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disegno città a colori di Serena Moriondo

Ora che è stato reso pubblico l'elenco dei progetti PINQuA ammessi dall'Alta Commissione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), dovremo venire a conoscenza:

  1. delle 19 proposte non ammesse e le motivazioni; che le hanno escluse;
  2. in base al punteggio ottenuto dagli altri 271, quali sono state le soluzioni individuate dai comuni, dalle città metropolitane e dalle regioni in grado di rispondere ai diversi Indicatori di impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico sui quali si è formato il giudizio della Commissione;
  3. quali e quante proposte progettuali che si proponevano di migliorare la qualità dell’abitare sono partite dall’analizzare le carenze del proprio territorio e, valutate le possibilità di recupero e rigenerazione, si sono mosse per far convergere l’impegno dell’azione pubblica e favorire l’intervento dei privati e quante, invece, hanno presentato proposte che sono per lo più una sommatoria di opere senza relazioni reciproche, opere magari utili ma comunque ben lontane dal costruire le premesse per prospettare il riscatto di ambiti segnati da degrado e povertà urbana;
  4. quali e quante proposte progettuali contengono piani di recupero caratterizzati soprattutto dal solo recupero edilizio senza introdurre piani di rigenerazione economica, sociale e ambientale in linea con i 17 Obiettivi dello sviluppo sostenibile;
  5. quali e quante proposte progettuali si sono poste il rischio che, con il recupero e il rilancio delle aree degradate, possa avanzare il fenomeno della gentrificazione,cioè che gli investimenti associati a interventi di economia culturale si traducano in un miglioramento del quartiere nel momento in cui questo espelle gli abitanti più poveri e con minori risorse sociali. 

Non vi sembri una richiesta immotivata. Prima del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, abbiamo avuto il Piano nazionale per le città, il Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate ed il Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie ma, che io sappia, nessun realistico bilancio di ciò che hanno prodotto.

Per questo sarei partita da lì, da ciò che c’è e da ciò che manca, per capire cosa realizzare e come realizzarlo, cercando di dare un senso a questo importante investimento pubblico di rigenerazione.

Ora i comuni, le città metropolitane e le regioni, avranno 240 giorni - dalla pubblicazione del decreto di approvazione dell’elenco di ammissione delle proposte preliminari - per la presentazione della progettazione definitiva (di livello esecutivo), prima che l’Alta Commissione rilasci il nulla osta al finanziamento e si completino i passaggi successivi (dalla sottoscrizione degli accordi di programma/convenzioni alla realizzazione dei progetti).

Un'altra occasione (da non perdere ) per conoscere i progetti e seguire le fasi di realizzazione all'interno del proprio territorio e fare in modo che sia recuperato quel vuoto che si era venuto a creare nella prima fase, con la mancanza di coinvolgimento degli stakeholder, cioè cittadini, associazioni, sindacati. Partecipazione necessaria e richiesta anche dall’Unione Europea (al termine potrete trovare le schede riassuntive del numero di progetti presentati in ogni regione escluso il Trentino Alto Adige che non ha presentato progetti preliminari). 

Come si può leggere nell’articolo “Oltre il margine” pubblicato sul sito dell’Associazione il 13 aprile scorso, vi sono molti studi che hanno sottolineato come in Italia, nonostante interventi legislativi in materia di edilizia popolare e residenziale, è tradizionalmente mancata una vera politica urbana. Ma ancor di più, a mancare, è stata la capacità di arginare il forte condizionamento esercitato da parte del modello di sviluppo capitalistico sulla configurazione delle periferie urbane in termini di precarizzazione e vulnerabilità, nuove povertà.

Quindi, quando mi riferisco agli esclusi, mi riferisco ai cittadini dimenticati dalle istituzioni, dalla politica, dal giornalismo d’inchiesta, dalle campagne di denuncia del sindacato, da chi si lamenta ingiustamente del proprio grado di benessere ignorando chi avrebbe davvero un motivo per farlo.

 Schede riassuntive: 

PINQuA_REGIONE_ABRUZZO.pdf;  PINQuA_REGIONE_BASILICATA.pdfPINQuA_REGIONE_CALABRIA.pdfPINQuA_REGIONE_CAMPANIA.pdf

PINQuA_REGIONE_EMILIA_ROMAGNA.pdfPINQuA_REGIONE_FRIULI_VENEZIA_GIULIA.pdfPINQuA_REGIONE_LAZIO.pdf

PINQuA_REGIONE_LIGURIA.pdfPINQuA_REGIONE_LOMBARDIA.pdfPINQuA_REGIONE_MARCHE.pdfPINQuA_REGIONE_MOLISE.pdf

PINQuA_REGIONE_PIEMONTE.pdfPINQuA_REGIONE_PUGLIA.pdfPINQuA_REGIONE_SARDEGNA.pdfPINQuA_REGIONE_SICILIA.pdf

PINQuA_REGIONE_TOSCANA.pdfPINQuA_REGIONE_UMBRIA.pdfPINQuA_REGIONE_VALLE_DAOSTA.pdfPINQuA_REGIONE_VENETO.pdf