di Serena Moriondo
Parto da lontano, molto lontano, oltre 2mila km. La Norvegia, paese conosciuto per le sue bellezze naturalistiche, ha orientato da tempo i propri investimenti verso la valorizzazione del territorio e la sostenibilità. Il progetto di riqualificazione di Fornebu Brygge costituisce una parte importante di questa azione strategica.
È un’area enorme quella del nuovo progetto che interessa Fornebu Brygge, una località sul lungomare fuori dal centro di Oslo: 45mila metri quadrati di un parcheggio inutilizzato che verrà convertito in un centro turistico sostenibile e non solo. In sostanza il progetto si presenta come una componente chiave dello sviluppo urbano dell'intera penisola norvegese e affronta, esaurientemente, il tema della sostenibilità sul piano ambientale, economico e sociale posto dall’Agenda 2030.
In Europa, il New European Bauhaus - del quale, come Associazione, vi abbiamo parlato nel saggio Progettare un futuro bello, sostenibile, insieme - che collega il Green Deal alla vita quotidiana e agli spazi urbani, rappresenta un vero e proprio movimento che guida la trasformazione delle città attraverso la sostenibilità (dagli obiettivi climatici all’economia circolare, dalla riduzione dell’inquinamento e il rispetto della biodiversità allo sfruttamento dell'energia solare e dell'acqua piovana), l’estetica (dalla qualità delle infrastrutture allo sviluppo del turismo) e l’inclusione (dalla valorizzazione della diversità alla garanzia dell’accessibilità sociale ed economica) per re-immaginare una vita sostenibile in Europa attraverso il contributo di cittadini, associazioni, sindacati, imprese, centri di ricerca e istituzioni avvalendosi del lavoro e dell'immaginazione di esperti e professionisti di settori diversi. Cavalcavia, centri commerciali, parcheggi, linee ferroviarie, archeologia industriale e altri spazi urbani inutilizzati possono essere ridisegnati e riproposti in funzioni utili all'intera collettività.
La tematica rigenerativa interessa trasversalmente anche gli obiettivi del PNRR Italia, un Piano attento alla valorizzazione del nostro patrimonio edilizio con l’impegno di operare interventi di riduzione di fenomeni di emarginazione e degrado sociale nonché di emanare una legge specifica sul consumo di suolo. Il Piano è diviso in missioni, prevede nella mission M1C3 la rigenerazione e valorizzazione di borghi, periferie urbane, turismo, edifici di culto, nella M5C2.2 la rigenerazione del patrimonio culturale e housing sociale, e nella M5C3 la coesione territoriale.
Per attuare una trasformazione dei territori e delle città, è però indispensabile la partecipazione dei cittadini, delle rappresentanze sociali, dell'associazionismo locale, delle imprese, delle università, ecc.
Il saggio propone una riflessione sul fatto che, secondo la Corte dei conti, "oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti"; ma anche una lettura critica delle scelte discutibili messe in atto dal Governo Meloni e in che modo vengono utilizzati gli strumenti esistenti per la realizzazione di una pianificazione urbanistica partecipata, ovvero discussa con i cittadini e i lavoratori, e i loro rapresentanti. E, nello specifico, come sia richiesto, da parte di quest'ultimi, un protagonismo nuovo, attraverso la contrattazione territoriale con Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni e posti di lavoro. Un protagonismo che per ora, salvo rare eccezioni, il sindacato non ha saputo mettere in campo, ma di cui il Paese ha assoluto bisogno.
Link: Protagonisti_-_Moriondo_6062023.pdf