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Il "Piano dei servizi" è uno dei tre atti che costituiscono il "Piano di governo del territorio", che è lo strumento di pianificazione urbanistica che ha l'obiettivo di definire l'assetto di tutto il territorio comunale. Una delle caratteristiche distintive del PGT è rappresentata dalla progettazione partecipata: in sostanza, nel momento in cui un'Amministrazione comunale si appresta a redigere il Piano di governo del territorio è tenuta a informare di ciò la cittadinanza, in modo tale che cittadini e associazioni possano avanzare delle proposte in merito.

Oltre al Piano dei servizi, il Piano di governo del territorio include anche il "Documento di piano" e il "Piano delle regole". Il primo fornisce un quadro complessivo relativo alla programmazione urbanistica, pianificando lo sviluppo della popolazione che risiede nel territorio comunale e analizzando il territorio stesso non solo sotto il profilo urbanistico, ma anche in un'ottica geologica, sociale, paesaggistica, ambientale, culturale, economica e viabilistica. Il Piano delle regole, d'altro canto, identifica le aree di interesse paesaggistico, quelle destinate all'agricoltura e quelle che potranno subire una trasformazione urbanistica. Il Piano ha, cioè, a che fare con la destinazione delle aree e con le modalità degli interventi urbanistici da eseguire sugli edifici che dovranno essere realizzati e su quelli esistenti.

Tra le tante organizzazioni di rappresentanza sociale presenti sul territorio, i Sindacati sono senza alcun dubbio tra le più radicate e diffuse. Gli iscritti ai tre principali sindacati, Cgil, Cisl e Uil sono, ad esempio, non meno di 11 milioni di persone, con sedi in tutta la penisola. Un impareggiabile presidio per queste comunità, non solo urbane.

Di fronte a questo quadro, sorge spontanea una domanda: quante sono le Organizzazioni sindacali che collaborano alla progettazione partecipata di una Città, piccola o grande che sia, anche a livello intercomunale?

Non lo sappiamo con esattezza. Da quello che si può leggere dai Rapporti annuali pubblicati dai medesimi sindacati, non è ancora una pratica diffusa, altre sono le materie su cui si fondano le intese con la controparte pubblica. Con PINQUA, il Programma nazionale per la qualità dell’abitare di un paio di anni fa, le OO.SS. hanno spinto per confrontarsi con le Istituzioni nella scelta per la realizzazione di interventi di edilizia sociale e rigenerazione urbana. Il progetto però non ha dato i frutti desiderati, per la scarsa disponibilità dei Sindaci a confrontarsi su questi temi e la ridotta capacità propositiva, in questo campo, da parte del Sindacato.

La pianificazione è, infatti,  un aspetto complesso da affrontare, per tutti. Si è ben visto con il PNRR, per il quale sono emerse diverse difficoltà per le Istituzioni non solo nel portare avanti i progetti ma anche nel presentare delle proposte ammissibili ai finanziamenti. I territori, inoltre, sono interessati in modo differente ai cambiamenti, non vi è un modo standard per affrontare rischi e pianificazione e le aggregazioni urbane sono molteplici, non solo città ma aree interne, borghi e paesi, tutti coinvolti nei processi di trasformazione (ecologica, energetica, dgitale, ecc.) che caratterizzano il nostro tempo.

Certo è che il "Piano dei servizi " potrebbe rappresentare un'ottima occasione attraverso la quale realizzare quella che nel Sindacato viene definita Contrattazione per lo sviluppo territoriale o, con un termine meno appropriato ma assai più diffuso, Contrattazione sociale. Un'opportunità da recuperare in fretta poiché parlare di sistema dei servizi urbani significa saper leggere e porre attenzione su di un insieme di questioni sociali, legate alla povertà, all’invecchiamento, all’esclusione, al lavoro, alla salute, all'istruzione ma anche alla tutela dell'ambiente e ai rischi idro-geologici e sismici del nostro Paese.

Per definire una strategia è indispensabile un'azione che approfondisca, da un lato, la conoscenza circa i caratteri della domanda, dei bisogni (soprattutto quelli inespressi) e verifichi, al contempo, l’adeguatezza dell’offerta (pubblica e privata). Una strategia attenta ai principi costituzionali e caratterizzata rispetto ai temi della sostenibilità, della coesione e dell’inclusione, temi centrali dell'Agenda 2030 dell'ONU.

Per il Sindacato è indispensabile ampliare la capacità di lettura dei caratteri demografici e sociali della città, lettura sensibile soprattutto a riconoscere e mappare i fenomeni di fragilità che riguardano, in particolare, i giovani e i grandi anziani. Approfondendo aspetti quali, ad esempio, l’inquadramento socio-demografico, la dotazione dei servizi esistenti, i caratteri del sistema insediativo, la presenza di servizi immateriali e di elementi di socialità, la mobilità ed accessibilità, il sistema del verde e delle acque e la caratterizzazione urbana, le opportunità di lavoro e la sua qualità. Molti di questi elementi sono dati conosciuti dalle amministrazioni pubbliche, o che perlomeno dovrebbero conoscere, altri potranno essere tratti da un proficuo confronto con i proprio iscritti, i cittadini, associazioni locali, diocesi relisiose e categorie professionali che operano quotidianamente sul territorio preso in esame.

Le considerazioni risultanti dall’analisi dei caratteri della popolazione e della consistenza dei servizi attualmente presenti non potranno che aiutare a comprendere meglio la contestualizzazione degli interventi che si rivelerannpo necessari per realizzare quella che, Carlos Moreno, ha definito "la città dei quindici minuti", quella cioè dove tutto deve essere "a portata di mano", in massimo un quarto d'ora a piedi o in bicicletta. "Un modo - come lui stesso ha dichiarato in una intervista pubblicata qualche giorno fa sul quotidiano La Repubblica - "per disfare i ghetti delle aree dormitorio, lo spreco di centinaia di ore l'anno negli ingorghi, la concentrazione della scelta e della ricchezza in poche zone, ridurre le emissioni di gas serra".

Tutto ciò oltre a essere nella sua pars construens la volontà di suggerire un metodo di lavoro ha l'intento di mostrare che per il Sindacato, migliorare la propria azione, è diventata una necessità non rinviabile. Nel libro "Sindacato, politica, autonomia" - dedicato alla figura di un importante sindacalista della Cgil, Riccardo Terzi (Futura ed.) - si legge: "Quello che preoccupa da alcuni anni è la tendenza di non pochi settori politici ad essere disposti, appena possibile, a comprimere, o a ridimensionare il ruolo delle organizzazioni sindacali e la loro pratica della regolazione collettiva. Nessuna della proprietà che si è soliti imputare all’esercizio tipico della rappresentanza sindacale si può dire esca oggi indenne dai mutamenti oggettivi e soggettivi in atto, sia che si tratti della sfera della rappresentatività sociale, di quella negoziale oppure di quella politica." tanto che nel libro ci si domanda se si può arrestare l’avanzare di questa fase. "L’efficacia della rappresentanza sindacale - si legge - passa anche dalla loro capacità di svolgere funzioni positive per l’economia dimostrando di saper mettere in atto una strategia consapevole e determinata e non disposta ad accettare passivamente l’iniziativa delle controparti. Con questo tipo di strategia i sindacati hanno successo e riescono anche a esercitare influenza sulle scelte delle istituzioni pubbliche, mantenendo una propria capacità di rappresentanza. (...) La rappresentanza sindacale, quindi, deve privilegiare la ricerca di patti o di forme di concertazione, nelle quali la capacità di rappresentanza generale è la condizione della possibilità di influire sulle politiche pubbliche, e la capacità di influenza è a sua volta condizione della «tenuta» della rappresentanza anche di fasce del mondo del lavoro altrimenti indotte a fare a meno dell’azione collettiva."

L'approccio suggerito vuol, dunque, essere un aiuto anche a chi si dovrà confrontare con i candidati sindaci e presidenti delle Regioni sulle linee programmatiche del mandato amministrativo, per mettere a punto un quadro rispondente a quello che l'Associazione Nuove Ri-Generazioni nel suo programma di attività, in questi anni, ha definito i due welfare, quello delle persone e quello del territorio.