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FOTO Protezione civile 3Il 12 gennaio 2023 è entrato in vigore il decreto legge 11 gennaio 2023, n. 3 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 8 dell'11 gennaio 2023 recante “Interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile e di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi".

Il testo introduce misure urgenti per garantire la continuità, la tempestività, la semplificazione e l’efficacia dell’attività di ricostruzione nelle zone dell’Italia centrale colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, anche attraverso l’estensione alla ricostruzione post-sisma de L’Aquila di talune misure di semplificazione già previste in materia di appalti per l’attuazione dei progetti PNRR.

Due aspetti, nello specifico, da segnalare:

  • i numeri principali della ricostruzione a fine 2022 sono contenuti nel “Rapporto sulla ricostruzione post sisma 2016-2017 in Centro Italia" reso pubblico il 10 gennaio u.s. Le informazioni contenute in questo Rapporto, si legge nella premessa, “relative alla ricostruzione privata sono ricavate dai dati forniti su base mensile dagli Uffici Speciali della ricostruzione delle quattro regioni. Dal prossimo 16 gennaio tutti i dati relativi alla ricostruzione privata potranno essere ricavati in tempo reale dalla nuova piattaforma telematica Gedisi, che da quel giorno sostituirà il sistema Mude per la gestione delle pratiche sisma. Il livello di dettaglio delle informazioni disponibili a fini statistici e di monitoraggio sarà sensibilmente migliore rispetto a quello ricavabile attualmente." In sintesi alcuni dati:

    • 28 mila richieste di contributi dai privati per 10 miliardi di euro (+27,7% sul 2021)

    • Le richieste sono pari al 54,9% di quelle attese (ne restano 23 mila) e al 51,5% in valore

    • 15.736 decreti di contributo concessi per 5,3 miliardi di euro (+29,4% sul 2021)

    • 2,5 miliardi di importi liquidati alle imprese esecutrici (1 miliardo nel 2022)

    • 8.318 cantieri privati conclusi per circa 20 mila singole unità immobiliari

    • 7.333 cantieri privati attualmente aperti

    • 2.500 interventi pubblici finanziati con 3,6 miliardi, tra cui 450 scuole per 1,4 miliardi

    • 1.251 interventi su chiese e edifici di culto finanziati per 800 milioni

    • Somme erogate per le opere pubbliche a 935 milioni di euro a fine 2022 (+67% sul 2021)

  • il 22 dicembre 2022 si è insediato a Palazzo Chigi il gruppo di lavoro interministeriale per la semplificazione legislativa in materia di prevenzione e ricostruzione in caso di calamità. Il gruppo è composto dai rappresentanti dei Dicasteri dell'Interno, dell'Ambiente, dell'Agricoltura, delle Infrastrutture e dai rappresentanti di Regioni, Province, Comuni e Isole minori, oltre che del Dipartimento della Protezione civile e di “Casa Italia”. L'obiettivo di lavoro è quello di giungere ad una proposta di semplificazione normativa della materia legata al contrasto al rischio idrogeologico, di mitigazione del rischio sismico e di altri rischi naturali e antropici. Il gruppo di lavoro è tornato a riunirsi ai primi di gennaio nell'intento di giungere alla formulazione della proposta finale entro un paio di mesi. Il Codice della Protezione Civile, introdotto dal Decreto Legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018 - lo ricordiamo - era già nato con l’obiettivo di semplificare e rendere più lineari le disposizioni di protezione civile, racchiudendole in un unico testo di facile lettura. La prima proposta di riordino della normativa in materia di protezione civile  (la prima legge del Ministro dei Lavori Pubblici che regolamenta il tema del coordinamento “di protezione civile” risale al 1926, fino ad arrivare alla legge 225/1992, istitutiva del Servizio Nazionale), è dunque già frutto del lavoro di un gruppo istituzionale misto. Inoltre le attività di protezione civile che riguardano la prevenzione e mitigazione dei rischi, la gestione delle emergenze e il loro superamento, si sono a suo tempo già arricchite, di una nuova attività inerente le previsioni dimostrando di condividere  l'approccio scientifico della possibilità di previsione degli eventi di danno, o meglio degli "scenari di rischio" probabili, possibile entro certi limiti con l'uso di metodologie idonee. Le attività sopra configurate si traducono tutte in azioni concrete: azioni di studio, di ricerca, operazioni varie e delicate (soccorso, puntellamento, demolizioni, rimozione macerie, sistemazione delle tende per il ricovero immediato dei colpiti, realizzazione dei moduli abitativi provvisori, ecc.). Tutte però hanno la loro guida in una specifica pratica amministrativa che è la pianificazione, punto dolente di molte amministrazioni pubbliche. Più che una ulteriore semplificazione che, se non ponderata e condivisa con gli esperti del settore e del mondo del lavoro, rischia di indebolire vincoli e controlli contro ogni forma di abusivismo, degrado ambientale e sfruttamento, sarebbe indispensabile una stagione di maggiore collaborazione istituzionale ed estesa prevenzione. Ricordiamo che la ricostruzione degli insediamenti non rientra tra gli obiettivi e i compiti del sistema di protezione civile ma è invece oggetto - e deve restarlo, anche dopo le catastrofi - delle normali attività riguardanti una corretta pianificazione territoriale da parte di chi è al governo e che deve assicurare piena partecipazione dei cittadini.

 Per la Redazione - Serena Moriondo