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FOTO divario 696x348Le dinamiche globali avverse hanno esposto l’economia e la società italiana a nuove turbolenze, allontanandola dal sentiero di una ripartenza relativamente coesa tra Nord e Sud del Paese.

A differenza delle passate crisi, il Mezzogiorno ha partecipato alla ripartenza con il contributo delle misure di sostegno ai redditi delle famiglie, che hanno favorito la ripresa dei consumi, e dell’intonazione espansiva della politica di bilancio. Le prospettive di una ripresa robusta estesa al 2022 sono state però pregiudicate dai tragici eventi dell’invasione russa dell’Ucraina

Nel 2023 il PIL italiano dovrebbe crescere dello 0,5%, frutto di due dati: il dato positivo del Centro-Nord (+0,8%) e una recessione del Sud  (-0,4%).
Nel 2024, il ritmo di crescita dovrebbe accelerare a livello Paese (+1,5%), per effetto di una ripartenza più sostenuta nel Centro- Nord (+1,7%).

Il differenziale di crescita sfavorevole al Sud sarebbe di 0,8 punti percentuali tanto che, nel biennio 2023-24, "Il Sud si stacca dal resto del Paese".

Nel corso del 2022 la SVIMEZ, attraverso la pubblicazione del Rapporto "L' economia e la società del Mezzogiorno"  ipotizza una crescita media dei prezzi al consumo dell’8,5%; dato che racchiude una significativa differenziazione territoriale: + 8,3% al Centro-Nord e +9,9% nel Mezzogiorno.

L’ aumento dei prezzi di energia elettrica e gas si traduce in un aumento in bolletta annuale di 42,9 miliardi di euro per le imprese industriali italiane; il 20% circa (8,2 miliardi) grava sull’industria del Mezzogiorno, il cui contributo in termini di valore aggiunto al comparto industriale nazionale è tuttavia inferiore al 10%.

Dopo l’effetto traino esercitato dal PNRR e dall’"ecobonus 110%", nel 2023 la crescita degli investimenti dovrebbe più che dimezzarsi ma permarrebbe uno sbilanciamento nel Mezzogiorno sfavorevole agli investimenti "produttivi" che seguono una dinamica regolarmente più contenuta rispetto a quelli nelle costruzioni.

Un passaggio è dedicato anche al regionalismo differenziato tema di forte interesse per questo Governo: "La “nuova” Europa - è scritto nel Rapporto - che solo temporaneamente ha accantonato l’austerità, ha fatto sua l’idea che le disuguaglianze vanno ridotte non solo per motivi di equità ma perché la coesione aiuta la crescita. Con l’autonomia differenziata il Paese, invece, andrebbe in direzione opposta, cristallizzando i divari tra cittadini e territori, senza sanare quella frattura che ha reso il Paese più debole."

Cruciale, secondo la SVIMEZ, mettere in sicurezza l’attuazione del PNRR: consolidandone la finalità di coesione economica, sociale e territoriale; potenziando le misure di accompagnamento degli Enti territoriali nella realizzazione delle opere; rafforzando il coordinamento del Piano con la politica di coesione europea e nazionale e con quella ordinaria. Tema, quest’ultimo, che assume un’importanza decisiva per una “ricostruzione” nazionale basata sugli obiettivi complementari della crescita e della riduzione delle disuguaglianze.

Per la Redazione - Serena Moriondo