umane ed economiche, per poter procedere all'assistenza domiciliare, perno e vanto del provvedimento.
Link: DDL-ANZIANI-10-ottobre-per-CDM.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo