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Foto Innondazioni a Bad Neuenahr Ahrweiler in GermaniaTutti i quotidiani hanno dedicato ampio spazio a quello che è successo in Germania. Anche The New York Times pubblica un articolo nel quale si ammette che "It Is All Connected’: Extreme Weather in the Age of Climate Change", 

Le immagini dalla Germania hanno fatto il giro del mondo, sono sorprendenti e terrificanti: case, negozi e strade nelle pittoresche città e villaggi violentemente spazzati via dalle inondazioni dei fiumi in rapido movimento. Altri Paesi del Nord Europa sono stati colpiti ma, nel caso delle alluvioni, la topografia dei territori e la manutenzione possono fare la differenza. Nei Paesi Bassi, ad esempio, l'impatto dei temporali è stato contenuto grazie agli interventi di abbassamento del letto dei fiumi effettuati negli anni Novanta. 

Una ragione per gli acquazzoni più forti ha a che fare con la fisica di base: l'aria più calda trattiene più umidità, rendendo più probabile che una tempesta specifica produca più precipitazioni. Gli scienziati hanno dimostrato che il mondo si è riscaldato di poco più di 1 grado Celsius (circa 2 gradi Fahrenheit) dal XIX secolo da quando abbiamo iniziato a pompare nell'atmosfera enormi quantità di gas che intrappolano il calore. Per ogni grado centigrado di riscaldamento, l'aria può trattenere il 7% in più di umidità. Di conseguenza, ha affermato Hayley Fowler, professoressa che studia l'impatto dei cambiamenti climatici presso l'Università di Newcastle in Inghilterra, "questi tipi di tempeste aumenteranno di intensità". E sebbene sia ancora oggetto di dibattito, ci sono studi che suggeriscono che il rapido riscaldamento nell'Artico stia influenzando la corrente a getto, riducendo la differenza di temperatura tra le parti settentrionale e meridionale dell'emisfero settentrionale. Un effetto in estate e in autunno è che la corrente d'aria ad alta quota, che circonda il globo, si sta indebolendo e rallentando. Ciò significa che le tempeste devono muoversi più lentamente. La tempesta che ha causato la recente inondazione in Germania è stata praticamente stazionaria, la combinazione di più umidità e un sistema temporalesco in stallo può portare a piogge extra pesanti su una determinata area.

L'Intergovernmental Panel on Climate Change, il gruppo sostenuto dalle Nazioni Unite che riferisce sulla scienza e gli impatti del riscaldamento globale, ha affermato che la frequenza di questi eventi aumenterà man mano che le temperature continuano ad aumentare.

Infografica 3L’importanza di proteggere il suolo e di promuoverne la salubrità, tenendo conto del persistere del degrado dell'ecosistema vivente, risorsa non rinnovabile, deriva anche dai costi dell'inazione riguardo al degrado del suolo, con stime che nell'Unione Europea superano i 50 miliardi di Euro all'anno (Parlamento europeo, 2021). L’Italia -  secondo l'edizione 2021 del Rapporto SNPA sul "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici" pubblicata il 14 luglio -   potrebbe essere costretta a sostenere, a causa della perdita di servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo tra il 2012 e il 2030, un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro, in pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 mq al secondo registrata nel 2020 e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumenterà la pericolosità idraulica dei nostri territori, ci troveremmo a sostenere costi umani, ambientali ed economici molto alti a causa della mancanza di raggiungimento degli obiettivi dei LEPTA, i Livelli Essenziali delle Prestazioni Tecniche Ambientali, che costituiscono il livello minimo omogeneo su tutto il territorio nazionale delle attività che il Sistema nazionale è tenuto a garantire, anche ai fini del perseguimento degli obiettivi di prevenzione collettiva previsti dai livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA).

Infografica 4A livello nazionale, nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, quasi 60 chilometri quadrati di suolo (ormai il 7,11% del territorio nazionale) è stato impermeabilizzato (circa 360 mq di cemento a persona, erano 160 negli anni ’50). L’incremento maggiore quest’anno è in Lombardia, che torna al primo posto tra le regioni con 765 ettari in più in 12 mesi, seguita da Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439) e Lazio (+431).

Nelle aree a pericolosità idraulica la percentuale supera al 9% per quelle a pericolosità media e il 6 % per quelle a pericolosità elevata. Il confronto tra i dati 2019 e 2020 mostra che 767 ettari del consumo di suolo annuale si sono concentrati all’interno delle aree a pericolosità idraulica media e 285 in quelle a pericolosità da frana, di cui 20 ettari in aree a pericolosità molto elevata (P4) e 62 a pericolosità elevata. Le percentuali si confermano alte anche nei territori a pericolosità sismica alta dove il 7% del suolo risulta ormai cementificato.

In Italia si superano i 2300 gli ettari consumati all’interno delle città e nelle aree produttive (il 46% del totale) negli ultimi 12 mesi. Per questo le città italiane sono sempre più calde, con temperature estive, già più alte di 2°C, che possono arrivare anche a 6°C in più rispetto alle aree limitrofe non urbanizzate. Solo in Sardegna sono stati ricoperti più di un milione di mq di suolo per impianti fotovoltaici, il 58% del totale nazionale dell’ultimo anno, e si prevede un aumento al 2030 compreso tra i 200 e i 400 kmq di nuove installazioni a terra mentre potrebbero essere realizzate, in larga misura, su edifici già esistenti. Con la logistica l’Italia perde altro terreno, infatti invece di rigenerare e riqualificare spazi già edificati in sette anni sono stati consumati 700 ettari di suolo agricolo e il trend è in crescita. In Veneto le maggiori trasformazioni (181 ettari dal 2012 al 2019, di cui il 95% negli ultimi 3 anni) dovute alla logistica, seguita da Lombardia (131 ettari) ed Emilia-Romagna (119).

Oggi, dunque, più che mai, l'equilibrio tra esigenze economico-produttive e del diritto al lavoro, da un lato, e la tutela della salute e dell’ambiente come valori attinenti alle precondizioni necessarie per garantire la salute individuale e il mantenimento dell’ equilibrio ambientale e degli ecosistemi, dall'altro, deve tornare al centro della riflessione sul modello di sviluppo che dovremo costruire.

Il rapporto è scaricabile al seguente link: https://www.snpambiente.it/2021/07/14/consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2021/

 Per la Redazione - Serena Moriondo