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L'Intelligenza Artificiale (AI, artificial intelligence) è arrivata nei giorni scorsi all'ONU, attenzione poi in parte dirottata sull'escalation che ha attirato l’attenzione dei leader del mondo riuniti a New York sulla crisi in corso nella regione che, estendendosi al Libano, rischia di sfociare in un conflitto globale.

Dopo l'uscita di ChatGPT nel 2022, il tema è diventato ancora più pressante, perchè i sistemi basati sui Large Language Models mostrano capacità che vanno al di là delle nostre attese, ma anche non poche criticità e molti aspetti su cui è necessario riflettere. L'Organizzazione delle Nazioni Unite sta provando ad assumere un ruolo attivo nel controllo dell'IA, una tecnologia che trova applicazione (senza regole) anche in guerra.

Ben consapevoli che l'IA presenta sia rischi che opportunità - ne abbiamo parlato in diversi articoli pubblicati sul sito dell'Associazione Nuove Ri-Generazioni - il Comitato consultivo dell'ONU suggerisce la creazione di un organismo simile al Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) allo scopo di raccogliere informazioni aggiornate sulla tecnologia e sui suoi rischi. 

Tra le maggiori preoccupazioni, non c'è solo la possibilità che l'IA venga usata per sostituire in massa le lavoratrici e i lavoratori ma anche nella sorveglianza di massa, nell'automatizzare la disinformazione, nel generare informazione e video falsi e armi letali autonome.

Dalla Rivoluzione industriale le tecnologie "hanno rimodellato molteplici settori e industrie" ma ci sono voluti decenni perché il loro impatto si facesse sentire. L'intelligenza artificiale generativa - secondo l'ONU - sta accelerando questa tendenza: gli esperti ritengono che i suoi effetti trasformativi saranno visibili entro questo decennio. Questa rapida integrazione significa che i nuovi sviluppi nell'intelligenza artificiale potrebbero rimodellare rapidamente le industrie, cambiare i processi di lavoro e aumentare la produttività.

L'innovazione ha però diverse facce e dimensioni ed ha un carattere problematico su cui conviene applicare diversi punti di vista. In altre parole, l'innovazione da sola non basta per raggiungere il progresso, senza lasciare indietro nessuno, come ci richiede l'Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Dell'impatto che le nuove tecnologie e, in particolare, l'IA avrà nel prossimo futuro sul piano occupazionale nei settori industriali e dei servizi se ne parla diffusamente da anni. Ne hanno parlato ILO e ITUC, e lo stesso Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rilevato che l’Intelligenza Artificiale influenzerà il 40% dei posti di lavoro, con una possibile crescita fino al 60% nelle economie sviluppate. Ne hanno parlato le Organizzazioni sindacali del Labour 7 e le Organizzazioni datoriali di Business 7 - in concomitanza con il G7 sul lavoro e occupazione  nei giorni scorsi - elaborando la dichiarazione congiunta "Realizzare il progresso dell'intelligenza artificiale attraverso il dialogo sociale".

Sull'impatto dell'IA sui settori pubblici se ne parla assai meno. Il Report FPA Data Insight, che ha visto la luce lo scorso maggio, contiene un’analisi dell’impatto potenziale dell’intelligenza artificiale sul lavoro nella Pubblica Amministrazione (PA), offrendo una stima in termini di esposizione dei dipendenti pubblici e potenziali effetti di complementarità/sostituzione in base alle professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori dei vari comparti (sanità, scuola, giustizia, enti locali, ecc.). 

In questo breve saggio - l'ultimo per me dato che, dopo quattro anni, si conclude qui la mia interessante e spero utile collaborazione con l'Associazione Nuove Ri-Generazioni, soprattutto per i frequentatori del sito - troverete una descrizione dei contenuti del Rapporto FPA e delle valutazioni dell'impatto che ci sarà, e sarà forte, sia in termini qualitativi sia numerici destinato ad intensificarsi, già dai prossimi mesi, con i progressi che si registreranno nel campo dell'intelligenza artificiale.

Link: INTELLIGENZA_ARTIFICIALE_-_Moriondo_29092024_.pdf

Foto di Nahrizul Kadri su Unsplash

Per la Redazione - Serena Moriondo