di Carla Mastrantonio, Segretaria nazionale SPI Cgil e responsabile dipartimento Benessere e Diritti
Questo tempo, come mai prima d’ora, ci sta mostrando quanto profondi e radicali possano essere i processi di cambiamento, quanto siano di portata globale le trasformazioni che ci impattano da vicino. La popolazione invecchia, cambia il clima, le trasformazioni digitali penetrano profondamente la nostra vita.
Come sindacato dei pensionati dobbiamo tentare di accompagnare questi processi traducendoli in cultura di cambiamento, che non vuol dire rinuncia, nei territori e con i nostri iscritti. Provando a non lasciare dietro nessuno.
Questa cultura ha bisogno di un lavoro che ci veda insieme, Spi e Nuove Ri-Generazioni con progetti e azioni nei luoghi dove impattano in maniera più evidenti le diseguaglianze generate da questi stravolgimenti: i borghi, i quartieri, le periferie. Le nostre leghe insomma.
Sono tanti anni che lo Spi cerca di leggere questa complessità attraverso il lavoro del dipartimento Benessere&Diritti. Oltre ai grandi temi che preoccupano i pensionati, in primis la sanità, il reddito, ci sono anche i grandi temi della qualità della vita, della solitudine, della sicurezza e della partecipazione. È importante il modo in cui si vive la vecchiaia, si vivono i nostri borghi, le città e le sue periferie. Quello che tentiamo di fare attraverso il lavoro del dipartimento è connettere ciò che sembra distante e frammentato cercando di costruire inclusione e coesione. Per noi la rigenerazione urbana è rigenerazione sociale.
Nel secolo della solitudine, gli anziani over 75 sono la fetta di popolazione più ampia. C’è bisogno per vivere la vecchiaia in buona salute, ma anche con politiche per l’invecchiamento attivo che metta in relazione le persone e le faccia partecipare a ciò che ci rende cittadini a pieno titolo.
C’è un’altra platea di anziani, importante, che non solo ha bisogno di questo ma ha l’esigenza, la capacità e le competenze per vivere questi anni in salute: coltivando cultura e conoscenza, con attenzione alle trasformazioni tecnologiche e digitali. Vuole impegnarsi nel volontariato, nella politica, vuole partecipare alle battaglie per l’ambiente. È quella platea di pensionati e pensionati a cui non va bene essere vissuti come peso e negatività. Essere anziani oggi non è solo decadenza e fragilità. Non siamo invisibili.
In un’Italia sempre più vecchia e sempre più urbana, siamo il sindacato della prossimità e della concretezza. Abbiamo la necessità di sperimentare, allearci a chi sul territorio si organizza, farci promotori di iniziative d’inclusione, combattere l’architettura ostile che non ci permette di stare insieme, provare forme di urbanismo tattico, piantare più alberi, rendere più sicure le nostre strade, riadattare le nostre case e creare spazi di socialità.
Citta delle relazioni è il nostro progetto di rigenerazione, questa sarà il nostro comune obiettivo con Nuove Ri-Generazioni. Benessere è un termine inusuale per un’organizzazione come la nostra. Basta però ricordare che welfare vuol dire in inglese di benessere, e credo che lo Spi possa, nel senso generale del suo agire, tendere all’obiettivo di un modello di società dove questa sia la meta.