di Serena Moriondo
PROGRAMMAZIONE PUBBLICA: IL PUNTO SULLE STRATEGIE LOCALI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS)
L’Agenda 2030 è il risultato di un lungo percorso politico che, sulla spinta dei risultati della Conferenza Rio+20 e a partire dalla necessità di riformulare e rafforzare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (2000 – 2015), ha portato alla definizione di un nuovo quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile ispirato al principio dell’integrazione e del bilanciamento delle sue tre dimensioni: Ambientale, Sociale, Economica. L’Italia ha sottoscritto l’Agenda internazionale in materia di sviluppo sostenibile dal titolo: “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” (Transforming our world: The 2030 Agenda for Sustainable Development), adottata al Vertice delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile del settembre 2015.
La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) è stata approvata il 22 dicembre 2017 (Delibera CIPE 108). Per la predisposizione della Strategia nazionale e dei successivi aggiornamenti, anche la società civile è chiamata a dare il proprio contributo attraverso i gruppi di lavoro del Forum per lo sviluppo sostenibile. Così come i “Fora” regionali, il Forum è articolato in 5 aree tematiche, cui corrispondono altrettanti gruppi di lavoro: persone; pianeta; prosperità; pace; conoscenza, comunicazione, educazione. Il Forum nazionale ha prodotto 6 position paper riguardanti i giovani, la pace, le persone, il pianeta, la prosperità e i vettori di sostenibilità (https://www.minambiente.it/pagina/i-position-paper-del-forum-lo-sviluppo-sostenibile).
Un ulteriore contributo alla definizione di una metodologia di lavoro partecipata e istituzionalmente solida è il sostegno che il Ministero dell’Ambiente riceverà dalla Commissione europea, attraverso l’OCSE, nell’ambito del Programma di Supporto alle Riforme Strutturali 2017-2020, con il progetto dal titolo: “Policy coherence for sustainable development: mainstreaming the SDGs in Italian decision making process to enforce the paradigm shift”. Grazie a questo sostegno, il Ministero si avvarrà della consulenza di OCSE per promuovere valutazioni, ex ante ed ex post, delle politiche pubbliche per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il primo passo per assicurare il monitoraggio della performance dell’Italia nelle aree che compongono la SNSvS è la definizione di un set di indicatori, in linea con gli indicatori definiti dalla Inter Agency Expert Group on SDGs (IAEG-SDGs) creata dalla Commissione Statistica delle Nazioni Unite come recepiti dall’Italia nell’ambito del sistema ISTAT SDGs e con gli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES) aggiornati e commentati ogni anno nel Rapporto BES dell’Istat, che dal 2017 sono stati inseriti nel ciclo di programmazione economico-finanziario nazionale. A marzo 2018, su iniziativa del Ministero dell’Ambiente, è stato costituito il Tavolo di lavoro sugli Indicatori per l’attuazione della SNSvS con l’obiettivo di definire un nucleo di indicatori per il suo monitoraggio, al quale hanno partecipato rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Economia, di ISTAT e di ISPRA. Il Tavolo ha prodotto una Relazione di sintesi che include il set di indicatori che è stata successivamente condivisa con le Regioni le Province Autonome e le Città metropolitane. Gli indicatori selezionati sono stati assunti quale nucleo di base per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità in tutto il Paese. Il riferimento per l’individuazione dell’insieme di indicatori da utilizzare per il monitoraggio della SNSvS è rappresentato dagli indicatori SDGs Istat-Sistan diffusi ad aprile 2019, descritti nel Rapporto SDGs 2019. Gli indicatori SDGs Istat-Sistan vengono aggiornati e integrati due volte l’anno (ultimo aggiornamento 14 marzo 2021).
Il 18 dicembre 2018, si è tenuta a Napoli la prima Conferenza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, promossa dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare nell’ambito del progetto “CReIAMO PA” - Linea di intervento L2WP1 “Attuazione e monitoraggio dell’Agenda 2030” 2018-2023, quale contributo al rafforzamento della governance territoriale. Tra il 2020 e il 2021, è stata attivata la revisione triennale della SNSvS. Il processo di revisione ha visto il coinvolgimento di tutti i Ministeri, delle Agenzie e i centri di ricerca, che hanno il compito di fornire contributi tecnici e di policy per definire gli aggiornamenti da includere nel nuovo documento strategico. Il 3 e 4 marzo 2021 si è tenuta, in diretta streaming, la Conferenza Preparatoria, primo degli eventi pubblici “Verso la Conferenza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Insieme per il Futuro, un rilancio Sostenibile per l’Italia” previsti nel corso del 2021.
Strategie Regionali per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS)
Anche le regioni, entro 12 mesi dalla pubblicazione della delibera del CIPE entrata in vigore il 15 maggio 2018 (i.e. entro il 15 maggio 2019), avevano il compito di dotarsi di una Strategia di Sviluppo Sostenibile, coerente alla realizzazione degli obiettivi della Strategia nazionale.
Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), al fine di supportare le Regioni ha emanato - il 9 luglio 2018 (4ml di euro) e il 26 luglio 2019 (4,2 ml di euro) - ha pubblicato due Avvisi pubblici per il finanziamento di attività di supporto alla realizzazione di tale adempimento (Slide_accordi_MATTM_Regioni.jpg). A marzo 2020, il MATTM ha pubblicato un Rapporto con lo scopo di ricostruire lo stato dei processi di definizione delle strategie regionali e provinciali (15 regioni e la provincia autonoma di Trento hanno dato riscontro alle quattro domande poste nel rapporto: Governance - Forum - Attività di rete - Indicatori e monitoraggio (Sintesi_Rapporto_Strategie_Regionali_per_lo_Sviluppo_Sostenibile_MATTM_-_Moriondo_16052021.pdf).
Al momento della presentazione del Rapporto ASviS 2020 “I TERRITORI E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE“ - avvenuta il 15 dicembre 2020 da parte di Walter Vitali, in qualità di Coordinatore del gruppo di lavoro sul Goal 11 dell’ASviS - l’unica regione che aveva completato il percorso era il Veneto.
Al 14 aprile 2021, secondo quanto riportato dal Ministero della Transizione ecologica https://www.minambiente.it/pagina/strategie-regionali-e-provinciali-lo-sviluppo-sostenibile, lo stato di approvazione delle Strategie regionali di Sviluppo Sostenibile è il seguente:
- su 21 regioni e province autonome solo 3 regioni, Lazio (2021), Liguria (2021) e Veneto (2020), alla data indicata, hanno deliberato le SRSvS;
- sono tre le regioni che indicano una data di prossima pubblicazione del proprio documento strategico: la Provincia autonoma di Trento (maggio 2021), Lombardia (luglio 2021), Marche (entro il 2021);
- 5 regioni (Basilicata, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Sicilia) non presentano un collegamento con il MATTM.
Le regioni hanno altresì il compito di promuovere l'attività delle amministrazioni locali che si devono dotare di strumenti strategici coerenti e capaci di portare un contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia regionale (dall’Agenda 21 alle Agende urbane).
La Carta di Lipsia e l'Agenda Urbana Nazionale
La Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili , adottata nel 2007, ha contribuito a definire il concetto di sviluppo urbano integrato a livello dell'UE e ha influito sullo sviluppo delle iniziative dell'Unione in questo campo, come l' agenda urbana . Il suo messaggio centrale per promuovere lo sviluppo urbano integrato e sostenibile è valido oggi come nel 2007. Tuttavia, sfide globali urgenti come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la scarsità di risorse, i movimenti migratori, il cambiamento demografico, le pandemie e le economie in rapido cambiamento hanno, più di ieri, un impatto diretto e locale su paesi e città in tutta Europa. La necessità di una trasformazione sostenibile è sottolineata dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 11 dedicato a rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili, la Nuova Agenda Urbana, l'Accordo di Parigi e il Green Deal della Commissione Europea.
La nuova Carta di Lipsia è stata adottata lo scorso 30 novembre (2020) e prende in considerazione l'impatto delle pandemie sanitarie sulle città e sui piccoli comuni, con il conseguente potenziale aumento delle disparità territoriali. Il nuovo testo sostiene i principi di un approccio di governance integrato, basato sul territorio e multilivello. La nuova Carta riconosce che le zone rurali attorno a quelle urbane offrono importanti benefici alle città e sottolinea l'importanza di promuovere la "coesione digitale" in Europa, nell'interesse sia dei cittadini che dei territori.
La nuova Cartadà atto della validità dei tre pilastri (Legiferare meglio, Finanziare meglio, Conoscere meglio) dell'Agenda urbana per l'UE che sono stati individuati dal Pact of Amsterdam. Urban Agenda for the Eu che del 2016, che ha individuato 12 temi prioritari sui quali si sarebbero dovute avviare le partnership formate da rappresentanti degli Stati membri, da autorità urbane ed esperti :1) Inclusione dei migranti e dei rifugiati, 2) qualità dell’aria; 3) povertà urbana, 4) housing, 5) economia circolare, 6) adattamento ai cambiamenti climatici, 7) transizione energetica, 8) mobilità urbana, 9) transizione digitale, 10) acquisti pubblici, 11) lavori e competenza nell’economia locale, 12) uso sostenibile del terreno e soluzioni eco-based. La conferenza Habitat III dell’ONU a Quito (17-20 ottobre 2016) ha, inoltre, adottato la New urban Agenda e l’Italia ha elaborato un proprio Rapporto nazionale.
Nel Rapporto “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, presentato il 28 settembre 2016 da ASviS in collaborazione con URBAN@it, si fa esplicito riferimento alla necessità di incardinare nella Strategia per lo sviluppo urbano sostenibile l’Agenda urbana nazionale (come indicato anche dal Rapporto italiano preparato per la Conferenza di Quito). Nonostante gli impegni assunti, ad oggi non abbiamo ancora un’Agenda urbana nazionale. Per Agenda Urbana Nazionale si intende il documento che ha il compito di individuare i temi fondamentali di sviluppo nel quale vengono indicate le priorità a sostegno delle Città che riguardano in particolare la povertà, la segregazione spaziale e sociale, il cambiamento demografico e l’utilizzo delle energie rinnovabili.
Agende Metropolitane per lo Sviluppo Sostenibile (AMSS)
Per quanto riguarda le Città Metropolitane, il Gruppo di lavoro ANCI su “L’Agenda Urbana delle Città Metropolitane per lo Sviluppo Sostenibile” (AMSS) del 2018, confermava l’indicazione della Carta di Bologna per l’Ambiente (2017) nel promuovere lo sviluppo sostenibile all’interno dei "Piani strategici metropolitani". Ta dicembre 2019 e gennaio 2020 il Ministero ha sottoscritto Accordi di collaborazione con le 14 Città metropolitane, che sono quindi oggi in corso di attuazione, offrendo loro un supporto metodologico ed economico quantificabile in 2,5 ml di euro (Slide_accordi_MATTM_Città_Metropolitane.pdf).
Al momento solo la CM di Bologna, che è stata la prima Città Metropolitana ad approvare l’”Agenda per lo sviluppo disponibile 2018/2019”, sta elaborando una versione più aggiornata, l’Agenda 2.0, con la finalità di estendere la dimensione prettamente ambientale della prima Agenda a quella economica e sociale. Le nuove dimensioni dell’Agenda Metropolitana per lo Sviluppo Sostenibile di Bologna comprende 4 azioni: Transizione verso l’economia circolare nel territorio collinare e montano della CM di BO; Studio di prefattibilità sulla riorganizzazione dei servizi di trasporto pubblico nelle aree produttive; Linee guida per la forestazone metropolitana; Operation Center&Cities Web. Tutte le altre CM, con alcune distinzioni nell’avanzamento della sua realizzazione, si sono limitate a gettare le basi per la definizione di un'Agenda metropolitana.
Con tre SRSvS approvate (Veneto, Liguria e Lazio) e una sola AMSS (CM Bologna), a metà aprile 2021, registriamo un ritardo allarmante nell’applicazione degli impegni assunti sulle tematiche della sostenibilità entro il 2030. Questo ritardo, purtroppo, è innanzitutto culturale.
Lo stesso PNRR Italia inviato alla Commisisone europea il 25 aprile u.s., purtroppo non allinea gli interventi previsti all’interno delle sei missioni e delle riforme ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’agenda 2030 (PNRR_suddiviso_per_missioni.pdf).
Al contrario, i 17 obiettivi di Agenda 2030 - oltre a prevedere un raccordo con i 5 obiettivi della politica comunitaria 2021-2027 (TABELLA_correlazione_17_goals_e_5_obiettivi_comunitari_2021-2027_.pdf) -devono rappresentare, inevitabilmente, anche il contesto di riferimento delle politiche regionali con cui occorre confrontarsi nel medio e lungo periodo (Fondi comunitari 2021-2027). Pena anche il fallimento dei progressi auspicati dal Presidente Draghi nella sua introduzione al Piano, al fine di "...riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni."