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assemblea ANCI 2021di Serena Moriondo

I temi in discussione alla XXXVIII Assemblea annuale Anci che si è conclusa oggi a Parma sono stati moltissimi, per lo più hanno riguardano approfondimenti sulle sei missioni del PNRR e sulle relative risorse indirizzate ai territori.

Il Presidente Anci nazionale, Decaro ha sottolineato, in modo particolare, tre aspetti:

  • Il primo punto, ovviamente, è come spendere bene e velocemente i 40 miliardi di euro del PNRR destinati ai Comuni. La posizione dell’Anci – ha ribadito – è che i finanziamenti vengano assegnati ai Comuni in maniera diretta e non intermediata, riducendo al minimo indispensabile i passaggi formali e burocratici per l’individuazione degli obiettivi e l’erogazione dei fondi. Troppo tempo rischia di passare, in attesa del perfezionamento dei vari passaggi burocratici tra Ministeri e Regioni”. Proprio per questo bisogna poi “agire per una rapida ed efficiente selezione e attuazione dei progetti, anche proponendo un catalogo di procedure e di regole da standardizzare e applicare ai programmi di investimento del PNRR”.
  • Il secondo punto riguarda il reclutamento del personale che dovrà operare nei Comuni.Sappiamo che spendere la mole di risorse che arriverà nei prossimi mesi non sarà facile e per farci trovare pronti servirà un deciso rafforzamento delle competenze amministrative legate agli investimenti, e purtroppo la carenza di personale nei Comuni è oltre il livello di guardia” -  ha ricordato Decaro parlando di - “un’emergenza nell’emergenza, che richiede regole eccezionali” (...) “Il reclutamento straordinario deve riguardare tutti i Comuni, soprattutto quelli piccoli, e senza limitazioni o appesantimenti burocratici e autorizzativi come quelli previsti per gli enti in dissesto e predissesto”. E proprio per snellire le procedure già delineate che rischiano ritardare il lavoro dei Comuni, Decaro ha ribadito la disponibilità dell’Anci a trovare un’intesa con il ministro Brunetta per una percentuale condivisa del finanziamento assegnato per il personale necessario alla realizzazione dell’investimento. Sia essa del 3, del 4 o del 5% .
  • Il terzo punto è quello della necessità di un cronoprogramma preciso, vincolante e con scadenze ravvicinate. “Massimo entro giugno del 2022 - ha sottolineato -  i ministeri titolari delle misure devono esaurire le procedure, che siano avvisi o assegnazioni dirette ai Comuni, ed entro dicembre 2023 i cantieri devono essere aperti. Questo obiettivo è irrinunciabile, fa la differenza tra un successo del nostro comune impegno e il suo fallimento”.

Foto sindaci assembleaConcludendo ha detto “Vogliamo tornare a sorriderci non più soltanto con gli occhi, il prossimo anno all’Anci e prima ancora nelle nostre città, fra la nostra gente” (...) “Lo abbiamo imparato nei terribili mesi che abbiamo alle spalle: solo insieme si può rinascere e ripartire davvero.”

Tre brevi annotazioni finali:

  1. Nei tre giorni dell’assemblea annuale, al di là degli eventi a latere, vi sono stati 89 interventi di cui 12 donne (5 di esse sindache di Ancona, Andria, Ponsacco, Santarcangelo di Romagna, Termine Imerese) e 77 uomini (di cui 42 sindaci). La foto dei rappresentanti dei Comuni con il Presidente della Repubblica Mattarella è, in tal senso, emblematica. Vale quindi la pena ricordare che il cammino verso la parità, in più di settant'anni, è stato piuttosto lungo: su oltre 1500 incarichi di ministro le donne finora ne hanno ricoperti meno di un centinaio. Non ci sono state donne alla presidenza del Consiglio (al Senato la nomina della Casellati è recentissima), mentre le presidenze femminili nelle Commissioni parlamentari sono state poco più di una ventina. Alle ministre sono stati affidati incarichi prevalentemente nei settori sociali, della sanità e dell'istruzione, più recentemente dell'interno e della giustizia ma nessuna donna ha mai rivestito l’incarico di ministra dell'economia e delle finanze o delle infrastrutture e dei trasporti (sostenibili o meno). Per quanto riguarda gli organi delle regioni, la presenza femminile nelle assemblee regionali italiane si attesta in media intorno al 21,9% con un'unica donna governatrice (Umbria), risultando dunque molto distante dalla media registrata a livello UE, pari al 34,2%. Nel 1946, 10 donne ricoprivano la carica di sindaca e circa 2.000 quella di consigliera comunale. Quarant'anni dopo, nel 1986, le sindache erano salite a 145. Tra il 1986 e il 2016 il loro numero è aumentato di oltre sette volte: da 145 a 1.097. Nel 2018 erano leggermenete meno, 1086, di cui 1004 alla guida di comuni inferiori a 15.000 abitanti. Oggi, dopo 75 anni, secondo il Report della Camera del 2 marzo 2021 "Legislazione e politiche di genere", le sindache sono 1.140 pari al 14,8% (la media UE è del 17,2%). Difficile pensare ad una vera ripresa dell'Europa e dell'Italia dove, ancora, più della metà della popolazione non è adeguatamente rappresentata!
  2. Si accentua il bipolarismo tra Milano e Roma, ponendo in primo piano – anche nel dibattito -  i sindaci (passati e presenti) di queste due metropoli. Città indubbiamente importanti, certo, ma non interamente rappresentative di un’Italia storicamente conosciuta come il Paese dei mille borghi e dei mille campanili (per la precisione 7.904). Dalle aree interne, alle piccole e medie città, fondivalle, distretti e periferie, i territori hanno non solo caratteristiche storiche, geografiche ambientali differenti, ma sono anche attraversati da dinamiche recenti di natura economica, sociale e culturale molto diversificate. Non si può non tenere conto della necessità di soluzioni innovative ma anche aggiustamenti normativi che favoriscano i ragazzi e le ragazze che desiderano ripopolare le aree interne ma vogliono anche contare di più quando si tratta di prendere decisioni sul futuro dei propri territori. Bisogna parlare non più solo di partecipazione dei giovani, ma di coinvolgimento finalizzato alle politiche, ai progetti, alla definizione di politiche di sviluppo. Solo così il nostro Paese avrà la possibilità di realizzare quei cambiamenti, non più riviabili, alla base delle discussioni del summit COP26.
  3. Il Segretario generale della Cgil Maurizio Landini è intervenuto oggi, unico rappresentante sindacale, all’Assemblea annuale nell’ambito del dibattito “Coesione territoriale per un paese unito”. Merita anche ricordare che, sempre in data odierna, la Confederazione Generale italiana del Lavoro ha ricevuto il riconoscimento “Freedom from Fear Award" dal sindacato internazionale Uni Global Union per la “determinazione della Cgil nel continuare la lotta per la democrazia, la libertà e la giustizia, dando l'esempio in Europa e nel mondo”.

Link: www.anci.it/decaro-a-parma-lunga-e-allargata-riunione-di-governo-per-costruire-in-concreto-paese-del-futuro/

Link: Dossier_Camera_n.622021_Legislazione_e_politiche_di_genere.pdf