Fai, Legambiente e Wwf hanno pubblicato "Paesaggi rinnovabili" un documento nel quale avanzano 12 proposte per coniugare la transizione energetica con la tutela del paesaggio "In questo momento storico - scrivono i firmatari dell'intesa - caratterizzato dalla crisi climatica ed energetica, abbiamo di fronte a noi sfide importanti che richiedono grandi trasformazioni, sia dei nostri stili di vita che dei nostri territori. Per questo, il paesaggio deve essere posto al centro della transizione ecologica: una scelta determinante affinché tutte le trasformazioni necessarie siano in grado di non compromettere il nostro patrimonio comune, ma al contrario divenire l’occasione per riqualificarlo".
Nonostante gli obiettivi e i finanziamenti previsti dal PNRR vi è una crescente quantità di ostacoli da superare, tra cui i pareri contrastanti sulle autorizzazioni tra Sovrintendenza e Governo.
Ma se l’obiettivo è raggiungere il traguardo "Net zero" entro il 2050, avremo bisogno di ogni tecnologia pulita disponile, e non solo. Questo è il messaggio che emerge dal Rapporto "New energy outlook 2022", l'analisi di scenario a lungo termine proposta annualmente da BloombergNef, società di produzione dati che analizza il futuro dell’economia energetica da qui fino al 2050. Il Rapporto si basa su due scenari distinti: il primo, Economic transition scenario (Ets), valuta come la transizione energetica potrebbe evolversi in futuro a seguito di cambiamenti tecnologici basati sul mercato. Lo scenario Net zero, invece, descrive l'evoluzione che l'economia energetica dovrebbe intraprendere per raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento delle emissioni nette a zero entro il 2050. Questo scenario combina una diffusione più rapida e ampia delle energie rinnovabili, del nucleare e di altre tecnologie a basse emissioni di carbonio, nonché l'adozione di combustibili come l'idrogeno e la bioenergia. “Questo significa miliardi di veicoli elettrici, migliaia di miliardi di pannelli solari e una completa trasformazione dei processi industriali ad alta intensità di emissioni”, ha commentato Nathaniel Bullard di BloombergNef e Bloomberg Green, e ventur partner di Voyager, società di investimenti nelle tecnologie climatiche.
Per raggiungere le emissioni nette zero entro la metà del secolo, si legge nel Rapporto, ci sarà bisogno prima di tutto di una “crescita radicale della produzione di energia”, che riguardi tanto la disponibilità di stock quanto il suo utilizzo. Ad esempio, nell’Economic transition scenario, il consumo di energia crescerà di circa due terzi tra il 2020 e il 2050, mentre nello scenario Net zero si prevede un aumento del consumo di energia elettrica pari a oltre tre volte rispetto al 2020. Questo incremento di energia elettrica, avverte Bloomerg, riguarderà soprattutto il settore dei trasporti, dove si giocherà una delle partite più significative della transizione verde.
Dunque, il paesaggio, spazio nel quale si manifestranno le maggiori trasformazioni che ci attendono, deve tornare al centro della discussione pubblica in chiave progettuale. Non come entità statica e immutabile, bensì come "bene comune rinnovabile". Non si tratta quindi di arroccarsi nell’ideologica conservazione dello status quo, ma di rammendare, riparare e integrare il paesaggio, rinnovandolo profondamente secondo le necessità del nostro tempo. E per farlo in modo sostenibile anche dal punto di vista culturale, occorre mettere in campo una straordinaria dotazione di competenze. Servono, in altre parole, regole condivise e trasparenti, una buona pianificazione e una straordinaria qualità nella progettazione. In questo senso, la trasformazione del paesaggio non può ridursi a questione estetica, ma diventa sociale e ambientale, e quindi etica.
“L’ ambientalismo italiano ha maturato una nuova consapevolezza: il nostro paesaggio è sempre cambiato” ha spiega il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani: “Ci si può opporre ai cambiamenti, oppure cercare di governarli, perché avvengano nel migliore dei modi. Insieme a Fai e Wwf abbiamo scelto questa seconda strada”.
Tra le dodici proposte troviamo la necesssità di: tutelare l'identità dei luoghi e garantire la partecipazione dei cittadini attraverso procedimenti amministrativi trasparenti e un coinvolgimento tempestivo delle comunità coinvolte dai progetti; rilanciare la pianificazione paesaggistica regionale dove la cultura della pianificazione pubblica può tornare a essere protagonista perché non occorre più aspettare la prima proposta del mercato ma è indispensabile un piano nazionale straordinario per l'individuazione delle aree idonee per l'installazione e la riqualificazione degli impianti per le energie rinnovabili; promuovere un piano nazionale straordinario per le Aree Idonee tramite la costituzione di una cabina di regia per le energie rinnovabili per favorire e riqualificare la pianificazione e la valutazione d'area vasta e una maggiore collegialità nelle decisioni e, soprattutto, un approccio sistemico e multidisciplinare e, soprattutto, investire di più sulla formazione permanente dei professionisti e del personale della PA (QUI per esplorare tutti i 12 punti)
Per la Redazione - Serena Moriondo