di Serena Moriondo
Con il 75% della popolazione mondiale che dovrebbe vivere nelle città entro il 2050, le strade urbane dovranno bilanciare la domanda di crescente mobilità personale e l'accesso ai servizi e all'economia cittadina.
Ma le strade delle nostre città sono soprattutto affollate dalle auto, dai loro rumori e dai loro gas di scarico che arrecano disagi e causano patologie serie agli esseri umani e danno all’ambiente, ai beni culturali e artistici grazie ai quali il nostro Paese è famoso nel mondo.
In Europa circolano circa 250 milioni di auto e 29,5 milioni furgoni, si tratta cioè in media di 567 autovetture ogni 1000 abitanti. L'Italia supera la media europea con 672 autovetture, nel 2016 erano 625 ed è fanalino di coda per le auto “alla spina”, cioè elettriche e ibride.
Ciò premesso, la maggior parte delle persone nel mondo vive nelle città e si muove principalmente a piedi, in bici o con i mezzi pubblici, ma la maggior parte dello spazio pubblico è attualmente progettato per le auto. Questo squilibrio sempre più visibile sta cambiando il modo in cui sono pianificate le città. Per questo le strade urbane devono essere progettate per bilanciare meglio i bisogni di un numero più ampio di persone, di tutte le età e di diverse abilità.
In questo articolo vi parleremo di "urbanistica tattica", la quale nasce come forma di rigenerazione urbana diffusa e condivisa, capace di rafforzare il senso di appartenenza delle comunità al territorio anche attraverso un uso sperimentale o inconsueto degli spazi pubblici.
Aspetto rilevante, riguarda il fatto che progettare strade urbane al fine di ridurre al minimo la dipendenza da auto e promuovere alternative sicure e sostenibili, può aiutare a intraprendere molte delle sfide che le città devono affrontare al di là del singolo aspetto che attiene la mobilità.
Progettare le città è, inoltre, un aspetto che riguarda tutti. Tant'è che le indicazioni che riguardano le strade e gli spazi pubblici, e molte altre che riguardano altri aspetti in tema di costruzioni ed efficientamento degli edifici, ai progetti delle comunità educanti, al consumo e alla bonifica del suolo, alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, alla prevenzione idrogeologica del territorio, ecc., potrebbero essere una grande occasione per il rinnovamento del Paese alla luce dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Una scadenza che si sta avvicinando velocemente senza che siano stati realizzati tutti i passi necessari per raggiungere gli obiettivi approvati dai Paesi aderenti dall’ONU, Italia compresa, nel 2015.
Un ruolo importante - spiega la nota - potrebbe essere svolto, oltre alle associazioni locali che si occupano di tutela della salute, di aggregazione sociale, difesa ambientale, anche dalle Organizzazioni sindacali.
Perchè una cosa è piuttosto chiara: la portata del progetto di rinnovamento del Paese e di tutela del Pianeta, richiede che scendano in campo tutte le forze disponibili.
Link: Progettare_le_città_riguarda_tutti_-_Moriondo_04042023.pdf