Un esempio di come l'arte e la conoscenza siano strumento della rinascita di una città: “Last Stop Before Chocolate Mountain”, film diretto da Susanna Della Sala, è la storia di come un luogo colpito dagli effetti devastanti del cambiamento climatico possa rinascere grazie alla creatività
Sulle sponde del Salton Sea, un lago formatosi in meno di un secolo nel cuore del deserto californiano, c’è una cittadina, Bombay Beach. Amatissima meta turistica, era frequentata tra gli Anni Cinquanta e Ottanta come località di villeggiatura mondana da personaggi come Frank Sinatra, Beach Boys e Bing Crosby. Tutto questo bruscamente finì quando il lago artificiale (il più grande dello stato) fu radicalmente compromesso da un disastro naturale, estrema conseguenza del cambiamento climatico accelerato dall’uso dei pesticidi e dalla crescente salinità. Con la morte delle attività turistiche e il massiccio esodo della popolazione, Bombay Beach sembrava destinata a diventare per sempre “la città del lago tossico”: eppure è rinata, grazie all’arte. Una storia, questa, al centro del film indipendente Last Stop Before Chocolate Mountain diretto da Susanna Della Sala, presentato in anteprima nazionale al Festival dei Popoli (con proiezione unica il 10 novembre alle 20:30 allo Spazio Alfieri di Firenze).
I novanta minuti di Last Stop Before Chocolate Mountain di Susanna Della Sala – regista, autrice, illustratrice e artista diplomata al Politecnico di Milano in Design degli Interni e al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma – interrogano gli spettatori sulle origini della rinnovata fortuna di Bombay Beach, spostando il focus su domande molto più ampie. Ciò che emerge, infatti, è come un ritorno alle origini possa rispondere al crescente disagio generato dalle grandi città e come il rinnovamento culturale possa fungere da spinta per recuperare ciò che ormai si considera divorato dal cambiamento climatico (Fonte: Giulia Giaume, Artribune).
Per la Redazione - Serena Moriondo
(Fonte: