contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

Foto danza 2 ahmad odeh unsplashIn questo articolo segnaliamo due iniziative sull'importanza di sviuppare relazioni in una comunità attraverso processi creativi. 

1. Il progetto Cantieri Montelupo ha preso forma e si è consolidato, negli ultimi anni a Montelupo Fiorentino, in dialogo costante con il territorio e le sue specificità. La formula del “cantiere” di arte contemporanea si prefigge proprio l’obiettivo di stimolare il dialogo con la comunità attraverso una ricerca artistica che sollecita gli attori locali.

E così ciascuna edizione dei Cantieri ha portato a Montelupo alcuni artisti in residenza, che hanno stabilito relazioni con luoghi e persone, elaborato idee e poi collaborato con le manifatture locali alla realizzazione di un progetto inedito, frutto delle relazioni instaurate. Proprio le ultime due edizioni della rassegna, prodotte dalla Fondazione Museo Montelupo hanno favorito l’intensificarsi di questi rapporti, anche mediante l’organizzazione di workshop – molto partecipati – nel weekend di apertura di ogni residenza, che hanno consentito a chiunque di entrare nel processo creativo dell’artista e di contribuire fattivamente allo sviluppo delle opere. Parlando di processo creativo, infatti, il direttore Caliandro sottolinea il ruolo potente della relazione: “Un’idea confluisce nell’altra, una pratica nell’altra. La relazione con gli artigiani, con gli “esperti” della materia e delle tecniche, è fondamentale – ed è fondamentale anche il modo in cui questa relazione nasce e si costruisce, gli incontri che si succedono l’uno dopo l’altro e i dialoghi che nascono e si articolano”. Fino all’8 gennaio, la mostra diffusa Cantieri Montelupo 2022 ripercorre quel che è stato sin qui, evidenziando le diverse fasi del processo relativo alle residenze di Elena Bellantoni, Serena Fineschi ed Elisa Merra. La prima ha lavorato sulla precarietà della condizione climatica ispirata dal torrente Pesa in secca durante la stagione estiva: la sua performance partecipata ha portato alla produzione di oltre quaranta lastre in argilla che ricalcano il letto del fiume. Fineschi ha invece affidato la sua riflessione sull’impazienza a tre installazioni in ceramica, collaborando anche con il ceramista Patrizio Bartoloni. Elisa Merra, vincitrice della call pubblica riservata agli under 30, si è concentrata sul pozzo dei lavatoi per elaborare un particolare approccio all’arte ceramica, forma e sostanza, contenuto e contenitore. La mostra si articola tra la Fornace del Museo, il Palazzo Podestarile, il Museo della Ceramica e la sponda del fiume Pesa, lungo un percorso di visita gratuito (fatta eccezione per il biglietto di ingresso del Museo della Ceramica). (Fonte: Artribune)

Foto danza ahmad odeh KHipnBn7sdY unsplash2. L'iniziativa del ForumDD sulla co-progettazione della Scuola per la giustizia sociale e ambientale ha visto altri due incontri a fine luglio e ai primi di ottobre durante i quali i protagonisti e le protagoniste si sono interrogati sul ruolo dell’arte per sviluppare nuove visioni, un rapporto con il territorio e con chi è discriminato, e per aprire lo sguardo e creare uno spazio di libertà e di attenzione radicale. Il focus è stato fortemente concentrato sull’ascolto degli agenti di cambiamento per i quali un accompagnamento sul campo si è rivelato in potenza molto fruttuoso per aiutare – tanto i singoli quanto le organizzazioni – ad avere un maggiore impatto sul territorio nel quale operano, per riportarli al cuore dei loro valori, sogni e visioni, per supportare la definizione dei loro obiettivi, individuare partner e alleati, e ampliare la propria comunità di riferimento.

L'iniziativa vede la realizzazione di otto contributi. Alcuni esempi: nella costruzione di una scuola per la giustizia ambientale e sociale l’arte performativa, apre lo sguardo e lo sposta, lo sbilancia, e può aiutare a creare uno spazio di libertà e di attenzione radicale. Meredit Monk, artista performativa, ad esempio parla di “the healing aspect of dance from bones to policies” (l’aspetto curativo della danza dalle ossa alle politiche) evidenziando la potenza della pratica coreografica non solo in termini artistici ma anche come modalità di esperienza e lettura del mondo e conseguente disegno di politiche sociali (contributo di Elisabetta Consonni); la danza è, da sempre, la forma d’arte più collaborativa e può incidere sulla realtà contemporanea come strumento di trasformazione della realtà e del senso comune. Il lavoro dell’artista non è limitato dai confini ma anzi li attraversa tutti, come accade alle nuvole, al sole o alla pioggia, è riconoscimento della molteplicità e coesistenza delle differenze. Per questo l’arte è una barriera forte contro le diseguaglianze (contributo di Francesca Moccia); siamo in un periodo storico in cui una serie di dissimmetrie strutturali caratterizzano i flussi globali in cui vivono i nostri territori. esempi in tal senso sono una traslazione fra coscienza e conoscenza: i processi di mutamento tecnologico sono superiori alle capacità delle persone e delle comunità locali di metabolizzare questi cambiamenti, di accomodarsi, e di costruire attorno a questi un’etica e una cultura per poterli governare e gestire. Questo crea una situazione di stress collettivo irreversibile dagli anni ’70-’80, e che anzi nel tempo è diventata progressiva. Siamo in una situazione di disarmonia tra i poteri tecnologici e finanziari che sono globali e le democrazie che continuano ad avere un carattere fortemente locale. Questa accelerazione e questa forte complessità determinano una situazione di incertezza permanente e rendono più complesse le questioni che riguardano lo sviluppo locale e lo sviluppo della conoscenza. L’accompagnamento sul campo come processo che può aiutare ad individuare partner e alleati, ad ampliare la propria comunità di riferimento, e a supportare le realtà nella definizione dei loro obiettivi rafforzando così il loro ruolo di agenti del cambiamento per e con la città(una riflessione di Patrizia Dal Santo). (Fonte: Forum Disugiaglianze Diversità)

* foto di Ahmad-Odeh su unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo