di Serena Moriondo
Il 3 dicembre si è tenuta la Conferenza stampa sulla presentazione del provvedimento di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica, approvato dal Governo.
Il comunicato, in apertura, recita: "ogni Ministero, secondo competenza, è trasversalmente incaricato di promuovere azioni e strumenti per consolidare una cultura di rispetto e di tutela del ruolo femminile, all’interno delle mura domestiche così come al lavoro e nella società".
Misure importanti di cui vi diamo conto nella scheda allegata. Sorge spontanea un’unica domanda: questo è un provvedimento del Consiglio dei ministri, perché allora alla conferenza stampa hanno partecipato solo le ministre?
Il tema, come specificato, ha una valenza trasversale, quindi non toccherà solo i dicasteri delle Pari opportunità e famiglia, Interno, Giustizia, Affari regionali ed Autonomie, Sud e Coesione territoriale, Politiche giovanili, Disabilità, Università e Ricerca, e allora perchè questa "svista"?
Purtroppo avevamo già avuto prova di un'impostazione inadeguata nel PNRR là dove si parlava di dover intervenire sulle molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne mettendo in atto “politiche per le donne” dimostrando che non siamo ancora sulla strada giusta per la gender equality. Da tempo, a livello internazionale, infatti, le donne rifiutano l’ottica dell’inclusione: le donne non devono essere incluse, perché le donne non sono una categoria, un settore a parte, a cui destinare misure protezionistiche. I servizi pubblici sono necessari a tutti, la condivisione delle responsabilità familiari parla al genere umano. Le politiche di genere non sono solo politiche per le donne, come i diritti umani non sono solo i diritti dell'uomo, così occuparsi di contrasto alla violenza verso le donne deve prevedere necessariamente il coinvolgimento di tutti.
Un’altra occasione persa per dimostrarlo.
* La foto è stata pubblicata sul sito Governo.it