Anche se siamo lontani anni-luce dalle borgate popolate da baracche, prive dei più elementari servizi, dai quartieri periferici con strade in terra battuta e senza illuminazione della fine degli anni Cinquanta, le rivendicazioni di un sindacato che chiede un grande piano per la casa e per l’edilizia popolare sono di straordinaria attualità.
La precarietà abitativa, il sovraffollamento, gli sfratti, le esecuzioni immobiliari, i costi della manutenzione e delle utenze domestiche aggravati dai rincari, sono elementi dirompenti che rischiano di mettere a dura prova la tenuta sociale. Per questo è necessario tornare a pretendere una politica pubblica per la casa e un welfare abitativo che risponda ai bisogni reali delle persone.
Con queste parole, la Cgil e il Sunia, il sindacato degli inquilini e degli assegnatari di edilizia pubblica federato alla Cgil, celebrano mezzo secolo di storia e di lotte con un’iniziativa a Roma, una mostra itinerante e un libro.
Oltre ad una grande mobilitazione come lo sciopero dell'autunno 1969 - hanno dichiarato i protagonisti di questa giornata - diventa importante portare avanti la contrattazione sociale sui territori e ridare forza alle proposte e alle piattaforme comuni, anche per cercare di colmare le disuguaglianze tra le diverse aree del Paese e tra i cittadini nei centri urbani (Fonte: Collettiva.it)
Il SUNIA ha inoltre deciso di aderire alla settimana di mobilitazione - lanciata insieme da Cgil alla Uil dal 12 al 16 dicembre, articolata a livello territoriale - per cambiare la manovra del Governo Meloni, profondamente iniqua e sbagliata (QUI la mappa e le ragioni dello Sciopero).
* Foto di Chromatograph su Unsplash
Per la Redazione - Serena Moriondo