Il 4 dicembre si è tenuto un Seminario di lavoro dell’Associazione con la partecipazione di esponenti sindacali della Cgil, esperti e rappresentanti della società civile.
La relazione introduttiva del Presidente Sateriale (riportata in allegato), ha delineato gli impegni che l’Associazione intende assumersi nel prossimo anno sui temi della rigenerazione e dello sviluppo dei territori.
L’intervento è stato articolato in tre parti, l’ANALISI DEI BISOGNI, la SCELTA delle PRIORITÀ, il PERCORSO CONCERTATIVO dai bisogni ai progetti, con una necessaria premessa di METODO: per rappresentare i bisogni delle persone e del territorio è soprattutto necessario costruire una RETE con altre organizzazioni sociali, confrontarsi e collaborare. Per realizzare una strategia di crescita sostenibile nessuno, in sostanza, può agire da solo.
Riportiamo alcune delle principali indicazioni che sono emerse dal dibattito, avvincente e molto partecipato:
- In Italia non esiste una politica univoca, non solo a livello nazionale, in tema di benessere delle persone e di conservazione e valorizzazione delle bellezze dei nostri territori e della loro storia, un patrimonio culturale e naturale non solo dell’Italia ma dell’umanità. I due aspetti però sono strettamente connessi. L’attenzione verso la produzione è altrettanto necessaria ma non deve essere finalizzata a sé stessa, piuttosto all’utilizzo che le persone ne possono fare, al beneficio che - a partire dalle persone più fragili - ne possono trarre. Un ripensamento delle infrastrutture è necessario tenendo però sempre presente chi utilizzerà questi spazi, siano essi pubblici o privati. Occorre che l’Europa comprenda che il nostro Paese continuerà a rappresentare una ricchezza culturale e artistica per il mondo se, superata la pandemia, sarà capace di ripartire dalla ricchezza delle relazioni, dalla protezione e dalla promozione delle persone e dei luoghi.
- La felicità non è solo uno stato di benessere personale ma una questione sociale. Per questo è necessario partire dalle piccole cose, dai bisogni più elementari della gente (spazi verdi, luoghi di socializzazione, il diritto all’abitazione, città a misura di persone di ogni età) per poter arrivare a realizzare strategie di più grande respiro, come la rigenerazione urbana. Temi della contrattazione territoriale rafforzati dalla collaborazione stretta con lo Spi Cgil, la Fillea Cgil e l’Associazione Nuove Ri-Generazioni. Questo, tuttavia, è un traguardo che, per essere raggiunto, richiede necessariamente un approccio collaborativo più integrato, inter-assessorile e inter-istituzionale, da parte dei governi territoriali.
- Tra le azioni che possono aumentare il proprio ed altrui benessere c’è sicuramente quella di trovare soluzioni innovative e sostenibili ai problemi abitativi, una delle criticità più evidenti del nostro Paese. Su questo punto - oltre alle significative azioni promosse dall’Associazione congiuntamente ai sindacati della Fillea Cgil, Spi Cgil, Legambiente, Abitare e Anziani, Auser per migliorare l’efficacia del Bonus 110% - è necessario aprire vertenze sull’adeguamento del patrimonio pubblico di Comuni, istituti di gestione dell’edilizia residenziale pubblica, Inps, ecc. attraverso pratiche nuove che trovano ancora una certa difficoltà a concretizzarsi. Paliamo ad esempio di cohousing, un modo di pensare alla propria casa non propriamente tradizionale, con un’offerta di servizi comuni.
- La forte domanda, sostenuta in parte dalle effettive necessità abitative - aumentate a motivo della frammentazione dei nuclei familiari e dell’ampliarsi delle necessità di spazi e servizi rese particolarmente evidenti durante l’emergenza sanitaria - ma, soprattutto, dalla speculazione immobiliare, ha sicuramente contribuito a determinare una grave disattenzione delle imprese di costruzione al tema qualitativo delle abitazioni e dell’abitare, con un livello tecnologico generalmente assai arretrato sia nei processi che nei prodotti, e all’assenza di manutenzione e offerta di servizi. Un’esperienza diffusa in altri Paesi, come Francia e Spagna (una testimonianza in tale direzione è pervenuta da un dirigente del sindacato spagnolo Comisiones Obreras, intervenuto al seminario).
- Il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare - che ha previsto uno stanziamento di circa 854 milioni di euro per interventi pluriennali (fino al 2032) finalizzati a riqualificare e incrementare il patrimonio residenziale sociale, rigenerare il tessuto socio-economico, incrementare l’accessibilità e la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici, migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini - è innanzitutto una riposta positiva del Governo alle richieste della Fillea e dell’Associazione. Oltre alle risorse un importante risultato è quello di aver ottenuto che, ai fini della predisposizione delle proposte progettuali i Comuni devono favorire la più ampia partecipazione da parte di soggetti pubblici e privati, nonché delle comunità attive, con particolare riferimento a quelle operanti sul territorio interessato dalla proposta, riconoscendo cioè ai soggetti sociali del territorio (sindacati e associazioni in primis) una funzione, al punto da riconoscere anche un punteggio premiante poi nell’assegnazione dei finanziamenti. Un risultato importante che deve trovare applicazione a livello locale: compito dei territori è impegnarsi affinché i prossimi 120 giorni (fino al 16 marzo 2021), siano utilizzati dai Comuni per presentare i progetti che saranno finanziati da questo bando. Qualora non si riuscisse a raggiungere l’obiettivo partendo dal basso, il Governo applicherà la clausola di salvaguardia che gli permetterà di utilizzare queste ingenti risorse destinandole a priorità individuate a livello ministeriale (nota Fillea Cgil in allegato).
- La diffusione, in questo periodo di emergenza sanitaria, dello smartworking sta avendo un impatto rilevante sull’organizzazione delle città, sulle politiche dei servizi, dei trasporti e della mobilità in generale. Per comprendere l’impatto che potrà avere sull’organizzazione urbana una prima approssimazione la possiamo ricavare andando a vedere quali settori produttivi sono più o meno coinvolti. Secondo l’Istat, a essere particolarmente interessati dal lavoro a distanza, sono l’insieme di attività terziarie e quaternarie pubbliche e private a carattere amministrativo e direzionale che occupano un gran numero di lavoratrici e lavoratori. Paradossalmente la necessità dello smartworking causato dalla pandemia e reso possibile dalle moderne tecnologie della comunicazione, potrebbe determinare le condizioni per realizzare molti dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, aspetti che però richiedono ancora un approfondimento.
- Questi mesi hanno dimostrato che non esiste un Sistema Sanitario nazionale, ogni regione ha un proprio modello e tutte quante, alcune più di altre, hanno dovuto fare i conti con un’assistenza territoriale debole o, comunque non sufficiente a far fronte ad un evento che sta avendo un impatto devastante sulla salute dei cittadini. Abbiamo bisogno di investimenti e una riforma che ricostruisca ciò che è stato smantellato in decenni di tagli lineari. L’impatto della pandemia richiede, soprattutto, elaborazione e condivisione di idee e proposte capaci di sollecitare una visione nuova della salute come bene comune, fortemente integrata sul territorio con le politiche sociali.
- Da un lato salute e benessere (alimentazione, abitazione sana, servizi alla persona…) e dall’altro minor impatto sulle risorse e sull’ambiente (consumo delle risorse limitate, suolo, energia, inquinamento, rifiuti, …), restano un problema ancora aperto, nonostante i significativi passi in avanti fatti grazie al meccanismo sempre più cogente delle normative comunitarie e ad una lenta, ma costante crescita della consapevolezza della popolazione (soprattutto nelle giovani generazioni), e la presenza di movimenti e forme di rappresentanza sociale, come l’Associazione Nuove Ri-Generazioni, ASviS, Ribitare L’Italia, Forum Disuguaglianze e Diversità, Urban@it, Legambiente, impegnati nel raggiungimento dei traguardi fissati nell’Agenda delle Nazioni Unite.
- Dietro alla rigenerazione materiale, infrastrutturale, relazionale c’è una risposta ai bisogni delle persone e per questa via creazione di lavoro, una traduzione concreta e attuale del Piano del Lavoro della Cgil. La pandemia ha, inoltre, accelerato alcuni processi e ha inciso sulla cultura politica ed economica europea il cui sforzo di cambiamento si è tradotto in un riorientamento degli indirizzi del semestre europeo e delle risorse comunitarie verso il rilancio di una crescita sostenibile.
- E’ necessario un sistema che stabilisca rapporti costruttivi tra settore pubblico e settore privato nell’interesse generale e non come forma prevalente di esternalizzazione di servizi per evitare il rischio che si costruiscano “città private”, realtà non ancora diffusa in Italia ma già presente in altri Paesi.
- È importante chiedersi quali siano i molteplici fattori delle diseguaglianze, che peso abbiano, come andrebbero eliminate per via delle loro conseguenze negative sulle persone, sui sistemi economici, sulle dinamiche politiche e sociali. Così come è particolarmente saliente anche il tema delle disparità tra macro-aree territoriali che sono significative anche all’interno delle stesse aree geografiche.
Il dibattito ha, inoltre, evidenziato quanto i territori si differenzino tra loro e come questa ricchezza sia del tutto dirompente in merito alle politiche territoriali e al modello di sviluppo unico che si credeva potesse valere per tutti.
La discussione ha messo in evidenza quanto Aree interne, Città medie, grandi Centri metropolitani richiedano approcci progettuali diversi e quanto le autonomie locali siano ancora deboli - sia sul piano politico sia su quello progettuale – nell’affrontare la pianificazione degli interventi del Piano nazionale di Resilienza e Rilancio e l’utilizzo delle ingenti risorse messe a disposizione dal Green Deal, Next Generation Ue e dalla nuova programmazione dei Fondi comunitari 2021-2027, il più grande piano di investimenti dal dopo guerra ad oggi.
Per questo si ritiene importante contestualizzare questa discussione nello scenario delle politiche europee, portando avanti la negoziazione di un’idea condivisa e sostenibile di futuro, di reinvenzione partecipata degli spazi pubblici urbani e, infine ma non ultima, di produzione di conoscenze. Dalla conoscenza e dall’apprendimento può ripartire un processo rigenerativo con ricadute positive diffuse. Una governance dell’infrastrutturazione inclusiva e solidale di politiche territoriali innovative richiede, inoltre, di rafforzare la resilienza trasformativa non tanto nelle performance ma nei processi, in termini di capacitazione (empowerment) e di advocacy, cioè di sforzo collettivo per indirizzare e modificare le politiche pubbliche e la destinazione di risorse in una direzione favorevole per le comunità. Per far sì che queste diversità territoriali possano diventare significative per i cittadini e il Paese, il ruolo dell’Associazione Nuove Ri-generazioni è fondamentale.
Il Seminario si è concluso con la proposta da parte del Presidente di un piano di lavoro che vedrà impegnata l’Associazione nei prossimi mesi a partire dalla realizzazione dei progetti per la Qualità dell’Abitare.
Introduzione_Seminario_Associazione_4_dicembre_2020.pdf
Nota_Fillea_Qualità_dellAbitare.pdf
Immagine di copertina: Diamira (illustrazione per "Le Città invisibili"), Lucia Ghirardi
Un omaggio della redazione a Italo Calvino, a 35 anni dalla sua scomparsa (1985-2020)
Per la Redazione - Serena Moriondo