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Inquinamento e consumo di suolo attraverso l’edificazione di opere inutili e infrastrutture sempre più imponenti, sfollamento di residenti e attività commerciali, spopolamento e desertificazione dei centri storici, aumento delle disuguaglianze socio-economiche e spaziali, alterazione del mercato immobiliare e creazione di spazio a uso e consumo di utenti progressivamente più ricchi: sono soltanto alcuni degli effetti collaterali che il turismo di massa produce sull’ambiente e gli spazi urbani che attraversiamo quotidianamente. Eppure, al netto di queste conseguenze disastrose sempre più evidenti, slogan come “il turismo genera ricchezza e lavoro” e il sempreverde “il turismo è il petrolio d’Italia” continuano a trovare ampio spazio nel dibattito pubblico, utilizzando in modo strumentale metafore che mettono in mostra una vera e propria spoliazione di risorse.

Il tema è affrontato nell'articolo di particolare interesse che ha scritto, nel 2021, Giuseppe Luca Scaffidi in "Oltre il turismo di Sarah Gainsforth" commentando il  libro della Gainsforth, per il Tascabile, entrambi di grande attualità. Ricercatrice indipendente e giornalista freelance, la Gainsforth si occupa di temi sociali con un focus sulle disuguaglianze e sulle politiche abitative. Nel suo libro mostra le contraddizioni di un settore che ha un enorme indotto, ma che ha allo stesso tempo conseguenze spesso devastanti per i territori; racconta il ruolo che in questo processo hanno avuto lo sviluppo dell’economia, le politiche urbanistiche e la cultura e propone come ripensare il turismo a partire da una nuova prospettiva, da un’ecologia popolare. Scaffidi, che ne cura la recensione, si interessa di città, ecologia e libri e suoi testi sono stati pubblicati su varie testate, Not, Singola, Jacobin, Dinamopress, Tuttogreen de La Stampa, The Submarine e sul blog di Kobo.

Quando il rapporto tra turisti e residenti risulta sbilanciato in favore dei primi, le città si trasformano in attrazioni turistiche invivibili, finendo per imboccare la via del collasso da sovraffollamento: in cima alla classifica mondiale delle destinazioni perite per “troppo turismo” troviamo la cittadella croata di Dubrovnik, la King’s Landing di Game of Thrones, travolta da un processo di gentrificazione irreversibile, con soli 1.500 residenti rimasti nel centro storico a fronte di oltre 10.000 turisti che, di giorno in giorno, prendono d’assalto i ristoranti e le decine di negozi di souvenir dedicati alla serie tv HBO. [..] Anche se l’overtourism e la turistificazione dei centri storici sono fenomeni relativamente recenti, queste pratiche affondano le radici in alcuni processi in atto già da tempo in molte città. In particolare, Gainsforth evidenzia come il turismo sia diventato un settore trainante per le economie urbane a partire dalla fine degli anni Settanta, quando il legame tra industrializzazione e urbanizzazione è entrato in crisi, agevolando una trasformazione profonda da parte delle città che, da luoghi di produzione, si sono trasformate in centri di servizi. [..] Le città turistiche si assomigliano sempre di più, perché perdono i tratti locali che le rendono uniche e particolari […] un fenomeno che avviene perché l’economia si specializza in unico settore, quello del turismo, a discapito delle varietà di funzioni urbane e di un commercio che serve i residenti. Sono le città ad adattarsi ai turisti, e non viceversa. 

Link: Oltre_il_turismo_di_Sarah_Gainsforth.pdf

* Foto di Anton Volnuhin su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo