Newsletter #8 - 15|05|2021 |
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Riutilizzare il patrimonio edilizio pubblico |
Nuove Ri-Generazioni di Treviso ci segnala un progetto di riutilizzo di immobili che può avere una valenza nazionale. L’idea, in breve, è questa. Gli Istituti previdenziali possiedono diversi immobili per un totale di molte migliaia di appartamenti di medie dimensioni. La gran parte di questi immobili sono vuoti o parzialmente vuoti. Gli istituti stanno tentando di venderli sul mercato senza successo, forse perché non c’è domanda per quella tipologia di abitazione, forse perché il loro stato non è buono.
L’idea di Nurige Treviso è di tentare, con il coinvolgimento del Comune, una rigenerazione di uno di quelli stabili per creare una cohousing o social housing destinata principalmente (ma non esclusivamente) ad anziani. Si tratterebbe, in sostanza, di rimodulare le volumetrie abitative e soprattutto dotare il nuovo stabile dei servizi e degli spazi sociali necessari: portierato attivo, sicurezza, prima assistenza alle persone e agli impianti, spazi verdi, orti, ecc. Per realizzare questa riconversione non solo architettonica ma funzionale, è possibile impiegare le risorse previste dal PNRR?
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Il Presidente
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DIVENTERO' UN GIARDINO
Apriamo un'altra finestra sulle città per scoprire percorsi sperimentali, buone pratiche di coinvolgimento dei cittadini in azioni di trasformazione urbana sostenibile. Proposte concrete su spazi interni, esterni, luoghi abbanonati o molto frequentati, luogi pubblici o privati, che trovano nuove vocazioni per aprirsi. Aiutateci in questo percorso, segnalandoci - all'indirizzo di posta elettronica redazionewe.nuoverigenerazioni@gmail.com - le buone pratiche realizzate nel vostro quartiere, borgo, città. Partiamo dal comprendere la potenzialità di ciò che è costruito, spazi già esistenti e localizzati in aree vitali delle città, a volte alberati, spesso degradati o inutilizzati, spazi verdi che diventano: giardini e orti.
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UNA POLITICA DI RIGENERAZIONE PER LA LIGURIA
Di Federico Vesigna
La pandemia ci ha consegnato una condizione di incertezza che ci trasciniamo da più di un anno. Incertezza per la nostra salute e per quella dei nostri cari. Incertezza per il lavoro e per le condizioni economiche. Incertezza per le relazioni sociali e la loro qualità. Nella vita di tutti i giorni è diventato di senso comune il fatto che nulla potrà essere più come prima. Non fosse altro perché è cambiata la percezione delle priorità e sono di conseguenza cambiati i bisogni. Il primo effetto del lockdown è la necessità ripensare gli spazi domestici. Se la casa diventa il luogo dove gli adulti lavorano mentre i figli fanno lezione in DAD, in pratica il luogo dove la famiglia trascorre insieme l’intera giornata, è normale che si trasformi la nostra idea della casa. Per altro il ricorso generalizzato allo smartworking, oltre a cambiare il modo di lavorare, con inevitabili riflessi sul piano delle relazioni, ha svuotato gli uffici, mettendo in ginocchio la rete degli esercizi commerciali che facevano conto sulla pausa pranzo.
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LO CHIAMANO IL PIANO DEL SECOLO: MA LO SARA' DAVVERO?
Di Serena Moriondo
Difficile dire quando e come potremo mai raggiungere l’obiettivo della parità di genere dichiarato nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza. Siamo un Paese dove, da un lato convivono mafia, violenza e vigliaccheria come ci ha dimostrato ciò che è successo in questi giorni a Campobello di Mazara e, dall’altra, si alza coraggiosa, forte, osteggiata la voce di giovani cantanti nel corso del 1° maggio, a condanna dell’omofobia e a difesa delle libertà sessuali. L’Europa potrà anche aiutarci a risanare l’economia con un’iniezione di miliardi ma quello di cui abbiamo bisogno non si può comprare, si conquista: la volontà di superare una cultura sessista, retrograda, maschilista, violenta. Per questo, non trovo affatto convincente l’approccio utilizzato nel PNRR per affrontare il divario di genere esistente in Italia.
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GIOVANI DENTRO
C’è un’Italia che non può e non deve essere dimenticata e abbandonata. E’ una parte dell’Italia fatta di storia, di cultura, di tradizioni che ha contribuito a rendere unico il nostro Paese. Per questo, l’associazione Riabitare l’Italia ha promosso l’indagine ‘Giovani dentro’ con l’obiettivo di indagare le caratteristiche dei giovani abitanti delle 72 aree interne italiane, per comprendere le dimensioni socio-economiche e le motivazioni valoriali del loro “restare” sui territori.
Un'anticipazione dei primi risultati.
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BASTA BASTA BASTA
MORTI SUL LAVORO
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I dati dell'osservatorio Fillea Cgil: nei primi due mesi del 2021, il 43% dei morti sul lavoro in edilizia è tra i 40 ed i 60 anni, un altro 43% è di over 60, di cui 3 ultrasettantenni. Si tratta addirittura del 170% in più rispetto all'anno scorso. Nelle costruzioni si continua a morire di lavoro. E i morti sono sempre più spesso lavoratori anziani. Il comparto dell’edilizia, anche in questi primi mesi del 2021 resta uno dei settori più a rischio, seguito dai lapidei. Secondo il monitoraggio indipendente della Fillea Cgil, sono stati 32 gli infortuni fatali nei primi due mesi dell’anno. E' un dato in enorme crescita, tra l'altro: si tratta addirittura del 170% in più rispetto all’anno scorso, il doppio delle vittime registrate nel 2019. Nei cantieri italiani si muore soprattutto per caduta dall’alto (48%) o travolti da materiali (26%) Ma a preoccupare il sindacato è anche l’età dei lavoratori morti sul lavoro, sempre più avanti con gli anni: il 43% delle vittime è tra i 40 ed i 60 anni, il 43% over 60, di cui 3 ultrasettantenni. Secondo i più recenti dati dell'Inail non si tratta di un fenomeno che riguarda esclusivamente l'edilizia, ma tutti i settori economici. Complessivamente, le denunce di incidenti mortali nei primi due mesi del 2021 sono state 104. Per l'Istituto, esclusi i casi in itinere, i deceduti sono in aumento (da 76 a 85). E a morire, anche in questo caso. sono le lavoratrici e i lavoratori più anziani. Se nelle altre classi d'età emergono decrementi generalizzati, infatti, gli incidenti riguardano soprattutto le fasce 50-59 anni (36 morti) e 65-69 anni (7 morti). In questo inizio di 2021, secondo l'Inali gli over-50 rappresentano quasi la metà del totale dei morti sul lavoro in Italia.
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UN FIUME DI DENARO PER IL
RILANCIO INFRASTRUTTURALE
DEL PAESE
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Secondo il Rapporto "Infrastrutture strategiche e prioritarie 2021" del Centro studi della Camera dei deputati realizzato in collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione, gli investimenti delle infrastrutture strategiche e prioritarie programmate in Italia ammontano a 305 miliardi di euro. Il contributo pubblico rappresenta l'83% proveniente da leggi di bilancio e da altre risorse europee principalmente del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC). Nuove ingenti riosrse arriveranno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra le infrastrutture prioritarie vi è una netta prevalenza di investimenti per le ferrovie (49%) dove si registra un basso tasso di realizzazione e un significativo fabbisogno e un rilevante aumento degli investimenti in infrastrutture portuali (a partire da Genova). Tra le infrastrutture strategiche non prioritarie prevalgono nettamente strade e autostrade (60%). Si consideri che nel PNRR trasmesso al Parlamento il 25 aprile 2021, a fronte di risorse complessive pari a 191,5 miliardi, circa 24,77 miliardi sono destinati a investimenti sulla rete ferroviaria e in particolare a progetti per il "completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità, all’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e alla messa in sicurezza dell’intera rete”. Tra le infrastrutture stradali anche i sistemi urbani ovvero i programmi e interventi nelle 14 Città metropolitane (15%, 39,603 miliardi). Le infrastutture prioritarie si sono arricchite di due nuovi settori: le infrastrutture idriche (messa in sicurezza e al completamento di dighe e acquedotti per cui sono previsti 1,152 miliardi) e l'edilizia pubblica rappresentata da interventi di costruzione, adeguamento e ristrutturazione (528 ml). In questi ambiti come per le ciclovie sono attese risorse aggiuntive del PNRR. Risorse inimmaginabili prima della diffusione della pandemia da Covid-19 che, potenzialmente, possono determinare un miglioramento della qualità della vita quotidiana per decine di milioni di persone, a partire da quelle più fragili come le persone anziane e con disabilità o i giovani che, come abbiamo visto dall'indagine di Riabitare l'Italia, in buon numero, vuole ripopolare le aree interne e che per essere aiutati hanno bisogno anche di buone infrastrutture. Per realizzare tutto questo, come ha dichiarato il Segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi, è necessario continuare ad applicare correttamente il Codice degli Apalti che, come si comprende dalla lettura del Rapporto, sta funzionando: "ora occorre attuare quello che manca del Codice, partendo dalla qualificazione delle stazioni appaltanti" un nodo decisivo per la corretta assegnazione, gestione e monitoraggio degli appalti che avranno in dotazione un fiume di denaro. |
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"Roma manca di un progetto, di una visione di futuro. E ne ha molto bisogno. Eppure, a Roma esistono le risorse, le capacità e le idee per pensare ed agire un futuro differente. La città presenta anche un fermento di idee, progettualità e iniziative che la rendono viva e vitale. Lo testimoniano, in primo luogo, le tante esperienze, le iniziative sociali e culturali, le pratiche di cura e riappropriazione degli spazi, il protagonismo sociale, le forme di collaborazione che si esprimono sui territori (..) Tutte queste pratiche già configurano una città differente. Questo libro raccoglie alcune di quelle idee e proposte, offrendo alla città una nuova occasione per riflettere e discutere, ricreare uno spazio pubblico"
CARLO CELLAMARE, RICCARDO TROISI Trasformare i territori e fare comune a Roma, una pubblicazione realizzata da Comune-info, 2020
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"Chi vive nel mondo occidentale, soprattutto nelle grandi città, è raro che si sia immerso in una notte autentica dove le stelle hanno la forza di bucare la coperta nera del cielo. La luce elettrica, una grande invenzione che ha aperto la porta a migliaia di nuove esperienze, ha inesorabilmente occupato tutto il buio impedendoci di vivere l'altra faccia del giorno, con tutti i suoi doni: le stelle, la Via lattea, il ritmo sonno/veglia, la poesia dell’oscurità. L’autrice, tra le mani una mappa dei cieli neri europei, è partita alla ricerca di quei luoghi che ancora resistono all’inquinamento luminoso per capire cosa voglia dire inquinare la notte, per raccontarci gli aspetti economici, antropologici, sociali, poetici e simbolici di quello che potremmo chiamare “uno stato d’animo in via d’estinzione”.
IRENE BORGNA Cieli neri. Come l’inquinamento luminoso ci sta rubando la notte ed. Ponte alle Grazie, 2021
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"Parliamo ancora di mappe, ma in questo caso si tratta di delineare una geografia sociale metropolitana. Le città escono dalla crisi più profonda che il nostro paese abbia mai conosciuto con una larga classe di esclusi, presenti non solo nelle periferie: le disuguaglianze si sono aggravate, coinvolgendo anche quello che un tempo era il ceto medio. Da un lato i benefici della crescita e le opportunità di acquisire lo “star bene” non vengono ripartiti equamente, e dall’altro lato le potenzialità dello sviluppo economico non vengono sfruttate appieno"
KETI LELO, SALVATORE MONNI, FEDERICO TOMASSI Le mappe della disuguaglianza, Donzelli editore, 2019
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CITTA' RACCONTATE NEI LIBRI
Tiziano Scarpa, VEBEZIA E' UN PESCE, Feltrinelli Editore, 2004
”Ti viene spontaneo toccarla. La sfiori, l’accarezzi, le dai buffetti, la pizzichi, la palpi. Metti le mani addosso a Venezia. Ti appoggi sui parapetti dei ponti. Le balaustre del ponte di Rialto sono state lucidate da milioni di mani”
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CONSERVARE E UTILIZZARE IN MODO SOSTENIBILE GLI OCEANI, I MARI E LE RISORSE MARINE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
Il Goal 14 ha come obiettivo la conservazione degli oceani, dei mari e delle risorse marine, elementi fondamentali per la salute e la salvaguardia del pianeta. Il clima, la disponibilità d'acqua e di cibo, persino l'aria che respiriamo, sono regolati dal mare: oceani sani e produttivi preservano gli ecosistemi marini e costieri, garantendo prosperità ai paesi e alle popolazioni che ne usufruiscono. Le forme di tutela si fondano sulla protezione, recupero e ripristino degli ecosistemi, contrastando gli effetti negativi provocati dai cambiamenti climatici, l'inquinamento proveniente dalle attività terrestri e le pratiche di pesca intensive.
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PROTEGGERE, RIPRISTINARE E FAVORIRE UN USO SOSTENIBILE DEGLI ECOSISTEMI TERRESTRI, GESTIRE IN MODO SOSTENIBILE LE FORESTE, COMBATTERE LA DESERTIFICAZIONE, ARRESTARE E INVERTIRE IL DEGRADO DEL TERRITORIO E ARRESTARE LA PERDITA DELLA BIODIVERSITA'
Il Goal 15 punta alla salvaguadia degli ecosistemi e della loro biodiversità. La strategia non può essere circoscritta ai superstiti ambienti naturali o alle grandi riserve della biosfera, ma deve investire l'intero pianeta, colpito in ogni sua parte da diverse forme di degrado dell'ambiente e del territorio. Particolare enfasi è posta sui problemi della deforestazione e della desertificazione; si tratta infatti di macro fenomeni connessi alle attività degli esseri umani e al cambiamento climatico, che mettono a rischio i mezzi di sostentamento di milioni di persone in lotta contro la povertà nei Paesi in via di svilluppo. L'altro elemento chiave è la perdita di biodiversità, da contrastare attraverso politiche di conservazione e di risanamento ambientale. la promozione di un uso sostenibile delle risorse genetiche e la lotta all'estinzione delle specie minacciate.
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Nuove Rigenerazioni | via Giovanni Battista Morgagni, 27 | 100161 Roma
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