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DIPINTO Naufragio su ceramica di Guttuso"Il mare - scriveva Ernest Hemingway - è dolce e meraviglioso, ma può essere crudele", soprattutto - aggiungiamo noi - quando vi è una stretta correlazione tra fattori naturali e antropici, cioè determinati dalle attività degli esseri umani che conducono a trasformazioni che hanno un impatto rilevante sull'equilibrio dell'intero sistema terrestre.

Due recentissimi studi, "Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts" che immagina gli effetti sul PIL entro il 2150 di una delle conseguenze del cambiamento climatico, cioè l'innalzamento delle acque e "Distribution of economic damages due to climate‑driven sea‑level rise across European regions and sectors" che esplora le conseguenze economiche dirette e indirette dell’innalzamento del livello del mare a livello regionale e settoriale in Europa ci mettono di fronte ad una cruda realtà che deve essere affrontata, fintantoché sarà possibile. Gli studi, come spiegano gli autori, pur rigorosamente basata su dati e scenari scientificamente approvati, non è in grado di consentire previsioni certe ma serve come strumento per comprendere potenziali sfide e strategie.

Alcune evidenze:

  • Le misurazioni degli studiosi e i dati dell’altimetria radar satellitare mostrano che il livello medio globale del mare (GMSL) negli ultimi due secoli sta aumentando a ritmi più rapidi rispetto agli ultimi millenni a causa del riscaldamento globale (Vermeer e Rahmstorf 2009, Lambeck et al 2010 , Church and White 2011, Kemp et al 2011, DeConto et al 2021, Palmer et al 2021).
  • Il tasso di aumento del GMSL è stato in media di 1,7 mm anno, nel periodo 1901–20153,7 mm anno nel periodo 2006–2018 e probabilmente raggiungerà 5,2–12,1 mm anno nel periodo 2080–2100 (Fox-Kemper et al 2021). Potrebbero sembrare misure estremamente ridotte ma le proiezioni indicano che circa 19.000 km2 delle coste del Mediterraneo considerate, saranno più esposte al rischio di inondazioni per i prossimi decenni, con conseguenti impatti maggiori sull’ambiente, sulle attività umane e sulle infrastrutture, suggerendo così la necessità di azioni concrete a sostegno delle popolazioni vulnerabili finalizzate a processi di adattamento al previsto innalzamento del livello del mare e e ai rischi costieri, entro la fine di questo secolo.
  • Il livello del Mediterraneo è in aumento dal 1880 (Fenoglio-Marc et al 2012, 2013, Wöppelmann e Marcos 2012, Tsimplis et al 2013, Anzidei et al 2014, Meli et al 2023) interessando le pianure costiere poco elevate, i delta dei fiumi e le spiagge con conseguente erosione e arretramento costiero e salinizzazione della falda freatica, rappresentando quindi un significativo fattore di pericolosità per le popolazioni e le infrastrutture costiere (Antonioli et al 2017, Anzidei et al 2017, Nienhuis et al 2023). Inoltre, la regione del Mediterraneo è sede di città storiche (ad esempio Venezia, Istanbul, Alessandria, tra le altre), siti storici e aree industriali e ambientali di alto valore, tutti esposti a gravi rischi costieri e inondazioni (Reiman et al 2018, Anzidei et al 2020, Strauss et al 2021, Scardino et al 2022). Sono quindi necessarie proiezioni dettagliate per i prossimi decenni nel Mediterraneo per costruire scenari realistici di inondazioni marine (Rizzo et al 2022 e riferimenti ivi contenuti) e rendere le persone, le parti interessate e i decisori consapevoli del fenomeno in corso per un approccio consapevole. gestione della zona costiera (Loizidou et al 2023). Le proiezioni più aggiornate rilasciate dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) nel 6° rapporto di valutazione (AR6, Fox-Kemper et al 2021) si riferiscono ai livelli del mare globali e regionali e considerano i contributi di diverse fonti.  geofisiche.
  • infografica Impatto innalzamento mari GDP changeTutto ciò può mettere a rischio l'economia di intere regioni. Quanto? I danni, direttamente e indirettamente causati dall'innalzamento del livello del mare, potrebbero ammontare a 871,8 miliardi di euro per l'Europa e il Regno Unito entro la fine del secolo, con una perdita di PIL stimata intorno all'1,26%. Valutazioni più dettagliate di questo scenario mostrano che alcune regioni costiere perdono il 9,56-2,84% del PIL, rivelando notevoli disparità regionali. Le regioni interne crescono a causa della domanda di sfollati dalle zone costiere, ma i guadagni del PIL sono modesti (0-1,13%). Mentre il recupero avvantaggia il settore delle costruzioni, i servizi pubblici e l'industria devono affrontare significative recessioni.Gli studi quantificano inoltre i danni diretti e indiretti, particolarmente vistosi in alcune aree del nostro Paese. Come previsto, la maggior parte delle perdite del PIL sono concentrate nelle regioni costiere. L'Italia, in questo contesto, subisce una delle maggiori perdite nazionali del PIL nell'UE al 4,43%. L’analisi regionale evidenzia che ciò è dovuto alle enormi perdite in Veneto (20,84% di perdita del PIL regionale) e dell’Emilia-Romagna (10,16% di perdita del PIL regionale). Queste due regioni  hanno contribuito con il 18,32% al PIL italiano nel 2015. Queste perdite sarebbero evidentemente disastrose non solo per queste regioni, e si accumulano nel tempo rallentando lo sviluppo economico a lungo termine e mettendo in sofferenza il sistema sociale complessivo. Valutazioni simili possono essere fatte per altre economie europee come la Polonia, Francia o la Grecia. Sebbene, infine, le regioni interne non subiscano danni diretti dall'innalzamento dei mari, le loro economie si dovranno ricalibrare anche con effetti disuguali nei vari settori produttivi. Questi cambiamenti sono guidati dallo spostamento della domanda nelle zone costiere verso i settori rilevanti per la ripresa e gli effetti di sostituzione in altre industrie.

Così come il vecchio pescatore Santiago ha un solo scopo: dimostrare di essere ancora in grado di affrontare una sfida, di non essersi ancora rassegnato alla sconfitta e alla morte, di essere disposto a lottare finché lui o il marlin, o gli squali o la vecchiaia non avranno dimostrato di essere più forti di lui, anche l'umanità dovrebbe essere capace, per garantirsi un futuro, di non lasciare alcuna via intentata per scongiurare gli scenari sopra descritti.

* Lo studio "Sea level rise projections up to 2150 in the northern Mediterranean coasts" è stato pubblicato il 18 dicembre 2023 da A. Vecchio (Radboud Radio Lab, Department of Astrophysics, Radboud University, Nijmegen, The Netherlands; LESIA, Observatoire de Paris, Université PSL, CNRS, Sorbonne Université, Université de Paris, Meudon, France;  Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma);  M. Anzidei (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma); E. Serpelloni (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Bologna), 2024 Environ. Res. Lett. 19 014050.

* Lo studio "Distribution of economic damages due to climate‑driven sea‑level rise across European regions and sectors," sostenuto dal Consiglio europeo della ricerca nell’ambito della ricerca Orizzonte 2020 dell’Unione europea, è stato pubblicato il 18 gennaio 2024 da Ignasi Cortés Arbués e Theodoros Chatzivasileiadis (Department of Multi-Actor Systems, Faculty of Technology, Policy and Management, Delft University of Technology, Delft, The Netherland) , Olga Ivanova (PBL Netherlands Environmental Assessment Agency, The Hague, The Netherlands), Servaas Storm (Department of Values, Technology and Innovation, Faculty of Technology, Policy and Management, Delft University of Technology, Delft, The Netherlands), Francesco Bosello (RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment (EIEE), Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Milano; Ca’Foscari Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Università Ca’Foscari, Venezia; Department of Environmental Sciences, Informatics and Statistics, Università Ca’Foscari, Venezia);  Tatiana Filatova (Department of Multi-Actor Systems, Faculty of Technology, Policy and Management, Delft University of Technology, Delft, The Netherland) su www.nature.com/scientificreports.
 
* Particolare dell'opera Il naufragio di Renato Guttuso
 
Per la Redazione - Serena Moriondo