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COPERTINA WORLD ENERGY OUTLOOK 2023Il World Energy Outlook 2023 appena uscito, fornisce un'analisi approfondita su ogni aspetto del sistema energetico globale. In un contesto di tensioni geopolitiche e di fragili mercati energetici, il rapporto di quest’anno esplora come i cambiamenti strutturali nelle economie e nel consumo di energia stiano cambiando il modo in cui il mondo soddisfa la crescente domanda di energia.

Il documento valuta lo stato e l'evoluzione della sicurezza energetica cinquant'anni dopo la fondazione dell'Agenzia internazionale dell’energia (AIE). Il testo esamina anche ciò che dovrebbe accadere alla 28ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28)  che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, per mantenere la porta aperta per l’obiettivo di 1,5 gradi . E, come ogni anno, l'Outlook esamina le implicazioni delle tendenze energetiche di oggi in settori chiave, tra cui investimenti, flussi commerciali, elettrificazione e accesso all'energia.

Alcune delle pressioni immediate derivanti dalla crisi energetica globale si sono allentate, ma i mercati energetici, la geopolitica e l’economia globale sono instabili e il rischio di ulteriori sconvolgimenti è sempre presente. I prezzi dei combustibili fossili sono scesi rispetto ai picchi del 2022, ma i continui combattimenti in Ucraina, a più di un anno dall’invasione russa, sono ora accompagnati dal rischio di un conflitto prolungato in Medio Oriente. Il clima macroeconomico è negativo, con un’inflazione persistente, costi di finanziamento più elevati e livelli di debito elevati.

Se ciò non bastasse, oggi la temperatura media globale è già di circa 1,2°C superiore ai livelli preindustriali, provocando ondate di caldo e altri eventi meteorologici estremi, nonostante le emissioni di gas serra non abbiano ancora raggiunto il picco. Il settore energetico è anche la causa principale dell’aria inquinata che oltre il 90% della popolazione mondiale è costretta a respirare, e che causa oltre 6 milioni di morti premature all’anno. Le tendenze positive sul miglioramento dell’accesso all’elettricità e di clean cooking (modalità per cui vengono utilizzati, per cucinare, combustibili sicuri per l'ambiente domestico e prodotti efficienti dal punto di vista energetico), hanno subito un rallentamento e, in aluni Paesi, addirittura un’inversione.

In questo contesto complesso, l’emergere di una nuova economia basata sull’energia pulita, guidata dal solare fotovoltaico e dai veicoli elettrici (EV), offre speranza per il futuro. Gli investimenti nell’energia pulita sono aumentati del 40% dal 2020. La spinta a ridurre le emissioni è una delle ragioni principali, ma non l’unica, altri fattori importanti sono le motivazioni economiche e la sicurezza energetica, in particolare nei Paesi importatori di combustibili, così come lo sono le strategie industriali e il desiderio di creare posti di lavoro in questo settore.

Non tutte le tecnologie pulite però stanno prosperando e alcune catene di approvvigionamento, in particolare quella eolica, sono sotto pressione, ma ci sono esempi sorprendenti di un ritmo di cambiamento sempre più rapido. Nel 2020, un’auto venduta su 25 era elettrica; nel 2023, questo rapporto è 1 su 5. Più di 500 gigawatt (GW) di capacità di generazione da fonti rinnovabili saranno aggiunti nel 2023: un nuovo record. Più di 1 miliardo di dollari al giorno viene speso per lo sviluppo dell’energia solare. La capacità produttiva di componenti chiave di un sistema energetico pulito, compresi i moduli solari fotovoltaici e le batterie per veicoli elettrici, si sta espandendo rapidamente.

Questo slancio è il motivo per cui l’AEI ha recentemente concluso, nella sua Roadmap Net Zero aggiornata, che un percorso per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è indubbiamente molto difficile, ma rimane aperto.

L'ultimo capitolo si concentra sulle prospettive di due differenti scenari, per un numero di Paesi e regioni selezionati, che rappresentano quasi il 90% del consumo energetico globale, nel periodo compreso dai giorni nostri fino al 2050: the Stated Policies Scenario (STEPS) che considera l’attuale panorama politico e le condizioni di mercato; the Announced Pledges Scenario (APS), che riguarda lo scenario degli impegni annunciati,  che presuppone che tutti gli impegni a lungo termine vengano rispettati integralmente e puntualmente

Infografica consumo finale di energia pro capiteLa crisi energetica globale ha stimolato una serie di nuove iniziative, in particolare nelle economie avanzate e in Cina, che mirano ad aumentare il ritmo della diffusione dell’energia pulita. La Cina, in particolare, ha un ruolo enorme nel plasmare le tendenze energetiche globali; questa influenza si sta evolvendo man mano che la sua economia rallenta e la sua struttura si adegua, e man mano che cresce l’uso di energia pulita, settore nel quale il Paese rappresenta circa la metà dell’energia eolica e solare e ben oltre la metà delle vendite globali di veicoli elettrici nel 2022.

Le misure variano da regione a regione, ma tendono tutte a porre maggiore enfasi sull’aumento della quota di energie rinnovabili nella produzione di elettricità, sull’incentivazione delle vendite di auto elettriche e sul miglioramento dell’efficienza energetica.

Il fabbisogno energetico in molti mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo sta aumentando rapidamente, il che richiede nuovi importanti investimenti nelle infrastrutture energetiche che vanno dalla generazione di elettricità e dalle reti alle stazioni di ricarica per veicoli elettrici. I livelli di ambizione variano, e alcuni mercati emergenti ed economie in via di sviluppo incontrano difficoltà ad ottenere dei finanziamenti, ma è ampiamente riconosciuto che le tecnologie energetiche pulite possono offrire soluzioni economicamente vantaggiose per una serie di obiettivi di sviluppo. Diversi Paesi hanno adottato politiche che incoraggiano la diversificazione delle catene di approvvigionamento per le tecnologie energetiche pulite. Ciò include politiche per promuovere la produzione di tecnologie energetiche pulite come, ad esempio, l’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, il Net Zero Industry Act nell’Unione Europea e il sistema Production Linked Incentives in India.

Infografica world energy outlook 2Come si può comprendere dalla visione dell'infografica a lato, nonostante l'aumento di  iniziative volte a ridurre la dipendenza dai combustibili importati e dalle catene di approvvigionamento di tecnologie energetiche pulite (geograficamente concentrate), la necessità di commercio e cooperazione internazionale rimane forte. Nessun Paese può aspettarsi di essere completamente autosufficiente e la maggior parte continuerà a dipendere dalle importazioni e dalle esportazioni. Per questo la collaborazione internazionale sull’innovazione, in particolare, rimarrà vitale nello sviluppo di tecnologie energetiche pulite. Oggi, diversi Paesi fanno ancora molto affidamento sulle entrate derivanti dalla produzione di petrolio e gas e si trovano ad affrontare la prospettiva che tali entrate diminuiranno con l’avanzare della transizione verso l’energia pulita. Ciò presuppone la necessità di una più ampia diversificazione economica per compensare il calo dei proventi delle esportazioni di combustibili fossili nell’APS.

Sebbene secondo l'Agenzia internazionale dell’energia tutti i combustibili fossili inizieranno a declinare in questo decennio, dopo il 2022, quindi ora (carbone), dopo il 2028 (petrolio), dopo il 2029 (gas), nel nostro Paese c'è chi, con qualche fondamento, si domanda: se il gas raggiunge il suo picco massimo nel 2029, se dobbiamo arrivare a zero emissioni nel 2050, perché Eni (l'Ente Nazionale Idrocarburi della quale lo Stato possiede una partecipazione pubblica che arriva al 30%) ha stretto un nuovo accordo con Qatar Energies per comprare gas fino al 2053?

Rimane, dunque, forte e chiaro un monito: se la domanda di questi combustibili fossili rimanesse a un livello elevato, come è avvenuto per il carbone negli ultimi anni, e come nel caso delle proiezioni STEPS per petrolio e gas,  se alcuni Paesi si continueranno a discostare dagli impegni assunti,  gli sforzi che stiamo compiendo non saranno sufficienti per raggiungere gli obiettivi climatici globali.

Per la Redazione - Serena Moriondo