contattaci2
Chiamaci: 06 441 146 25
Scrivici una e-mail
area riservatacerca
cercaarea riservata
logo rigenerazioni NEWS 800x100 trasparente

FOTO RIFIUTI AMBIENTALISono classificati come crimini ambientali, o contro l’ambiente, tutti quei reati che vengono perpetrati nei confronti della natura. Possono essere compiuti da singoli individui, ma anche da organizzazioni criminali.

E' questo il caso, ad esempio, della maxidiscarica abusiva a cielo aperto situata in piena città, scoperta il 9 marzo scorso nel quartiere Villaretto, che la Guardia di Finanza di Torino ha individuato in collaborazione della Sezione aerea della Guardia di Finanza di Varese che ha effettuato rilevamenti dall’alto mediante specifici sorvoli.

Nell'area, estesa per oltre 7.000 metri quadri sono stati rinvenuti 220 autoveicoli, un rimorchio contenente 35.000 litri di olii esausti e idrocarburi, con percolamenti e abbruciamenti potenzialmente pericolosi per il suolo e la salute pubblica, nonché 400 tonnellate di rifiuti eterogenei, speciali e non, di origine automotive, tutti in evidente stato di abbandono e a diretto contatto con il terreno. Due le imprese coinvolte nella gestione dell’area, entrambe attive nel settore dell’autodemolizione, 6 le persone che dovranno rispondere del reato di gestione di discarica non autorizzata. Come sia stato possibile che nessun rappresentante istituzionale o delle forze dell'ordine, o anche semplice cittadino che vive in quel quartiere abbia denunciato questa situazione resta un mistero che, ci auguriamo, venga presto svelato.

Ma non tutto è perduto: grazie all'impegno di molte associazioni la tutela dell'ambiente è entrata tra i principi fondamentali della Costituzione italiana. Questa è un'importante conquista ma, come abbiamo visto, vi è ancora molto da fare nell'ambito della salvaguardia. 

L'ultimo Report Ecomafia 2022, realizzato da Legambiente ci aiuta a conoscere e analizzare le ferite inferte all'ambiente nel 2021. Ben oltre 30.500 reati sono stati commessi, per lo più connessi al racket dei rifiuti e alla filiera del cemento, per intenderci sono circa 84 reati al giorno, per non parlare degli illeciti amministrativi, quasi 60mila. Si tratta dunque di un terribile mercato che rende ancora molto agli ecomafiosi, complice la forte corruzione a tutti i livelli: ricordiamo che 21 Comuni sono stati sciolti per mafia tra 2021 e 2022.

Ecomafia è  un neologismo coniato da Legambiente per indicare le attività illegali delle organizzazioni criminali, di tipo mafioso, che arrecano danni all’ambiente. Le ecomafie sono delle mafie di “settore”, specializzate soprattutto nel traffico e nello smaltimento illegale dei rifiuti.

Storie e i numeri nel dossier Ecomafia 2022:

  • Nel 2021 i reati contro l’ambiente non scendono sotto quota 30mila nonostante una lieve flessione
  • Quasi il 44% si concentra in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia
  • A livello provinciale, Roma prima per ecoreati
  • 59.268 gli illeciti amministrativi monitorati per la prima volta. A pesare la mano della corruzione
  • 9.490 i reati nel ciclo del cemento illegale, a seguire quelli dei rifiuti (8.473) e contro la fauna (6.215)
  • Impennata dei reati contro il patrimonio boschivo e storico-culturale.
  • In aumento i furti di opere d’arte.

Filiere illegali

Foto cementificazione selvaggia in calabriaIl ciclo illegale del cemento guida nel 2021 la “classifica” delle filiere illegali con 9.490 reati (31% del totale), seguito da quello dei rifiuti (8.473) che registra anche il maggior numero di arresti, ben 287, (+25,9% rispetto al 2020) e di sequestri (3.745, con +15%) e dai reati contro la fauna (6.215). Impennata dei reati contro il patrimonio boschivo - 5.385 reati tra incendi colposi, dolosi e generici (+27,2%) con una
superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari (+154,8% sul 2020), tanto che il Fondo forestale italiano considera, con ragione, alcuni illeciti contro la natura come crimini contro l'Umanità. Vi sono poi illeciti che riguardano il patrimonio culturale con l’aumento dei furti di opere d’arte, che arrivano a quota 603 (+20,4%). Le inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti monitorate da Legambiente nel 2021 sono state ben 38, contro le 27 dell’anno precedente, mentre nei primi sette mesi di quest’anno la cifra è arrivata a quota 17. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 milioni di tonnellate, l’equivalente di 94.537 tir: messi su strada, uno dietro l’altro, formerebbero un serpentone di 1.286 chilometri, che da Reggio Calabria potrebbe spingersi al confine con la Svizzera. Da segnalare i 640.195 controlli eseguiti nel settore agroalimentare e il fatto che tra i nuovi interessi delle ecomafie c’è il traffico illecito degli oli vegetali esausti. Il Conoe stima che ben 15mila tonnellate all’anno sfuggano alla raccolta e al trattamento dei certificati dei consorzi.

Regioni e province colpite dalle ecomafie

Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa che subiscono il maggiore impatto di ecocriminalità e corruzione. Qui si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale. Tra le regioni del Nord la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di illeciti ambientali (1.821 reati, pari al 6% del totale nazionale e 33 arresti). Crescono i reati accertati in Liguria, ben 1.228, che scala cinque posizioni, arrivando al nono posto. A livello provinciale, Roma, con 1.196 illeciti ambientali, scalza nel 2021 dalla prima posizione Napoli (1.058), che viene superata di misura anche da quella di Cosenza (1.060). Di fronte a questo  quadro complessivo, c’è da dire che nel 2021 le forze dell’ordine hanno applicato per ben 878 volte i delitti contro l’ambiente (legge 68/2015). 292 i beni posti sotto sequestro per un valore complessivo di oltre 227 milioni di euro. Il delitto in assoluto più contestato è quello di inquinamento ambientale, con 445 procedimenti penali, ma il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è scattato per l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, con 497 provvedimenti.

 Tra i focus presenti nel Rapporto di Legambiente si segnalano: 

  • Ecomafia senza confini” a cura dell’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli. Solo nei primi nove mesi del 2021, i quantitativi sequestrati di rifiuti risultano essere doppi rispetto ai sequestri effettuati nell’intero 2019. Rispetto alle tipologie bloccate alle frontiere, se nel 2020 i maggiori quantitativi riguardavano materiale plastico e Raee (pari quasi al 75%), nel periodo gennaio-settembre 2021 hanno prevalso i rifiuti metallici e plastici. La gran parte dei rifiuti elettrici ed elettronici sequestrati erano destinate principalmente alla Turchia e alla Malesia, confermando come il ricorso al dumping ambientale a danno di quei paesi sia una pratica ancora in voga. 
  • Ecomafia in Comune” contiene un’ampia gamma degli intrecci con gli interessi diretti dei boss mafiosi, a partire dalle mancate demolizioni di immobili abusivi fino all’aggiudicazione di appalti per qualsiasi tipo di attività.
  • Il processo di transizione ecologica e i possibili fattori di rischio”, a cura del Comando Carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica.

Nel Rapporto viene anche pubblicato un contributo dell’Ispra sui procedimenti penali in cui viene contestato il danno ambientale, con la metodologia seguita e i casi principali affrontati. Infine, si segnalano anche il business degli shopper illegali e il mercato nero dai gas refrigeranti. Per approfondire il tema link: noecomafia.it

Legambiente ha indicato 10 proposte per rendere efficace l'azione dello Stato partendo dall'approvazione delle riforme necessarie anche in attesa della nuova direttiva europea sui crimini ambientali. Norma essenziale dato che ciò che può costituire un reato in un Paese non lo costituisce necessariamente in un altro e le grandi organizzazioni criminali prediligono Paesi con alti tassi di corruzione e legislazioni penali molto deboli per compiere reati di questo genere.

spedizioniere 21392836La Banca Mondiale stima che i governi perdono tra i 6 e i 9 miliardi di dollari all’anno di entrate fiscali dal solo disboscamento illegale. Ad esempio, in Papua Nuova Guinea, recenti studi stimano come i proventi illeciti generati dai crimini forestali superino quelli generati nel mercato legale del legname. I crimini forestali si concentrano nelle foreste pluviali dell’America centrale e meridionale (Perù, Colombia, Ecuador e Brasile); Africa centrale e meridionale (Repubblica Democratica del Congo, il Gambia e la regione dei Grandi Laghi); Sud-Est asiatico (Indonesia, Papua Nuova Guinea, Myanmar); e parti dell’Europa orientale (compresa la Russia). La legna tagliata illegalmente viene trasportata attraverso queste regioni verso destinazioni in Asia orientale, Nord America ed Europa occidentale. A fotografare questa situazione ci ha pensato nel suo ultimo rapporto il Gruppo d’azione finanziaria (GAFI), un’organizzazione intergovernativa fondata nel 1989 su iniziativa del G7 per sviluppare le politiche in materia di lotta al riciclaggio e di lotta al finanziamento del terrorismo. Il report si concentra sulle attività che riguardano il 66% del valore totale dei crimini ambientali, individuati nel disboscamento illegale, nell’espropriazione illegale delle terre, il cosiddette “land grabbing”, l’estrazione illegale e il traffico illecito di rifiuti.  L’Atlante mondiale dei flussi finanziari illeciti 2018 dell’INTERPOL ha rilevato che la criminalità forestale genera per le organizzazioni criminali profitti tra i 51 e i 152 miliardi di dollari all’anno. I crimini forestali hanno un impatto negativo sull’uso e la proprietà del suolo, l’abitazione umana, i mezzi di sussistenza sostenibili e causano il degrado del clima e delle risorse. Un'associazione di Parigi dal nome Géosmine ha creato una mappa per raccogliere le segnalazioni di crimini ambientali del mondo. La mappa mostra le diverse attività illegali segnalate dagli utenti come commercio illegale di animali selvatici, legname e pesce e abbandono abusivo di rifiuti. 

Secondo il rapporto 2018 dell’UNEP (UN Environment Programme) l’aumento esponenziale di tali attività illecite implica una perdita di risorse per i governi e le comunità, da 9 a 26 miliardi di dollari all’anno a seconda del Paese di riferimento. I proventi della criminalità ambientale però non sono destinati a rimanere fermi, come non lo sono del resto quasi tutti i ricavi da attività illecite, e l’approdo naturale è quello del riciclaggio di denaro. Un quadro desolante basato interamente sul profitto, ancorchè illegale.

Immagine Sustainable Development Goals IT RGB 16 312x312Di positivo c'è che l’Istituto dell’ONU per la Ricerca sul Crimine e la Giustiza (UNICRI), sta attuando un’iniziativa che si pone l’obiettivo di sviluppare conoscenza sulle sfide legate alla misurazione e al raggiungimento dell’obiettivo 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. Nello specifico l’obiettivo 16 – dedicato alla pace, alla giustizia e al rafforzamento delle istituzioni – mira a “Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire l’accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive”. L’obiettivo 16 assume inoltre particolare rilievo poiché, per la prima volta nell’Agenda per lo sviluppo dell’ONU, si fa riferimento alla lotta contro i flussi finanziari illeciti tra cui quelli derivanti da attività criminali contro l'ambiente.

Per la Redazione - Serena Moriondo