Apriamo un'altra finestra sulle città per scoprire percorsi sperimentali, buone pratiche di coinvolgimento dei cittadini in azioni di trasformazione urbana sostenibile. Proposte concrete su spazi interni, esterni, luoghi abbanonati o molto frequentati, luogi pubblici o privati, che trovano nuove vocazioni per aprirsi. Aiutateci in questo percorso, segnalandoci - all'indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - le buone pratiche realizzate nel vostro quartiere, borgo, città.
Partiamo dal comprendere la potenzialità di ciò che è costruito, spazi già esistenti e localizzati in aree vitali delle città, a volte alberati, spesso degradati o inutilizzati: i cortili.
Il cortile interno nell’architettura classica aveva la funzione di portare la luce naturale e aerare l’abitazione. Nei palazzi rinascimentali fu introdotto il cortile al centro dell’edificio, modello che derivava, appunto, da quelli del passato e che divenne il principale elemento caratterizzante di quel particolare stile architettonico.
I cortili degli stabili nobiliari delle nostre città sono tuttora impreziositi da fontane monumentali, antichi fregi e sarcofagi, statue e giardini che costituiscono un patrimonio artistico che spesso si tende a trascurare o che non si possono visitare se non nell’ambito del palazzo nobiliare di cui fanno parte. Non a caso i cortili, nel corso della storia, hanno avuto una valenza sociale e culturale, sono stati utilizzati come spazio museale o per le rappresentazioni teatrali e musicali.
I cortili delle modeste case di ringhiera o "a ballatoio" molto diffusi nelle città industriali, svelano ancora, dietro antiche cancellate o scuri portoni di legno e con la luce che viene da fuori, bellissimi contrasti ma spesso nascondono atri fatiscenti dove il degrado fa da padrone e nessuno ci vuole più abitare. Nei cortili, fino a metà Novecento, era consuetudine dell’ombrellaio, dell’arrotino, dello stagnaro, del cardatore, dell’impagliatore, .. fermarsi per per poche ore o un giorno, per offrire il proprio lavoro, mestieri poveri ma indispensabili. I cortili e le corti, con o senza giardini, da sempre, assumono diverse funzioni a seconda dell’edificio al quale appartengono: abitazioni, caserme, fabbriche, ospedali, università, conventi, scuole. Oggi, da parcheggi per le auto, anche in conseguenza delle disposizioni restrittive contro la pandemia, sono stati riscoperti e frequentati: ospitano concerti, proiezioni, vengono allestite mostre, sfilate o semplici momenti conviviali e di gioco, si celebrano messe religiose.
E’ ora di aprire i cortili e conferirgli una funzione in chiave di riqualificazione sociale, con la creazione di spazi verdi, orti urbani, luoghi di aggregazione, luoghi adibiti ad eventi culturali, anche attraverso la riorganizzazione delle facciate interne, verande, balconi ecc., con interventi mirati di efficientamento energetico teso al miglioramento delle condizioni di comfort abitativo insieme ad un risparmio energetico, soprattutto nei quartieri più popolari, dove l’edilizia residenziale sociale è stata lungamente e colpevolmente trascurata dalle amministrazioni pubbliche.
Lo sviluppo di soluzioni di co-residenza, condomini solidali e cohousing, inoltre - nel sviluppare forme di reciprocità e mutuo sostegno da parte degli anziani e dei giovani, a volte anche di tipo intergenerazionale - favorisce la rigenerazione di spazi comuni per lo svolgimento di attività condivise e momenti di socialità, iniziative culturali e servizi.
Iniziamo allora questo nuovo percorso, segnalando due case study : entrambi i progetti sono in fase di realizzazione nel quartiere Aurora della Città di Torino, un quartiere con la più alta concentrazione di minori stranieri, dato che si rispecchia anche nei numeri degli alunni della scuola che, in questo contesto, assume un ruolo attivo per la costruzione di una società equa e inclusiva. La possibilità di innescare concretamente progetti sul territorio è stata possibile grazie al ricorso al crowdfunding, strumento di finanziamento in grado di mobilitare partecipazione e risorse e dunque coerente con il processo dal basso, il cui vero valore risiede nel numero dei sostenitori più che nell’ammontare della singola donazione. Si è trattato di progetti a scala minima (ma con macrodesideri), lanciati nel settembre 2020, volutamente articolati in traguardi incrementali, in modo da garantire che processo, coinvolgimento ed entità economica fossero realistici e realizzabili (range economico dai 5 ai 25.000 euro, coerenti con l’intervento previsto). I progetti sono stati immaginati per l’iniziativa Bottom Up!, il primo festival di architettura di Torino 2020 (promosso dalla Fondazione per l’architettura insieme all’Ordine degli Architetti di Torino), che intende rappresentare un modello di rigenerazione urbana dal basso.
Cortile Mondo, è un progetto che vuole mantenere un frammento di natura e combattere fenomeni di segregazione scolastica attraverso un intervento che trasformi il cortile della scuola d’infanzia Marc Chagall in spazio pubblico aperto al quartiere, con laboratori e attività per tutti, di confronto tra culture differenti. Cortile Mondo si articola attraverso 3 temi che disegnano e animano lo spazio: la casa, l’acqua, il bosco e sottobosco. Si lavora nel giardino con i ritmi della natura e i tempi di apprendimento dei bambini e delle bambine, su una relazione con le comunità che assume le forme della collaborazione e del legame sociale. Il progetto Cortile Mondo non è cambiato per l’impatto della pandemia, anche se la scuola chiusa con l’impossibilità di accedere al giardino ha rallentato alcune attività; ma ha comunque colto l’occasione di arricchirsi di nuove riflessioni (Committenza: Progettiste: Mariolina Monge (architetta), Angela Nasso (architetta); Scuola d'Infanzia comunale Marc Chagall; Associazione Insieme dei genitori della Chagall; Accademia di Agricoltura Torino; LIPU Torino; Associazione ORME; Associazione Il campanile onlus; Associazione Educadora onlus; Associazione Ultramondo; Associazione Solco onlus; Associazione GreenTo).
Cort.lì, è un progetto che vuole rispondere all’esigenza dei cittadini di avere uno spazio di riferimento per tutti, attrattivo e inclusivo, dove la rigenerazione urbana possa diventare anche rigenerazione sociale. Lo stato dei cortili presenta una stratificazione dei sedimenti nel tempo che ha lasciato tracce frammentarie e discontinue (edifici, vegetazione, posa). a sistemazione prevede diversi livelli di intervento: regimazione delle acque meteoriche, predisposizione illuminazione scenografica, impianti elettrici e audio, pavimentazione, verde e installazione di elementi di arredo. Il progetto prevede di restituire unitarietà allo spazio aperto, componendo e facilitando usi diversi (gioco, sosta, incontro) e mitigando la disturbante presenza di manufatti ed opere esistenti.
Corti.Lì, durante questo anno di pandemia, ha utilizzato questo tempo per rimanere in contatto con le comunità di riferimento realizzando un ciclo di incontri on-line intorno ai nuovi modi di pensare il presente. Il progetto proseguirà nel 2021 tramite alcune azioni programmate: prosecuzione della campagna di crowdfunding in modo da ampliare la conoscenza del progetto e dei suoi obiettivi; predisposizione di un punto di lettura per i piccoli per il quartiere; formazione sui beni comuni e amministrazione condivisa. [Committenza: Coordinamento del progetto Opera Munifica Istruzione; Progettisti: Barboso Re; Opera Munifica Istruzione (OMI); Cooperativa Proges - Nido della Musica; Casa maternità Prima Luce; CAMERA Centro Italiano per la Fotografia; Il Centralino Club L'uovodicolombo].
Per la Redazione: Serena Moriondo