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Copertina Rapporto SolSecondo l’Unccd (Convenzione Onu contro la desertificazione) dobbiamo rigenerare entro il 2030 almeno un miliardo di ettari di terreno. Ogni ulteriore secondo che passa perdiamo un acro di terreno fertile, di questo passo per l’Onu potremmo avere terre coltivabili al massimo per i prossimi 60 anni.

Ciò significa che nel prossimo futuro l'agricoltura non produrrà cibo sufficiente per una popolazione in costante crescita, dato che si stima che entro il 2050 saremo circa dieci miliardi di persone (rispetto agli otto miliardi del 2022).

Perdiamo suolo, dunque, nel momento in cui dovremmo incrementare la produzione agricola: facendo così “stiamo silenziosamente ma inesorabilmente accelerando verso disastrose carestie su scala globale”.

Save soil - movimento globale di Conscious planet - nella pubblicazione dal titolo “Soil revitalization – Global policy draft and solutions handbook”, ricorda che "il 52% dei terreni agricoli nel mondo è già in una condizione di degrado. Se le tendenze attuali non vengono arrestate, addirittura il 90% della superficie terrestre potrebbe essere degradata entro il 2050 e, considerando che il 95% del cibo che mangiamo proviene dalla terra e che l'87% della biomassa del pianeta è di origine terrestre, la continua distruzione del suolo rischi di avere “implicazioni davvero terrificanti per la vita sulla Terra”.

La mancanza di contenuto organico trasforma il suolo in sabbia, causando:

  • CRISI ALIMENTARE: Si prevede che tra 20 anni verrà prodotto il 40% di cibo in meno per 9,3 miliardi di persone. Un suolo povero conduce a un valore nutrizionale scarso; la frutta e la verdura di oggi già contengono 90% di nutrienti in meno.  2 miliardi di persone soffronto di carenze nutrizionali che sono causa di innumerevoli malattie.
  • SCARSITA' IDRICA - I suoli impoveriti non possono assorbire e regolare il flusso dell'acqua.  La mancanza di ritenzione idrica causa scarsità d'acqua., siccità e inondazioni. La materia organica può trattenere fino al 90% del suo peso in acqua rilaciata lentamente nel tempo. Questo è un grande aiuto nelle aree soggette a siccità. 
  • PERDITA DI BIO-DIVERSITA' - Gli scienziati dicono che circa 27.000 specie di forme di vita si estinguono ogni anno a causa della perdita di habitat. La crisi ha raggiunto il punto in cui l'80% della biomassa degli insetti è andata persa. La perdita della biodiversità distrugge ulteriormente l'habitat del suolo e ne impedisce la rigenerazione. 
  • CAMBIAMENTO CLIMATICO - Il carbonio immagazzinato nel suolo è 3 volte superiore a quello delle piate viventi e 2 volte superiore a quello nell'atmosfera, questo significa che il suolo è cruciale per il sequestro di carbonio. Se non si rivitalizzano i suoli del mondo si potrebbero rilasciare 850 miliardi di tonnellate di disossina di carbonio nell'atmosfera. Questo è più di tutte le emissioni dell'umanità degli ultimi 30 anni messe insieme. 
  • PERDITA DI SUSSISTENZA - Migliaia di agricoltori di stanno suicidando a causa dell'impoverimento del suolo. Il 74% dei poveri sono direttamente colpiti dal degrado della terra a livello globale. Si stima che l'estinzione del suolo costi al mondo fino a 10,6 mila miliardi di dollari ogni anno.
  • CONFLITTO E MIGRAZIONI - L'aumento della popolazione e la carenza di cibo e acqua potrebbe causare entro il 2050 la migrazione di un miliardo di persone verso altre regioni e Paesi. Questioni legate alla terra hanno avuto un ruolo sognificativo In oltre il 90% delle maggiori guerre e conflitti in Africa nel 1990. Dalla rivoluzione francese alla primavera araba, i prezzi elevati del cibo sono stati citati come fattore alla base dei movimenti di protesta di massa.

Foto Women Carrying Water On Their HeadsSecondo la comunità scientifica c’è solo un modo per invertire questa pericolosa tendenza: "aumentare gradualmente il contenuto organico presente nel terreno" portando il terreno all'ombra della vegetazione e arricchendo il suolo con lettiera di fogliame e letame... Il range di sicurezza è fissato tra il 3% e il 6%, intervallo individuato per poter definire un suolo in buono stato e cioè capace di offrire agli esseri umani quei servizi ecosistemici – come il cibo – di cui ha bisogno per vivere. La grande sfida, ricorda però il movimento Conscious planet, sarà quella di sensibilizzare la popolazione raccogliendo così il sostegno necessario per contrastare un fenomeno che mette a rischio la qualità degli ecosistemi e il benessere dell’intera collettività.  

Lo studio si completa con i suoi “manuali di politica globale” suddivisi per sette aree geografiche: Africa, Asia, Europa, America Latina e Caraibi, Medio Oriente e Nord Africa, Nord America e Oceania. Una guida pratica che indica specifiche di gestione sostenibile del suolo per 193 Paesi, nel quale vengono suggeriti 700 metodi diversi per la rigenerazione dei terreni agricoli.

Foto agricoltura bob brewer ggMWIszGJL8 unsplash 2Per quanto riguarda il manuale riguardante l'EUROPA, il manuale dedicato (Europe_-_Soil_Revitalization_Global_Policy_Draft.pdf) specifica che il degrado del suolo costa all'Unione 50 miliardi di euro all'anno. Inoltre il fenomeno dell’erosione incide negativamente sulla produttività agricola annua per circa 1,25 miliardi di euro. Il documento stima che circa il 75% di tutte le terre coltivate dell'Ue contiene meno del 2% di carbonio organico. Un fattore che si traduce in una perdita della sostanza organica contenuta nel terreno, oggi inferiore all’importante soglia del 3%. Nel documento si ricorda che circa l'11,4% del territorio UE è interessato dall’erosione idrica che va da "moderata" (fino a cinque tonnellate per ettaro all'anno) a "grave" (oltre cinque tonnellate per ettaro all'anno), e oltre il 24% dei terreni e quasi un terzo delle aree agricole presentano tassi di erosione superiori a quelli sostenibili (due tonnellate per ettaro all'anno). Se aggiungiamo al fenomeno dell’erosione anche gli altri che concorrono al deterioramento, si stima che tra il 60% e il 70% del suolo in Europa sia oggi in condizioni di degrado.

Sul sito di Save soil si può trovare uno strumento rivolto a tutti e, in modo specifico, agli agricoltori – questo il link - per cambiare le politiche e le strategie di coltivazione. L’utilizzo è semplice: dopo aver scelto un Paese di riferimento si può analizzare la zona agro-ecologica e individuare quali pratiche possono essere (o sono) adottate sulle coltivazioni tipiche della zona al fine di favorire la gestione sostenibile dei suoli

* François Charles Mauriac (1885-1970) è stato uno scrittore, giornalista e drammaturgo francese. Nel 1952 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura

Per la Redazione - Serena Moriondo