Del mare e della terra faremo pane,
coltiveremo a grano la terra e i pianeti,
il pane di ogni bocca,
di ogni uomo,
ogni giorno
arriverà perché andammo a seminarlo
e a produrlo non per un uomo
ma per tutti,
il pane, il pane
per tutti i popoli
e con esso ciò che ha
forma e sapore di pane
divideremo:
la terra,
la bellezza,
l’amore,
tutto questo ha sapore di pane (ODE AL PANE di Pablo Neruda)
Il 2022 è stato un anno di cambiamenti drastici per i sistemi alimentari nel mondo. Con l'inizio dell'inverno e a seguito del blocco navale posto alle esportazioni ucraine e alle sanzioni europee verso Russia e Bielorussa e la conseguente corsa allo stoccaggio delle derrate da parte di alcune tra le potenze mondiali, a preoccupare l'opinione pubblica non dovrebbe essere esclusivamente la questione energetica.
L’impossibilità di garantirsi l’approvvigionamento di risorse fondamentali come il grano (circa il 30% delle esportazioni globali di grano e orzo, il 20% del mais e ben tre quarti dell'olio di girasole provengono dai due Paesi) insieme alla scarsa disponibilità di fertilizzanti necessari a coltivare i campi in climi con condizioni metereologiche sfavorevoli, sta causando gravi ripercusssioni sulle popolazioni africane, in particolare degli abitanti dell'area settentrionale e orientale, e su diversi Paesi del Medio Oriente.
Per noi europei le cose vanno decisamente meglio grazie alla tenuta del Mercato Unico, ma l'aumento incontrollato dei prezzi dell'energia ha fatto aumentare anche i costi della produzione agricola mettendo in difficoltà i nostri agricoltori e conseguentemente provocando un innalzamento (talvolta ingiustificato) dei prezzi dei beni al consumo (nel bollettino economico n.4/2022 della BCE è stato pubblicato un dossier dedicato a questo argomento: "L'impennata dell'inflazione alimentare nell'area dell'euro e l'impatto della guerra Russia-Ucraina").
Come per i prodotti energetici (petrolio e gas) le restrizioni hanno provocato per reazione la proposta dell'Ucraina a creare una sorte di "OPEC del grano" ovvero un’iniziativa volta a formalizzare la cooperazione tra alcuni dei maggiori produttori mondiali (USA, UE, Canada, Brasile, Argentina, Ucraina) e finalizzata a trovare un accordo sulle quote di esportazione. Una iniziativa che però ha trovato l'opposizione degli Stati Uniti a qualsiasi distorsione del libero mercato. Con spirito solidale ha lavorato l'ONU per arrivare, questa estate, alla UN Black Sea Grain Initiative, un accordo che ha permesso di sbloccare oltre 11 milioni di tonnellate di grano precedentemente stazionate in silos nei porti ucraini sottoposti a blocco navale russo. L’iniziativa, il cui termine scadeva a novembre, è stata recentemente rinnovata fino al 15 marzo 2023.
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha aperto una riflessione non solo sulla transizione energetica ma anche sul futuro dei sistemi agro-alimentari e tra produttori e ambientalisti. Dentro alle istituzioni europee, tale tensione si ripercuote nelle visioni geopolitiche in apparenza profondamente diverse di cui si fanno forieri due Paesi. Da una parte la Polonia che sostiene la necessità di aumentare la produzione europea per scongiurare ogni rischio di crisi alimentare prestando minore attenzione alle modalità di produzione e consumo, dall’altra l'Olanda che sostiene che un accresciuto ruolo geopolitico dell’Europa deve passare inevitabilmente dalla riduzione della dipendenza strategica dai fertilizzanti russi e, più in generale, dalla protezione dell’ecosistema agricolo al fine di mantenerne la produttività nel lungo termine.
L'Istituto per gli studi di politica internazionale sostiene che una politica lungimirante dovrà necessariamente integrare le due prospettive, giacché è dimostrato che, da un lato, lo sfruttamento intensivo dei suoli agricoli ai livelli correnti porterebbe nel lungo termini a una riduzione della produzione europea mentre, dall’altro, una politica agraria sensibile all’ambiente che non si dimostrasse capace di sfamare un fabbisogno crescente produrrebbe effetti catastrofici immediati anche peggiori di quelli legati al cambiamento climatico.
Per la prima volta la COP27 ha visto l’apertura di un padiglione interamente dedicato alla questione delle misure di adattamento e mitigazione dell'impatto dell'agricoltura sul climate change e il Koronivia Joint Work Group, braccio operativo della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ha adottato un nuovo programa quadriennale con un focus sull'implementazione di soluzioni pratiche.
Prendere in considerazione le sfide che si sovrappongono - desertificazione, degrado del suolo, sicurezza alimentare, biodiversità, stress idrico sotterraneo e qualità dell'acqua - è essenziale per attuare diverse azioni di mitigazione, che comportano anche compromessi. Mentre l'aumento del carbonio organico del suolo induce co-benefici per molteplici sfide, altre soluzioni come la rimozione dell'anidride carbonica mediante bioenergia possono comportare pressioni per la sicurezza alimentare se sviluppate su larga scala. Pertanto, la mitigazione sostenibile richiede politiche coordinate per mirare al raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030. In tal senso sta operando l'iniziativa 4 per 1000, lanciata in occasione della COP21 sul cambiamento climatico a Parigi nel 2015, l'intento era ed è quello di promuovere politiche, azioni e pratiche basate sulla scienza per aumentare lo stoccaggio e il sequestro del carbonio nei suoli per combattere l'insicurezza alimentare e affrontare il cambiamento climatico. Durante la COP27 è stata inoltre lanciata l'iniziativa FAST per attuare azioni concrete per migliorare la quantità e la qualità dei contributi finanziari per il clima per trasformare l'agricoltura e i sistemi alimentari entro il 2030, sostenere l'adattamento e mantenere un percorso di 1,5 gradi, sostenendo la sicurezza alimentare ed economica.
Un altro impegno è quello che prevede un'accelerazione delle azioni per il clima attraverso lo sviluppo e il trasferimento di tecnologia: il piano di lavoro del TEC (Comitato esecutivo per l tecnologia delle Nazioni Unite) analizzerà le lacune di conoscenza sul nesso tra agricoltura, acqua, sicurezza alimentare, energia e clima e identificherà le tecnologie di adattamento rilevanti (comprese quelle indigene), le innovazioni e le soluzioni digitali che possono rafforzare la pianificazione dell'adattamento e i contributi determinati a livello nazionale in agricoltura.
A livello mondiale, “la preoccupazione principale per il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura è sapere se questi sistemi saranno in grado di nutrire tutti in modo sostenibile ed efficiente entro il 2050 e oltre, soddisfacendo al contempo la domanda aggiuntiva di prodotti agricoli dovuta agli usi non alimentari” (FAO, 2018). La popolazione mondiale sta infatti crescendo a un tasso annuo dell'1,1% e si prevede che raggiungerà circa 9,5 miliardi di persone nel 2050, secondo lo scenario mediano delle Nazioni Unite. L'ultimo rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione della FAO mostra che il mondo sta facendo passi indietro negli sforzi per sconfiggere la fame e la malnutrizione (nel 2021 le persone che soffrono la fame nel mondo sono salite a 821 milioni, ossia circa 46 milioni in più dal 2020 e 150 milioni in più dallo scoppio della pandemia di COVID-19).
La sicurezza alimentare è dunque una preoccupazione a livello globale ed è oggi accompagnata da una forte domanda di metodi di produzione più sostenibili e di protezione rurale. Per questo, come ricorda la FAO, l'agro-ecologia è una questione vitale in un numero crescente di Paesi. Parallelamente a questi cambiamenti, l'agricoltura, come tutti i settori, sta assistendo a un'impennata della tecnologia digitale. Dalla metà degli anni 2010 è emerso il concetto di "agricoltura digitale". Definisce sia una forma di agricoltura che un sistema alimentare che utilizza la scienza dei dati e le tecnologie per l'acquisizione (satelliti, sensori, oggetti connessi, smartphone, ecc.), il trasferimento e l'archiviazione (copertura 3G/4G/5G, reti terrestri o satellitari a bassa velocità, cloud) ed elaborazione a bordo o remota (supercomputer accessibili tramite reti di comunicazione ad altissima velocità, intelligenza artificiale) a tutti i livelli della produzione agricola e del suo ecosistema: aziende agricole, servizi di supporto, territori, catene del valore.
In conclusione, con le sfide che attualmente dobbiamo affrontare nei settori della sicurezza alimentare, del clima e dell'ambiente, la tecnologia digitale è vista come un'opportunità per migliorare la pratica agricola a beneficio degli agricoltori, dei consumatori e della società in generale. L'agricoltura digitale potrebbe così fornire le basi su cui costruire sistemi di produzione e nel consumo responsabili in grado di supportare tutte le tipologie di agricoltura.
Il libro bianco "Agricoltura e tecnologia digitale" realizzato da Inria e INRAE spiega in che modo la ricerca può aiutare a trasformare in realtà questa visione di un'agricoltura digitale responsabile. Nel costruire l'analisi e le proposte presentate in questa pubblicazione, basate su un inventario delle sfide, delle opportunità e dei rischi associati alla tecnologia digitale in agricoltura, si è mirato a dare priorità alle sfide o alla portata dei pericoli per l'agricoltura e i sistemi alimentari del futuro.
In tutto il mondo, dunque, i sistemi alimentari stanno subendo profondi cambiamenti causati da pressioni esterne (cambiamenti climatici, organizzazione delle catene del valore, conflitti, ecc.) e fattori intrinseci (innovazione, riduzione del numero di agricoltori, ecc.). I modelli di consumo stanno cambiando sotto la pressione di cinque tipi di fattori: (a) fattori demografici e di stile di vita, (b) fattori economici, (c) fattori culturali e di valore, (d) fattori tecnologici, (e) fattori normativi.
Le idee non mancano, il tempo però scarseggia.
I governi, il settore privato, il mondo accademico, la società civile e le singole persone devono collaborare in modo solidale per dare priorità al diritto al cibo, alla sicurezza alimentare, alla nutrizione, alla pace e all’uguaglianza. Vedi QUI le indicazione della FAO su come passare all'azione.
Link: Lo stato di sicurezza alimentare e nutrizionale nel mondo 2022 - FAO
Per la Redazione - Serena Moriondo