Accelerare la transizione è indispensabile per ridurre i costi sociali, per una mobilità elettrica, digitale, condivisa per tutti. A spiegarlo, in occasione del Convegno "Clima e Lavoro" che si è tenuto a Torino il 25-26 gennaio scorso, è stata la Presidente dell’Associaizone Nuove Ri-Generazioni, Rossella Muroni, illustrando i dati di Legambiente.
I costi sociali del ritardo della transizione ecologica - ha spiegato Muroni - ricadono non solo sull'ambiente ma anche sulle famiglie, sulle lavoratrici e sui lavoratori. Alcuni dati:
- Secondo Eurostat Il 9,3% della popolazione che non è stato in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case nel 2022, era il 6,9% l’anno precedente. Per questo le azioni di RePowerEU inserite nei PNRR dovrebbero dare priorità agli investimenti per affrontare la povertà energetica famiglie e PMI
- Secondo l’Osservatorio Italiano Povertà Energetiche (OIPE 2023), l’incidenza della PE nel 2021 ha toccato l’8,5%, in crescita di mezzo punto percentuale sul 2020. Ma la povertà energetica non sono solo le bollette, ma abitare in case colabrodo, troppo calde e fredde, non avere accesso ai servizi energetici
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In quanto alla mobilità e trasporti non esistono indicatori ma non riguarda solo il caro benzina.
Secondo l'Osservatorio Stili Mobilità, un'iniziativa promossa da Legambiente con Ipsos che monitora cambiamenti, atteggiamenti, abitudini sulla mobilità degli italiani, in un'indagine svolta nel 2023 su un campione nazionale e le città di Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli emerge che:
Il 28% degli italiani ha dovuto rinunciare ad un'opportunità di lavoro a causa di: tempi troppo lunghi per recarsi al lavoro (32%), costi eccessivi (38%), assenza di servizi (30%)
Il 17% dei giovani ha dovuto rinunciare ad un'opportunità di studio a causa di: tempi troppo lunghi per recarsi al lavoro (30%), costi eccessivi (38%), assenza di servizi (32%)
Il 19% ha rinunciato alle cure mediche a causa di: tempi troppo lunghi per recarsi al lavoro (31%), costi eccessivi (38%), assenza di servizi (30%)
Il 25% ha rinunciato a una uscita di piacere a causa di: tempi troppo lunghi per recarsi al lavoro (31%), costi eccessivi (33%), assenza di servizi (34%)
Come evidenziano gli indicatori sulla precarietà (quelli legati al reddito e al costo del carburante, alle distanze elevate e all'assenza di alterative all'uso dell'auto privata, all'indisponibilità di mezzi di trasporto in famiglia e al costo degli abbonamenti o sharing, cioè in condivisione), il 50% della popolazione con redditi bassi in questi ultimi 30 anni ha subito un impoverimento, per questo vi è una sola ricetta: i “bonus” non cambieranno le cose, è necessario offrire nuovi servizi. La mobilità elettrica rinnovabile sarà parte della soluzione, ma l’auto elettrica del futuro sarà meno di proprietà, aziendale, usata, condivisa, noleggiata.
Tre le strategie indicate per la libertà di movimento delle persone:
1. La mobilità è un diritto: abbonamento integrato popolare per la mobilità regionale (50 €/mese a testa). Quindi meno auto di proprietà ma + tecnologie abilitanti, elettrici, connessi, accessibili, multimodali e superamento del criterio spesa storica, con: 1) aumento della spesa per garantire livelli di servizio essenziale in tutte le regioni e 2) sostegno della domanda con l’abbonamento popolare integrato. Indispensabile aumentare le risorse al Fondo del trasporto pubblico. Indispensabile garantire servizi di trasporto rapido di massa (TRM) anche nelle valli.
2. Nuova mobilità urbana e servizi di prossimità (“periferie” a 15 minuti). Ora è il momento della "prossimità" dopo il "distanziamento" dovuto alle misure restrittive causate dalla pandemia: scuole, lavoro, ambulatorio, condivisione, negozi, asilo, parco giochi, verde, metropolitana e TPL veloce. Le stazioni diventano hub mobilità sostenibile e luoghi di incontro, lavoro e studio a distanza. Le città ri-disegnano strade, piazze e la mobilità ciclopedonale come quella dei mezzi pubblici e lo spazio pubblico con auto e mezzi più grandi a 30 km/h o confinati in vie veloci mentre la mobilità ciclopedonale non va confinata (piste e marciapiedi) ma deve invadere lo spazio pubblico, non solo rotatorie! i colori, gli arredi, i dehort, il verde, si ridefiniscono gli spazi insieme alla gente (a tal proposito vi consigliamo anche la lettura dell'articolo "Progettare le città, riguarda tutti" 4.04.2023)
3. Trasporto zero emissioni: auto elettrica (e non solo) in uso a 100 €/mese. I mezzi di trasporto odierni possono essere predisposti per la condivisione (sia del mezzo che del viaggio, del parcheggio, dell’energia): in servizi cittadini, aziendali, di comunità, condominiale (come la colonnina o il posto auto), di cascinale o anche famigliare.
Bisogna dunque reagire a questi ritardi, facendo marciare insieme ambiente e lavoro, costruendo una mobilitazione per accelerare una transizione ecologica, che sia giusta e all’altezza delle sfide che abbiamo davanti.
Link: Testo Legambiente
Link: Videoregistrazione iniziativa
Per la Redazione - Serena Moriondo