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Foto digitaltransformation blog 1701 10372di Serena Moriondo

Qualche giorno fa, alla vigilia della Festa dei 1°maggio, su una testata nazionale è apparsa la notizia che a Rimini stanno aprendo il primo hotel con un solo dipendente, un addetto all’accoglienza, tutto il resto sarà automatizzato. In sostanza, per soli 50 euro, ci daranno - sostengono i promotori - ”una camera di lusso”. In compenso contribuiremo a non offrire più alcuna opportunità di impiego.

Immaginate questo caso moltiplicato per migliaia di volte e in molti altri settori.  

Hanno iniziato alcune catene di supermercati, senza casse né cassieri, dove si entra, si infilano i prodotti in borsa, si paga on line e si esce. In principio è stato Amazon Go con il supermarket senza cassieri né casse, ma solo tornelli, app, sensori e telecamere, inaugurato a gennaio 2018 a Seattle. Il suo obiettivo: arrivare a 3.000 supermercati tech entro il 2021, con l'intenzione di andare oltre.

Per fare la spesa, raccontano quelli di Amazon, è "sufficiente scaricare l’app, creare un conto Amazon e utilizzare lo smartphone per identificarsi all’ingresso del negozio, tramite la scansione di un codice." Da quel momento in poi si possono prelevare i prodotti che si desiderano: il supermercato controlla la spesa di ogni cliente grazie a sensori posti sugli scaffali e a centinaia di telecamere posizionate sul soffitto, e provvede automaticamente a conteggiare ciò che è stato acquistato attraverso un sistema di intelligenza artificiale basato sul machine learning (attraverso cioè l'utilizzo di dati e algoritmi per imitare il modo in cui gli esseri umani apprendono). Quando si esce, oramai profilati, si riceve il conto della spesa direttamente sullo smartphone.

E’ evidente, infatti, che questi sistemi permettono di raccogliere numerose informazioni sui clienti di grande valore per il settore del commercio e non solo, ad esempio sulla loro affidabilità finanziaria e sui prodotti che scelgono, che consentono in tempo reale di rendere più efficiente la catena di distribuzione ma anche di analizzare il trend del venduto e le evoluzioni degli stili degli acquisti per guidare le scelte delle persone.

Oggi giorno sono coinvolti molti altri punti vendita che utilizzano queste tecnologie ed è probabile che lo saranno molti di più in futuro.

La tecnologia ha migliaia di altri importanti impieghi e i negozi/le aziende ne stanno testando le opportunità. Il risparmio energetico e delle risorse, e l’ottimizzazione della logistica, sono indubbiamente aspetti sempre più determinanti per migliorare i profitti, ma i lavoratori e le lavoratrici che fine faranno? E la nostra privacy?

Gli esperti di marketing sostengono che ci saranno importanti cambiamenti e che anche il mondo del lavoro ne verrà necessariamente influenzato. L’OIL, l’Organizzazione internazionale del Lavoro, con il documento “Lavorare per un futuro migliore”(2019) e il successivo Rapporto mondiale sulle tendenze occupazionali e sociali nel mondo “Tendenze 2020 – WESO”, ha voluto delineare tutte le sfide che dobbiamo affrontare, dall’automazione crescente ai cambiamenti climatici, dalle migrazioni globali alle disuguaglianze, con focus sulle possibili risposte da dare a livello collettivo, su strumenti e soluzioni e sulle possibili ripercussioni di questo scenario sul mondo del lavoro.

  1. Quasi mezzo miliardo di persone lavora già meno ore retribuite di quanto vorrebbe o non ha accesso adeguato al lavoro retribuito. Le grandi sfide del mondo del lavoro — inclusa la persistenza delle disuguaglianze e dell’esclusione — rendono sempre più urgente stabilire un quadro chiaro dell’occupazione globale e delle tendenze sociali. Ciò richiede una riflessione critica sull’adeguatezza dei metodi e concetti utilizzati fino ad ora. Dobbiamo chiederci, ad esempio, se il tasso di disoccupazione fornisce la misura più affidabile delle sotto prestazioni del mercato del lavoro. Dobbiamo capire se le persone in età lavorativa siano in grado di realizzare il loro pieno potenziale nel lavoro. È anche fondamentale disporre di una misurazione per valutare la inadeguata distribuzione della ricchezza all’interno dello stesso mercato del lavoro.
  2. Negli ultimi anni, sono stati pubblicati numerosi Report globali relativi al mondo del lavoro e la sua evoluzione tecnologica: tutti indicano un aumeno della disoccupazione tecnologica. Negli Stati Uniti, il 47% dei lavoratori è a rischio disoccupazione, per via dell’integrazione crescente di robot e software nel processo lavorativo degli impianti (Frey and Osborne (2015). Entro 20 anni in Asia, secondo uno studio Chang and Phu (2016), accadrà la stessa cosa per il 56% dei lavoratori. In uno studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, pubblicato nel 2016, tra il 50 ed il 70% dei lavoratori di tutto il mondo potrebbe veder automatizzata una larga parte delle proprie mansioni. La Banca Mondiale ha fissato in quasi due terzi la forza lavoro mondiale che potrebbe essere completamente sostituita dalle macchine, mentre per il Forum economico mondiale (WEF) il 50% delle imprese più grandi ha messo in conto una riduzione delle mansioni umane entro il 2022.
  3. Per cambiare la situazione e per fare in modo che l’innovazione tecnologica sia vissuta come un vantaggio e non come una minaccia, la Commissione dell’OIL suggerisce un Piano di trasformazione, tutto incentrato sulla persona e le sue potenzialità, caratterizzato da una serie di azioni fondamentali ed urgenti, tra cui:
  • garanzia universale per le lavoratrici e i lavoratori a protezione dei diritti fondamentali, per un salario dignitoso che garantisca condizioni di esistenza accettabili, limiti l’orario di lavoro e assicuri salute e sicurezza;
  • il diritto universale all’apprendimento permanente, che consenta alle persone di acquisire competenze, riqualificarsi e perfezionarsi;
  • uguaglianza di genere ovunque;
  • una gestione trasparente del cambiamento tecnologico per promuovere il lavoro dignitoso e l’istituzione di un sistema di governance internazionale per il lavoro su piattaforma digitale;
  • maggiori investimenti nei servizi pubblici di cura alla persona, nella transizione ecologica e nelle economie rurali.

L'OIL conclude sostenendo che “L’intelligenza artificiale, l’automazione, l’industria 4.0 e la robotica potrebbero portare ad un grande progresso sociale, economico e culturale ma ciò sarà possibile solo se verranno colte a pieno le nuove opportunità ed i vantaggi di questo processo di innovazione radicale in continua evoluzione. Nel caso contrario, robot, macchine intelligenti e tecnologie software avanzate, man mano che le competenze diventano obsolete, porteranno alla distruzione dell’intero mercato del lavoro, generando crisi sociale ed economia di grande portata ed ampiezza storica.”