"Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva. Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse". A scrivere queste parole è stata la scrittrice Michela Murgia nel suo saggio "Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più" (Einaudi, 2021), di cui consigliamo la lettura. E' l'incipit più consono per introdurre un articolo appassionante che vogliamo segnalarvi . Si tratta di "Ersilia Bronzini, femminista" apparso sul Post il 14 marzo 2024. Una specificazione è d'obbligo: gli articoli del Post non sono quasi mai firmati, "la ragione maggiore per l’anonimato - spiega la stessa testata - è la convinzione che quello che viene scritto sia più importante di chi lo scrive."
"A Milano ci sono circa 4.200 strade, divise tra vie, viali, corsi, piazze, piazzali, larghi, vicoli, bastioni, ma anche una strada, un carrobbio, due alzaie e una ripa. In tutta questa vastità odonomastica spiccano, per la loro solitudine, le strade intitolate alle donne, che sono solo 141; scartando però quelle dedicate alla Madonna, alle sante e alle martiri e quelle dedicate a regine e principesse, ne restano 85 su 4.250, meno del 2 per cento. Da un anno c'è anche la Passeggiata Ersilia Bronzini, che è stata una delle più grandi femministe italiane: un giardinetto spartitraffico nel bel mezzo del viale dedicato al marito."
Link: Ersilia_Bronzini_femminista.pdf
Per la Redazione - Serena Moriondo