NEWSLETTER N.16

NEWSLETTER N.16

Newsletter #16 - 15|12|2021


di Alessandro Genovesi

Il 2021 è stato un anno particolare anche per la nostra associazione. Tra pandemia, nuovo Governo Draghi, PNRR, necessità di strutturare meglio l’associazione senza poter convocare riunioni “fisiche”, molti degli obiettivi che ci eravamo dati insieme ai compagni dello Spi, delle diverse Camere del Lavoro oltre che le tante e tanti esponenti di altre realtà associative, non siamo riusciti a perseguirli fino in fondo. 

Ma il tempo non è stato sprecato: si è comunque attivata la campagna sul 110% e sull’abbattimento delle barriere architettoniche (vedi guida NuRiGe con Spi e Fillea), l’associazione in Umbria ha promosso diverse e significative iniziative locali, abbiamo presidiato bene i vari appuntamenti ASVis a cui come associazione partecipiamo a pieno titolo, si sono andati organizzando o strutturando nuovi coordinamenti o “punti” della nostra associazione, abbiamo cominciato a riorganizzare (e molto dobbiamo ancora fare) gli aspetti e gli strumenti di comunicazione, abbiamo focalizzato meglio riflessioni e proposte che speriamo presto potremmo “utilizzare” anche come strumento di azione, con un testo (libro) a cura del Presidente. Presidente che molto ha lavorato per preparare il nostro “prossimo anno” di lavoro.

Avremmo infatti presto appuntamenti importanti anche per Nuove Ri-Generazioni: dalle conferenze di organizzazione della Fillea e non solo alle iniziative che localmente lanceremo.

Insomma il “riscaldamento” è finito: ora dobbiamo scendere di più e meglio in campo.

E poiché il tema della rigenerazione come la intendiamo noi (welfare del territorio, welfare della persona, Goal 11, ecc) è al centro e sarà sempre di più al centro dell’azione e delle risorse economiche dei vari livelli di Governo (Europa, nazionale, locale) avremmo tanto da fare.

Quale migliore augurio allora per il 2022 che quello relativo al fatto che ci aspettano mesi in cui l’azione dell’associazione sarà sempre più centrale?

Auguro a tutte e tutti amiche e amici di NuRiGe buon fine d’anno e soprattutto buon 2022.

 

* Segretario Generale Fillea-Cgil                                    

                                                                                        


CORRIAMO SENZA PREOCCUPAZIONE NEL PRECIPIZIO ...

 

La generazione attuale ha la responsabilità morale di "costruire meglio" ciò significa riavviare in modo sostenibile i nostri sistemi socio-economici e la loro interazione con gli ecosistemi naturali all’insegna della giustizia sociale. È dubbio che questa volta possa essere affrontato e risolto nell’ambito di un’ulteriore mutazione del capitalismo.

 

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OBIETTIVO FAME ZERO 

 

La “Carta della sostenibilità” sottoscritta dai ministri dell'Agricoltura rafforza l’impegno a dimezzare gli sprechi riconducibili ai punti vendita e ai consumatori, e a ridurre quelli derivanti dagli impianti produttivi e dalle catene di distribuzione (incluse le perdite collegate ai raccolti), entro il 2030.


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PIANIFICARE LE CITTA' RISPETTANDO LA SALUTE

 

Nella premessa del  "Documento di indirizzo per la pianificazione urbana in un’ottica di Salute Pubblica - Urban Health" viene evidenziato come, negli ultimi anni, si sia diffusa una crescente attenzione alla relazione tra salute pubblica e pianificazione urbana in grado di giocare un ruolo decisivo anche nella promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute. 

 

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UN'EDUCAZIONE PIANEGGIANTE NON E' UN TRAGUARDO, MA UNA SVENTURA 

 

La sfida del mondo, scriveva Bruno Trentin, "è portare il lavoro a divenire sempre più conoscenza, e quindi capacità di scelta, creatività e libertà". Una sfida piuttosto complessa. Con il termine conoscenza non si deve intendere solo "know howoppure un sapere codificato ma anche la creatività, l’iniziativa, la padronanza dei linguaggi e delle relazioni comunicative, la responsabilità per i risultati delle proprie attività".

 

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CON L'8 MARZO NON CHIAMIAMOLI PIU' DIRITTI DELL'UOMO

 

Nell'Italia del Novecento si erano fatti passi avanti importanti ma ora stiamo vivendo una pericolosa inversione di rotta. E di questa inversione di rotta sono in molti ad essere complici, anche involontari. Basta sentir dire che le donne possono potenzialmente fare tutto grazie alla loro intelligenza e a una straordinaria capacità di adattamento, è necessario che possano fare. 

 

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ACQUA IN CITTA' 

 

L’Italia è prima in Europa per il prelievo di acqua a uso potabile, pari a oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno e 419 litri per abitante al giorno. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico del nostro Paese.

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PIANI URBANI INTEGRATI PER PROGETTARE LA RIGENERAZIONE

 

I Piani integrati riguardano l’assegnazione di risorse volte a favorire una migliore inclusione sociale riducendo l’emarginazione e le situazioni di degrado sociale, promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero, la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, e sostenere progetti legati alle smart cities (trasporti e, soprattutto, consumo energetico). 

 

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MORTI SUL LAVORO: BISOGNA AGIRE ORA


I dati diffusi dall’INAIL, relativi alle denunce sugli infortuni e morti sul lavoro, più che far riflettere dovrebbero far agire. Un andamento in netto contrasto con quanto richiesto dal target 8.8 “Proteggere i diritti del lavoro e promuovere un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti i lavoratori, compresi i lavoratori migranti, in particolare le donne migranti, e quelli in lavoro precario”. 

 

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CREARE NUOVE IMPRESE E NUOVO

LAVORO 

 

È mescolando logica deduttiva e induttiva (lavorare dall’alto e dal basso) che si può avviare una nuova ed efficace politica economica in grado, con gli investimenti pubblici, di stimolare non occasionalmente quelli privati per creare imprese e lavoro. Dal basso si mappano i bisogni prioritari (necessariamente differenti territorio per territorio e settore per settore), dall’alto si definiscono le procedure per realizzare progetti che rispondano a quei bisogni. 

 

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E' IN QUESTO PRESENTE CHE ESISTE GIA'

IL FUTURO


Anziani considerati ormai ‘vecchi’, fuori dal ciclo produttivo e soprattutto da quello del consumo. Giovani che non hanno più il diritto di essere gio­vani, ma sono inseriti da subito nella giostra delle competenze da acquisire, dei risultati da conse­guire, con l’imperativo di essere ‘imprenditori di se stessi’. Fragilità umane di tutti noi che vengo­no stigmatizzate come intoppi nella realizzazione di una felicità del qui e ora, col risultato di impre­gnarci di angoscia e paura del futuro.

 

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PER IL GOVERNO PARTECIPATO DELLE

METROPOLI

 

La Pandemia ha rappresentato e rappresenta molte cose. Prima di tutto il “disvelamento” delle fragilità di un modello di sviluppo basato su ingiustizie crescenti: abbiamo riscoperto l’importanza dei luoghi della “socialità”, della qualità tanto degli spazi privati che della vivibilità del quartiere. La "città dei 15 minuti” è un possibile progetto politico e sindacale a tutto tondo.

 

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ECONOMIA CIRCOLARE: LE CITTA' E I

NUOVI GIACIMENTI URBANI


L' economia circolare ha la potenzialità di creare oltre 700 mila nuovi posti di lavoro entro il 2030.Unitamente all'obiettivo di azzeramento dell'inquinamento per un ambiente privo di sostanze tossiche, è inoltre un fattore chiave per la riduzione dell'impronta ambientale complessiva della produzione e dei consumi europei, rispettando i limiti del pianeta e proteggendo la salute umana, garantendo nel contempo un'economia competitiva e innovativa.

 

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CAMBIO DI PASSO O..TEMPESTA IN

 ARRIVO

 

Le sfide ambientali che abbiamo di fronte rimangono decisamente difficili da raggiungere. Ciò che rende tortuosa la via della lotta al cambiamento climatico appare, ancor più dei costi, il disallineamento delle diverse economie globali, l’incentivo degli Stati nazionali a fare da “free rider” (cioè a lasciare che siano gli altri Paesi a occuparsi del problema), l’attuale distanza sul piano tecnologico e sociale, il divario dei piani di adattamento tra "Paesi ricchi e Paesi poveri".

 

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MAR MEDITERRANEO: TRAPPOLA DI

PLASTICA


È stato ampiamente dimostrato che i rifiuti marini influenzano direttamente gli organismi viventi, soprattutto a causa della presenza di macroplastiche che minacciano le specie marine e di conseguenza la salute umana. La maggior parte è generata da attività condotte sulla terraferma. Il posto migliore per iniziare ad affrontare questo problema di portata globale sono le città, non solo quelle che si affacciano sul mare, perché il mare inizia da QUI, dalle nostre case.  

 

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LE PRIORITA' SONO DETTATE DALLE

EMERGENZE DEL PIANETA

 

Il futuro è nelle nostre mani e ciò comporta la necessità di agire in modo deciso. La contrattazione da parte del sindacato negli ambienti di lavoro e nei territori, le sollecitazioni sociali, ambientali ed economiche delle associazioni e della società civile verso politica e istituzioni possono fare la loro parte per mantenere le nostre città, il nostro Paese resilienti contribuendo per questa via a garantire un futuro al pianeta. Le priorità da seguire sono sotto i nostri occhi.


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INNOVARE LA GOVERNANCE PER RENDERE EFFICACI LE POLITICHE 


E se noi misurassimo la “sostenibilità politica” del nostro Paese? Cioè la forza di un sistema di rappresentanza democratica in cui le prossime generazioni possano riconoscersi, cosa dovremmo dire? Purtroppo questo è uno dei punti più deboli dell’Italia di oggi: la distanza crescente fra i cittadini e gli organi di rappresentanza dei loro bisogni e delle loro istanze. Temo che tocchi alla società civile, compreso il sindacato colmare questo vuoto.

 

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IL DEBITO PUBBLICO PUO' ESSERE (DAVVERO) SOSTENIBILE?

 

Dallo scoppio della pandemia, il debito pubblico è salito in media dal 103,8% al 120% nelle “economie avanzate” e dal 54% al 63,4% nei Paesi “in via di sviluppo”. Dopo la crisi economica indotta dal COVID, potrebbe sorgere una nuova crisi finanziaria che ridurrebbe l’efficacia degli sforzi di rilancio dei singoli Paesi e dell’Europa. Ogni tanto guardare il mondo con uno sguardo più attento ci aiuterebbe a capire perché certe cose succedono e altre no e quali scelte è urgente intraprendere.

 

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IL LAVORO AL CENTRO 

 

Si sente dire sempre più spesso che il lavoro deve essere posto al centro delle necessità e delle politiche. Sia dal versante dei partiti (non solo di sinistra) che da quello dei sindacati (meno da quello delle imprese). Questa rinnovata attenzione al lavoro è certo un bene. Ma cosa significa porre il lavoro al centro? Qui le risposte sono molto varie: più di quanto sarebbe necessario. E quasi sempre parziali. C’è chi crede che basti potenziare le “politiche attive del lavoro”, che tutto sono tranne che creatrici di nuova occupazione. C’è chi pensa che debba essere riqualificata l’offerta di lavoro a partire dai curricula scolastici (più preparazione tecnico scientifica e meno cultura umanistica) senza preoccuparsi della qualità della domanda. C’è chi crede (forse in ignorante buona fede)  che con un “reddito di cittadinanza” a prescindere dal lavoro ne incentivi la ricerca. C’è chi ritiene prioritario stabilizzare il lavoro precario già esistente e dargli pienezza di diritti e dignità. Sono tutti aspetti di una nuova attenzione al tema del lavoro, non c’è dubbio. Ma queste visioni sottintendono fino a nascondere il problema vero che è quello di considerare insufficiente la “quantità” di lavoro disponibile. In sintesi: il traguardo della piena occupazione deve tornare a essere il fine esplicito delle politiche di spesa e di investimento dell’UE e dei suoi singoli Stati. Altrimenti, se ci affidiamo alle dinamiche di mercato, come negli ultimi 20 anni, o agli strumenti amministrativi o ai comportamenti spontanei dei singoli, non faremo grandi passi in avanti nel far crescere l’occupazione: come dimostrato dai numeri.

 

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                                                                                                    Il Presidente

 



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