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Dopo la revisione, voluta dal Governo Meloni,  definitivamente approvata dalle istituzioni europee lo scorso dicembre, si sono registrate diverse difficoltà nell'analisi sul nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR): sono 617 i target e milestone attualmente previsti, rispetto ai precedenti 527, dovuti in gran parte all’aggiunta della nuova missione dedicata al RepowerEu (il piano energetico europeo del 18 maggio 2022).

La Fondazione Openpolis, che promuove l'accesso alle informazioni pubbliche, ha recentemente scritto che le informazioni pubblicate dal Governo finora non sono sufficienti ai fini del monitoraggio del Piano. Sapere come vengono spese risorse pubbliche è però un diritto di tutti i cittadini e questo obbligo di trasparenza finora non è stato rispettato.

Purtroppo i dati accessibili su milestone e target sono infatti pochi e poco aggiornati sia sul portale governativo Italia domani che sui siti dei ministeri e su altre fonti ufficiali. La situazione - spiegano da Openpolis - è, inoltre, gravemente peggiorata nel corso del 2023, quando è stata avviata dal Governo Meloni la procedura di revisione del Piano italiano. Tant'è che la cabina di regia ha approvato la quarta relazione del governo per il Parlamento sullo stato di attuazione  solo il 22 febbraio 2024. La precedente risale al 31 maggio 2023 ed è l’unica pubblicata nel corso di quell’anno. Va ricordato che per legge questo documento deve essere presentato con cadenza semestrale. Inoltre, i ministeri non hanno più aggiornato i propri siti a riguardo e anche la documentazione parlamentare sul tema ha subito per mesi un calo di qualità e aggiornamenti.

Come è noto i soggetti attuatori degli interventi l’obbligo di rendere disponibile (ovvero di aggiornare sul sistema informatico ReGiS), il cronoprogramma procedurale e finanziario ogni sei mesi. Il 2 aprile, è stata la scadenza più vicina per la presentazione. Potremo forse avere un quadro più preciso fra circa 1 mese solo quando, cioè, l’Amministrazione centrale, titolare della misura, cui sono attribuite le funzioni di coordinamento, monitoraggio, rendicontazione e controllo provvederà ad attestare che quanto dichiarato stia assicurando il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi previsti dal PNRR. Tra i quali, lo ricordiamo, vi sono i Piani Urbani Integrati dei Comuni e i progetti di Rigenerazione urbana che, se non saranno rispettati, vedranno attivarsi le nuove regole dei poteri sostitutivi e del recupero, approvate dal DL19/2024.

Alcune criticità - tra le quali quelle determinate da condizioni oggettive (inflazione, aumento costi energia, ecc.) erano già state segnalate dalla Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, pubblicata dalla Corte dei conti del novembre scorso.

La Banca centrale europea, ad esempio, da tempo sta sottolineando il ruolo che stanno svolgendo i profitti nell’alimentare la crescita dei prezzi, sostenendo che le imprese di alcuni settori (produttori e distributori energia) sono state in grado di mantenere i propri margini relativamente alti, a scapito di alcuni settori manufatturieri più energy intensive (alimentari, tessili e abbigliamento, mezzi di trasporto) e gravando prevalentemente sui redditi da lavoro dipendente, che non hanno la possibilità di ricostituire il proprio potere d’acquisto come possono fare le imprese, i lavoratori autonomi o i percettori di altre rendite. In tal modo,  l’aumento dell’inflazione - che è uno dei motivi che ha richiesto la revisione del Piano - non è, quindi, il risultato del solo aumento dei costi energetici ma degli alti profitti di alcuni a scapito della collettività.

La stessa Relazione "Programma delle attività per l'anno 2024" del 18 gennaio 2024, aveva evidenziato che: "La revisione del PNRR ha definanziato molti interventi dei comuni, in parte già attivati. Il processo potrebbe subire un rallentamento se non saranno tempestivamente individuate le risorse sostitutive. Questo aspetto rappresenta un elemento di criticità che potrebbe rallentare il raggiungimento di importanti obiettivi non più inclusi nel piano."

In questo quadro ancora poco chiaro stanno comunque emergendo nuovi elementi utili alla comprensione dello stato del PNRR:

  1. la Ragioneria generale dello Stato ha diffuso un quadro aggiornato sulle  scadenze cioè gli obiettivi (target ) e i traguardi (milestone) da conseguire ogni trimestre fino al 2026 che dimostra come molte di queste siano state posticipate (per valutare il raggiungimento dei primi si utilizzano indicatori quantitativi, mentre le seconde si caratterizzano per una componente più qualitativa e rinviano generalmente all’approvazione di atti normativi o amministrativi. Le milestone precedono cronologicamente i target, perché le prime rappresentano delle tappe intermedie per il conseguimento dei secondi);
  2. il decreto legge 19/2024 contiene indicazioni per l’attuazione del PNRR. Tra queste, alcune modifiche alla governance del Piano che vedono un ruolo ancora più centrale della struttura di missione. Il decreto inoltre fornisce indicazioni sulle risorse stanziate per portare comunque a compimento quei progetti rientranti in misure che sono state del tutto o in parte stralciate dal piano, oltre alle indicazioni sulle fonti di finanziamento utilizzate: 3,4 miliardi € le risorse messe a disposizione per le misure del PNRR definanziate del tutto o in parte. L’attuazione del PNRR rivisto nonché la realizzazione dei progetti rientranti in misure definanziate, richiede investimenti pari a circa 15,5 miliardi. Nel decreto si chiarisce che in realtà il fabbisogno finale sarà di oltre 17 miliardi. Anche se non specificato, è ipotizzabile che questa discrepanza sia dovuta alla necessità di ripagare interessi sui debiti. Oltre che di tenere conto dell’andamento dell’inflazione a cui si lega l’aumento del costo delle materie prime. Per recuperare questo ammontare il Governo ha fatto un’operazione di drenaggio da diverse altre voci del bilancio dello Stato, stralciando alcuni progetti finanziati con il fondo stesso, in particolare quelli previsti all’articolo 2 commi 1-bis, 1-ter e 1-quater del decreto legge 59/2021) e in parte abrogando il fondo per il trasferimento tecnologico alle imprese del mezzogiorno, istituito dall’articolo 1 comma 977 della legge di bilancio per il 2022. La seconda voce che vede un taglio più consistente finalizzato al recupero di risorse riguarda il fondo complementare. La parte più consistente (circa il 38%) deriva dal fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo 2021-2027. Per Per maggiori dettagli è possibile consultare l’allegato 1 del decreto legge;
  3. il 22.02.2024 il Governo ha pubblicato la "Quarta relazione sullo stato di attuazione del PNRR" dove, a pag.20, è stata pubblicata la Figura 6 con l'allocazione delle risorse del nuovo Piano per Missione. Data la complessità del documento composto da ben 200 pagine, ci limitiamo a sottolineare che "l’avanzamento finanziario del PNRR può essere considerato da due punti di vista differenti: da un lato, con riguardo ai flussi delle risorse europee versate all’Italia in esito al conseguimento degli obiettivi semestrali; dall’altro, come spesa effettivamente sostenuta per la realizzazione delle misure previste dal Piano." E, a tal proposito, il Rapporto della Commissione europea sulla valutazione intermedia sottolinea come "il livello di spesa effettivamente sostenuto finora è inferiore alle risorse trasferite. [...] In tale contesto, il nostro Paese, al 31 dicembre 2023, ha ottenuto 101,93 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 52% del totale del PNRR, comprensivi del prefinanziamento iniziale. Alla data del 31 dicembre 2023, in base ai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze [...] le spese sostenute risultano pari a circa 45,6 miliardi di euro."
    Il dato riportato dalla Relazione governativa "si riferisce alla spesa effettuata dai soggetti attuatori come riscontrabile dal sistema di monitoraggio ReGiS" . Qualora le amministrazioni non abbiano provveduto a registrare le singole operazioni il dato risulterà incompleto e per tale ragione, nel 2024, il Governo si è impegnato a intraprendere "azioni per rafforzare l’obbligo per le amministrazioni di aggiornare tempestivamente le informazioni rilevanti, nell’ambito di un regime di responsabilità per il conseguimento degli obiettivi PNRR. Ciò consentirà di allineare il dato di spesa all’effettivo stato di attuazione dei singoli interventi, con un incremento del dato complessivo." Entro la fine del 2024 il Governo si è impegnato ad adottare "misure volte ad aumentare il personale dedicato alla gestione dei pagamenti nelle amministrazioni centrali e locali [...] e, inoltre, sarà introdotta la possibilità per le imprese creditrici di cedere a terzi il proprio credito dopo 30 giorni di silenzio/inadempimento da parte della PA.";
  4. nello specifico sono 99 le misure modificate. La revisione in 74 casi ha riguardato circostanze oggettive che avrebbero impedito di raggiungere gli obiettivi previsti nei tempi stabiliti. In 17 casi si è trattato invece di una semplice correzione di errori materiali. In 8 circostanze sono state individuate migliori alternative. Ci sono poi 5 casi in cui sono stati eseguiti degli scale-up, cioè interventi rafforzativi di misure già presenti nel piano, tali interventi rientrano tutti nella nuova missione. Le misure completamente nuove invece sono 24, di cui 22 riguardanti anche in questo caso il capitolo sul RepowerEu. Infine 4 misure sono state eliminate del tutto. Si tratta di: promozione di impianti innovativi (incluso offshore); sviluppo di una leadership internazionale nel campo delle energie rinnovabili e delle batterie; interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni (misura del valore originario di 6 miliardi i cui progetti non saranno finanziati nemmeno con fonti alternative); valorizzazione dei beni confiscati alle mafie;
  5. un dato che tutt’ora manca dopo la revisione è quello sugli importi delle singole misure. Tale informazione infatti è disponibile solo a livello di missioni, componenti e amministrazioni titolari. Sappiamo però che i fondi saranno distribuiti tra 25 soggetti: l’amministrazione che può contare su più fondi è il ministero delle Infrastrutture con circa 40 miliardi, seguono il ministero dell’Ambiente (33,7 miliardi) e quello delle Imprese (28,9 miliardi). Il grafico allegato, elaborato da Openpolis, mostra la nuova redistribuzione delle risorse del PNRR tra le amministrazioni titolari a seguito della revisione. Alla data di pubblicazione della relazione risultavano ancora da assegnare circa 1,4 miliardi;
  6. come è noto, la Risoluzione del Parlamento europeo del 15 giugno 2023 sull’attuazione e la realizzazione degli Obiettivi di
    sviluppo sostenibile (2023/2010(INI)), ha sottolineato la necessità che gli Stati membri si dotino degli strumenti necessari a comprendere e approfondire il contributo dei rispettivi Piani di ripresa e resilienza all’avanzamento verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) dell’Agenda 2030. L’Italia ha  avviato tale rilevanzione nel 2022 con riferimento al Piano approvato nel 2021 (a settembre 2022 è stata pubblicata sui siti istituzionali ISTAT e ItaliaDomani la prima versione della mappatura, a ottobre 2022 la seconda. Nessuna valutazione è stata aggiornata nel 2023 e, al momento, non c'è alcuna valutazione sul Piano revisionato l'8 dicembre 2023. La Figura 8 (Il contributo finanziario del PNRR al conseguimento degli SDGs) a pag.115, mostra le risultanze dell’aggiornamento della mappatura all'ottobre 2022 dove si può notare che circa il 30% degli investimenti del Piano (57,4 miliardi di euro) contribuiva al conseguimento dell’Obiettivo 9 (Infrastrutture, innovazione e industrializzazione).

Link: Infografica_nuova_assegnazione_fondi_PNRR_8_dic_2023.pdf

* Foto di Markus Spiske su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo