di Rossella Muroni, Presidente dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni
Con il raggiungimento dei target al 2030 sulle rinnovabili si avrebbero "ricadute importanti; si genererebbero benefici economici compresi tra 121 e 148 miliardi di euro nella sola generazione elettrica". E' quello che emerge dal position paper 'Lo stato dell'arte delle rinnovabili in Italia' realizzato The European House-Ambrosetti, presentato al primo Forum delle energie rinnovabili 'Renewable thinking', ideato da Compagnia Valdostana delle Acque, con il patrocinio di Elettricità Futura.
Secondo lo studio gli investimenti potrebbero arrivare fino a 90 miliardi, con la possibilità di attivare 130 GW (Gigawatt) di rinnovabili (di cui 33 GW già pronti per esser realizzati), la creazione di oltre 500mila nuovi posti di lavoro, e un taglio delle emissioni di 270 milioni di tonnellate di CO2. Gli ambiti del Piano di sviluppo vanno dalle comunità energetiche rinnovabili all'eolico offshore, alle reti elettriche. "L'Italia - si rileva nello studio - dovrebbe effettuare investimenti fino a 90 miliardi di euro in nuovi impianti di energia rinnovabile per raggiungere i target al 2030".
Il nostro Paese "può attivare nel breve-medio termine 130 GW (Gigawatt) di rinnovabili, di cui 33 GW già pronti per essere rapidamente realizzati". A livello lavorativo si potrebbero attivare "fino a 540mila nuovi occupati (nel settore elettrico e nella sua filiera industriale) e una riduzione delle emissioni fino a 270 milioni di tonnellate di CO2 nel periodo del Piano". I sei ambiti di sviluppo per "accelerare il processo di transizione ecologica" riguardano le comunità energetiche rinnovabili, l'agrivoltaico, l'eolico offshore, il revamping e il repowering, i pompaggi elettrici e le reti elettriche.
La decarbonizzazione viene ritenuta "sempre più centrale"; la prima versione dell'aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) ha rivisto "al rialzo i target per le rinnovabili: più 70 GW rispetto a oggi. L'obiettivo è, però, più conservativo rispetto a quanto previsto nella bozza del decreto Aree idonee (+80 GW) e nel Piano 2022-2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità futura, in coerenza con il REPowerEU (+85 GW)". Inoltre, la quota di energie rinnovabili nel mix elettrico prevista dal Pniec al 2030 è "pari al 65%, 16 punti percentuali in meno" rispetto "al target indicato dalla Spagna e di 15 punti percentuali in meno della Germania".
Ma "per cogliere appieno i benefici delle rinnovabili è necessario sviluppare le filiere industriali green, in un contesto in cui l'Ue detiene solo il 14% della capacità produttiva globale di eolico e solare, concentrando gli sforzi sui 6 ambiti di sviluppo". Per le comunità energetiche rinnovabili "al 2030 è prevista potenza installata di oltre 7 GW; altro ambito su cui puntare è l'agrivoltaico, con potenziali 23 GW al 2030; prospettive interessanti anche per l'eolico offshore, per il quale l'obiettivo di capacità installata al 2030 è 2,1 GW; fondamentali anche le operazioni di revamping e repowering, attraverso le quali si potrebbero ottenere circa 15 GW; importante lo sviluppo dei pompaggi idroelettrici e chimici di grande taglia (+80GWh), per favorire l'integrazione delle fonti rinnovabili e delle reti elettriche con un incremento del +13% di domanda elettrica da gestione al 2030".
Nel 2022 l'Italia ha "installato 3,1 GW (rispetto a 1,1 GW nel periodo 2015-2021), di cui un terzo è legato al fotovoltaico di piccola taglia, che ha beneficiato del superbonus. Nei primi 5 mesi del 2023, invece, sono stati installati 2,1 GW di rinnovabili. Questo ritmo di installazione è però ancora insufficiente a raggiungere i target previsti. Per essere" in linea "con gli obiettivi al 2030 l'Italia dovrebbe installare 10 GW l'anno, aumentando di circa 3 volte quanto installato nel 2022". Secondo gli indici elaborati "l'opportunità di sviluppo" da fonti di energia rinnovabile attivabile nel breve-medio termine è "di 130 GW, di cui il 50% concentrato nel Mezzogiorno.