Vi segnaliamo l'articolo di particolare interesse di Valter Veltroni, dal titolo "Le città da curare", per il Corriere della Sera del 10.03.2023.
"Nel totale disinteresse di tutti, la Confcommercio ha segnalato che negli ultimi dieci anni hanno chiuso centomila negozi e sedicimila ambulanti hanno tirato su i banchi. Il fenomeno, dice il rapporto dell’Ufficio studi dell’associazione, riguarda in primo luogo i centri storici, specie del Centro Nord. Nel periodo esaminato è calato quasi del 20% il numero dei negozi per mille abitanti. In particolare, lo scrivo con dolore non credo solo personale, a tirare giù le serrande sono stati i locali che vendevano libri o giocattoli, meno 31%, e quelli di ferramenta e mobili. Crescono invece le farmacie, gli esercizi di telefonia e computer, i ristoranti. E nella statistica non vengono forse calcolate le edicole sradicate dall’asfalto, i cinema spenti, i teatri muti.(..) Forse è il tempo che tutti, maggioranza e opposizione, parti sociali e enti locali, comincino a discuterne. Che si guardino le città non solo come nastri di asfalto, ma come luogo della vita."
Valter Veltroni non ha bisogno di particolari presentazioni, è stato un politico, giornalista, regista, scrittore, più volte ministro e sindaco di Roma all'inizio degli anni 2000. Il suo articolo è una denuncia del disinteresse, soprattutto della politica, verso la trasformazione di molte città italiane che vedono chiudere le saracinesche di librerie e negozi di giocattoli, vedono svuotarsi i mercati rionali, un fenomeno che ha favorito quel processo, che la pandemia ha amplificato, di chiusura nella propria casa "che sta spogliando le città, riducendo le occasioni di socializzazione, di fruizione collettiva, di scambio."
Tutto vero, verrebbe però da chiedersi se questo processo, non sia nato molto prima della pandemia e si sia rafforzato proprio quando - da Segretario del PD nel 2007 - sostenne l'idea del partito liquido. Un' immagine che aveva l'ambizione di descrivere un aggregato molto dinamico di idee, interessi, cultura, niente correnti interne ma che, piuttosto, dimostrò di rappresentare un continuo ricorso alle primarie, dove le lobby si sono sotitutite alle tradizionali correnti, tesseramenti light e una struttura organizzativa sul territorio meno diffusa. Tutto ciò (varrebbe la pena di rifletterci ora che la Shlein ha dato il via ad un nuovo corso del PD) in mancanza di un presidio sociale e poltico attento e attivo, ha finito per contribuire a quel svuotamento.
Link: Le_nostre_citta_da_curare.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo